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10 nov 2010

Primarie, ecco la promessa di Onida "Porto ai seggi i delusi della politica"

Il giurista: "In questi giorni ho scoperto il numero e la qualità delle associazioni qui a Milano"

"Io polemico? No, anzi dovevo essere più duro: è che non condivido le strategie del Pd locale"


Valerio Onida, candidato indipendente alle primarie. Che cosa non conosceva di Milano e ha scoperto durante questa campagna elettorale?
«Ho scoperto una realtà che conoscevo solo in astratto: il numero e la qualità delle associazioni. Milano è ricchissima di realtà di base, dalle “one mission” a quelle più generaliste. Non solo gruppi di protesta: tante sono formate da persone che operano in concreto e chiedono risposte alle istituzioni. Penso agli Amici del Trotter, o alla Rete Giambellino».

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Qual è il problema di Milano che ha sentito più pressante?
«Quello della casa. C’è una situazione scandalosa nella gestione delle case popolari, mancano progetti sia per quelle delle fasce più basse sia per quelle a canone calmierato. Si costruiscono grattacieli a 8mila euro al metro quadro, ma per chi? Per i nuovi ricchi russi o degli Emirati? In queste settimane ho visto situazioni difficili, come il quartiere Molise-Calvairate, e altre modello, come il villaggio Barona».

Lei ha polemizzato molto su uno squilibrio nella gestione delle primarie. Lo rifarebbe?
«Ho fatto una battaglia giusta sulle regole, non una polemica. Anzi, forse avrei potuto essere più vigoroso, ma davvero non mi aspettavo si potesse mettere in campo un tale spiegamento di forze, in modo così unidirezionato, da parte del Pd, che ha fatto una campagna per dire che per cambiare questa amministrazione bisogna votare Stefano Boeri: ma tutti e quattro noi candidati abbiamo lo stesso obiettivo».

Il giorno più bello di questa campagna elettorale?
«Quello della presentazione del programma al teatro Puccini, ho visto molta partecipazione. Mi ha dato fastidio, invece, dovermi misurare con una macchina da guerra che non mi aspettavo, partivo dal presupposto che questo è un confronto».

Mai avuta la tentazione di ritirarsi dalla corsa, visti i sondaggi?
«No, è un impegno che voglio portare avanti, non mi sono mai pentito di averlo preso. I sondaggi sono stati usati spesso in questi giorni come strumento per orientare il voto: sono convinto che per le primarie non si possa fare il discorso del voto utile, perché questo non è uno scontro bipolare».

C’è chi la immagina come un “padre nobile” in una futura giunta.
«Non è la definizione in sé che mi dà fastidio, ma l’idea che possa essere usata come mio avallo a un progetto politico. Non vorrei fare da statua riverita, ecco».

Proiettiamoci dopo il 14: se dovesse vincere Boeri lo appoggerà?
«Le mie perplessità, come ho sempre ribadito, non sono su di lui come persona, ma sul modo in cui è stata fatta la campagna elettorale in suo supporto: non credo di voler aderire a un progetto basato sulle strategie di un gruppo dirigente, quello del Pd locale, che non condivido».

Farà quindi una lista autonoma?
«Quello di una lista, collegata al candidato del centrosinistra, non è ancora un progetto, perché ora pensiamo a domenica. In ogni caso, potrà nascere solo come istanza delle persone che sostengono la mia candidatura: non solo il “gruppo dei 92”, ma anche quelle che si sono aggiunte nel frattempo».

Se vincesse Giuliano Pisapia?
«Lo scenario sarebbe diverso proprio perché, come ho detto, le mie perplessità non riguardano la persona Boeri, ma il peso e il modo di agire dei partiti che sostengono i due candidati. Sel e la Federazione della sinistra, per quanto partiti, non sono “ingombranti” come il Pd. Ecco perché vedrei più facilmente un’eventuale collaborazione con Pisapia».

Se invece fosse lei il candidato sindaco?
«Lavorerei sugli stessi temi di queste settimane: la casa, il traffico, la legalità. Il bilancio della giunta Moratti è disastroso, dal Pgt alla gestione dell’Expo, alle ordinanze. E chissà se sarà lei il candidato, visto che da loro le primarie si fanno ad Arcore, e con un solo grande elettore».

Su cosa si concentrerà fino a domenica?
«Cercherò di portare quanta più gente possibile al voto. Ho visto una grande partecipazione di delusi dalla politica che cercano un’alternativa all’attuale amministrazione, ma senza steccati ideologici».

E il 15? Che farà?
«In ogni caso, mi riposerò. E poi spero di tornare ad avere qualche sera libera».

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