Metti mi piace

17 nov 2010

Natale anticipato Berlusconi cade il 14 dicembre

Quasi un'ora è durato il colloquio tra il Capo dello Stato e i presidenti di Senato e Camera convocati al Quirinale per valutare la situazione di crisi politica della maggioranza che rischia di condizionare pesantemente la vita del Paese, a cominciare dall'approvazione della legge di bilancio. I due incontri Ed un'altra mezz'ora è durato il confronto in una saletta del Palazzo tra Schifani e Fini, accompagnati dai rispettivi segretari generali, che, per oggettiva necessità, hanno dovuto riparlarsi per stabilire la road map della crisi in Parlamento, subito dopo l'approvazione della legge di bilancio. Il presidente della Repubblica aveva auspicato a proposito delle prossime scadenze «una costruttiva intesa tra i Presidenti e tra gli organismi rappresentativi dei due rami del Parlamento». Che sembra essere stato il risultato finale. Perché «l'incontro ha permesso di registrare la concorde adesione delle forze parlamentari all'esigenza di dare la precedenza, nei lavori della Camera e del Senato, all'approvazione finale delle leggi di stabilità e di bilancio per il 2011» secondo quanto più volte richiesto da Napolitano in questi giorni «in nome dell'interesse generale del Paese nelle attuali difficili vicende finanziarie internazionali». Poi si passerà all'aspetto più travagliato della vicenda politica che sta pesantemente segnando la struttura stessa della maggioranza. E così «nei tempi definiti nelle sedi competenti delle conferenze dei capigruppo, si procederà all'esame della crisi politica» culminata nella presentazione della «mozione di sfiduciaal governo ai sensi dell'articolo 94 della Costituzione» e nella richiesta del Presidente del Consiglio di rendere comunicazioni al Senato e alla Camera. Il pomeriggio Il risultato del faccia a faccia tra Schifani e Fini appare come una risposta positiva alla richiesta del Capo dello Stato di arrivare ad «una costruttiva intesa». La successione del pomeriggio è lì a dimostrare che i ruoli e le prerogative sono state rispettate. Il presidente ha espresso il suo auspicio e l'ha reso pubblico mentre la seconda e la terza carica dello Stato cercavano, e trovavano, un'intesa sui tempi che sono i seguenti. Entro il 10 dicembre la legge di bilancio sarà licenziata dal Senato. Poi il 13 sarà messa in discussione la mozione di sfiducia al governo presentata dalle opposizioni alla Camera mentre Berlusconi farà il suo intervento al Senato. Il giorno successivo, il 14, proprio mentre la Corte Costituzionale si riunirà per decidere sul legittimo impedimento, si voterà in contemporanea la fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Comunque vada il 14 sarà il giorno più lungo di Berlusconi. Anche se il mese di tempo che manca alla scadenza non consente di fare alcuna previsione. Ma quello che appare certo e che da quel momento saranno più chiari, ratificati dal voto, l'orientamento dei gruppi sia al Senato che alla Camera. Gli obiettivi della riunione convocata da Napolitano erano due. Mettere al riparo la legge di bilancio in tempi ravvicinati ma tali da rispettare il dibattito in Parlamento. Arrivare all'indispensabile chiarimento politico che rischiava di essere sempre più difficile in presenza delle tante ipotesi avanzate in questi giorni fatte di fiducia, sfiducia, in un solo ramo del Parlamento, in entrambi. E su questo c'è stata la richiesta di «costruttiva intesa» che come risposta ha avuto le scadenze fissate. Non è stato un pomeriggio semplice. Si trattava di sbrogliare una matassa dai mille capi. Il simbolo di quella «perenne perturbazione» nel mondo politico che il presidente Napolitano aveva sottolineato inaugurando in mattinata la biblioteca del Quirinale, un luogo di studio affascinante e sereno, disponibile per gli studiosi. «Spero da qua al al 2013 di non essere costretto a rifugiarmi qui, come in un'oasi lontana da un mondo politico e istituzionale perennemente perturbato» ha detto il Capo dello Stato che non ha rinunciato a esprimere anche la sua «preoccupazione» e le sue «riserve» per come i mezzi d'informazione «ci restituiscono impoverita e contratta la nostra lingua italiana».

Nessun commento: