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9 nov 2010

Obama in Indonesia:”Sono molto felice di tornare”


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Dopo la visita in India dei giorni scorsi, il Presidente americano Barack Obama è arrivato oggi in Indonesia, il paese dove visse bambino durante quattro anni. Un ritorno turbato non solo dalle proteste anti-americane, ma anche dall'eruzione del vulcano Merapi, che potrebbe obbligare il Presidente ad anticipare domani la sua partenza.

Giunto nel Paese per una serie di colloqui bilaterali con il presidente indonesiano Susili Bambang Yudhoyono, Obama ha scritto nel libro degli ospiti del palazzo presidenziale "Sono molto felice di tornare in Indonesia e spero che i legami tra i nostri due paesi continuino a crescere sempre piu' forti''.  Una gioia non condivisa da quanti hanno partecipato alle manifestazioni-antiamericane delle scorse settimane. Alla base dell'ostilità c'è in gran parte la decisione degli Stati Uniti diriabilitare le forze speciali indonesiane autrici della repressione armata ai danni delle rivolte indipendentiste a Timor Est e delle proteste studentesche contro l'ex presidente Suharto.

Per garantire la sicurezza dell'inquilino della Casa Bianca, le autorità indonesiane hanno messo in piedi un ingente dispotivo formato da più di 9000 uomini. Uno sforzo incredibile se si pensa al difficile momento che sta attraversando il Paese. Nelle scorse settimane, infatti, un potente tsunami ha colpito l'Indonesia, a cui ha fatto seguito anche l'eruzione del vulcano Merapi. Il bilancio totale parla di 600 morti, ed ingenti danni materiali. 

Proprio per non peggiorare ulteriormente la già tragica situazione del Paese, la polizia ha rivolto un appello per uno stop ai promotori delle manifestazioni contro il presidente Obama previste anche per oggi. "Con la situazione tragica del Merapi e delle Isole Mentawai, -ha detto il portavoce della polizia Iskandar Hasan- ci auguriamo che le proteste cessino". Il portavoce della polizia ha spiegato che i poliziotti si occuperanno del "terzo anello della sicurezza, quello a stretto contatto con la gente. Le manifestazioni previste per oggi sono otto, tra cui anche quella a favore della liberazione del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, agli arresti domicialiari nell'ex Birmania.

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