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Giulio Tremonti e Stefania Prestigiacomo (Ansa) |
MILANO - Lo scontro c'è stato o no? Vai a saperlo. Quel che è certo è che l'attrito tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e quello dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo non sembra essere terminato. Tutto comincia poco dopo la fine del Consiglio dei ministri quando le agenzie di stampa rivelano che, secondo la ricostruzione fornita da alcuni presenti, fra il titolare di via XX settembre e il ministro dell'Ambiente ci sarebbe stata una «animata discussione». Al centro del confronto le lamentele della Prestigiacomo per i tagli al suo dicastero ed in particolare sul mancato trasferimento delle risorse già approvate dal Cipe, del valore di un miliardo di euro, per la difesa del suolo, chiedendo conto del perché queste somme non fossero ancora a disposizione del ministero. A quel punto, Tremonti avrebbe detto: te lo spiego dopo, fuori. Frase alla quale il ministro dell'Ambiente avrebbe ribattuto chiedendogli di spiegarlo in quella sede: «Non siamo scolaretti». Tremonti avrebbe risposto fornendo delle spiegazioni che non avrebbero però convinto la ministra, la quale avrebbe controreplicato con un «non dire cretinate». Per tutta risposta Tremonti avrebbe preteso le scuse ventilando in caso contrario le dimissioni. A quel punto la discussione è stata interrotta dal presidente Berlusconi che, nel tentativo di calmare gli animi, ha chiesto al titolare dell'Economia di avere un atteggiamento più ricettivo di fronte alle richieste dei colleghi e alla titolare dell'Ambiente di scusarsi per l'espressione usata. Scuse che, stando sempre alla ricostruzione fornita, sarebbero arrivate (dopo una pausa dovuta alla chiamata del leader coreano al premier) da parte della Prestigiacomo, che tuttavia avrebbe confermato nel merito la sua posizione, ribadendo la situazione in cui versa il ministero dell'Ambiente. Durante questa spiegazione della Prestigiacomo, Tremonti sarebbe uscito dalla sala per rientrare solo successivamente. Cosa che avrebbe sorpreso diversi presenti. A quel punto Berlusconi avrebbe nuovamente richiamato Tremonti e la vicenda si sarebbe conclusa lì.
BOTTA E RISPOSTA - L'episodio è stato successivamente commentato così da Tremonti: «Oggi mi sono arrivate le scuse anche dalla Prestigiacomo. Mi sono commosso». Frase pronunciata con il sorriso sulle labbra. Ma qualche ora dopo arrivava anche la replica della Prestigiacomo. «Ah sì? Ha commentato fuori dal Consiglio? Ha detto proprio che oggi ha incassato le scuse della Prestigiacomo ed è commosso? Bene, allora commento anche io: pensavo che fossero bolle di rabbia...».
LA NOTA DEL TESORO - Poco dopo però arrivava alle agenzie una nota del ministero dell'Economia in cui si sottolineava che dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo non c'è stata «nessuna richiesta di fondi». Nella nota si aggiungeva che «le ricostruzioni riportate dalle agenzie di stampa su di una discussione avvenuta oggi in Cdm non corrispondono a verità». A conferma di ciò il Tesoro diffondeva anche un documento della Ragioneria che spiega come accedere ai Fondi Fas. «Nessun ritardo, nessun blocco da parte del Cipe che tra l'altro dipende da Palazzo Chigi. Considerando inoltre che la delibera Cipe risale al 6 dicembre 2009, se c'è stato un ritardo, una omissione, è stato da parte del Ministero dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare. A riprova di quanto sopra, ad oggi non risulta ancora pervenuta nessuna richiesta di utilizzo dei fondi alla sede competente».
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