Nadia Macrì, la escort 'Nadia' amica di Perla Genovesi, a quanto si apprende in ambienti investigativi, ha raccontato ai magistrati di Palermo di avere avuto due incontri sessuali con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di avere per questo ricevuto, ogni volta, una busta con 5000 euro come compenso. Le dichiarazioni della escort sono riportate in un verbale di interrogatorio che la ragazza ha reso ai primi di ottobre ai magistrati di Palermo. Il verbale è stato secretato ed è negli atti dell'inchiesta di cui si valuta il trasferimento a Milano. Nadia sul suo profilo Facebook dice di "amare" Berlusconi e di essere fan di Grande Fratello e Amici.
Nell'interrogatorio reso ai pm, la escort è stata imprecisa nella ricostruzione temporale dei due incontri con Berlusconi, che avrebbe comunque collocato tra il 2009 e il 2010. In uno dei due Nadia Macrì avrebbe visto il premier in una sua villa a Milano: anche su questo punto la ragazza non sa dare particolari, ad esempio non ricorda se si tratti di Arcore. I due avrebbero parlato, poi Berlusconi le avrebbe regalato degli Swarovski e l'avrebbe invitata ad andare con lui in Sardegna.
Dopo alcuni giorni la escort e il premier, insieme a un'altra ventina di ragazze, si sarebbero visti nella villa di Berlusconi e lì, dopo una cena a cui avrebbero partecipato anche altre persone, si sarebbe consumato il rapporto sessuale, per il quale la escort afferma di aver ricevuto 5000 euro. Nell'altra occasione i due si sarebbero visti a Milano. Anche in questo caso ci sarebbe stata una cena con altre persone e poi un rapporto sessuale con altri 5000 euro in busta. La ragazza riferisce anche di incontri a luci rosse avvenuti in una vasca idromassaggio.
Nadia Macrì, la escort che ha parlato ai pm di Palermo di incontri sessuali a pagamento con il premier Silvio Berlusconi, avrebbe chiamato in causa anche il ministro della Funzione pubblicaRenato Brunetta con il quale avrebbe avuto un rapporto sessuale in cambio di 300 euro, vestiti e gioielli. La ragazza, in un interrogatorio secretato, racconta ai magistrati di avere conosciuto Brunetta, che all'epoca non era ancora ministro, intorno al 2005, tramite Perla Genovesi, un'amica arrestata a luglio scorso dalla Procura di Palermo, nell'ambito di un'inchiesta sul narcotraffico.
Il ministro Brunetta replica che è tutto falso: «Nel corso di un interrogatorio 'secretato' (sic!), la signora Nadia Macrì avrebbe reso dichiarazioni fuori dalla grazia di Dio. La verità è solo una: questa persona mi è stata presentata quattro anni fa, nel corso di un convegno. In lacrime mi espose le sue serie difficoltà personali e familiari. La conoscenza si è esaurita in quell'unica occasione, priva di qualsiasi altro risvolto, tantomeno volgare o squallido. Per i suoi problemi le indicai l'avvocato Taormina. Non l'ho più rivista né sentita e non so a quali risultati sia o meno approdata l'assistenza del legale. Non c'è e non ci sarà più nulla da aggiungere sull'argomento. Ho già dato mandato al mio avvocato di tutelare con ogni mezzo la mia persona».
La Genovesi, da qualche mese, ha cominciato a collaborare con la giustizia raccontando il suo ruolo nel business della droga e rivelando le confidenze dell'amica su feste col premier. Macrì all'epoca aveva un problema giudiziario relativo all'affidamento del figlio. La Genovesi le avrebbe fatto incontrare Brunetta nel suo studio, per capire se poteva darle una mano. Le parole della escort sono confermate dalla Genovesi. Ma la giovane va oltre e racconta che Brunetta l'avrebbe messa in contatto con l'avvocato Carlo Taormina perchè l'aiutasse nel caso, ma che il legale si sarebbe disinteressato della vicenda e non si sarebbe nemmeno presentato in udienza.
Macrì riferisce inoltre di avere rivisto Brunetta, dopo l'incontro allo studio, in un'altra occasione, di avere avuto un rapporto sessuale con lui, di avergli chiesto 300 euro e di avere avuto in cambio il denaro, vestiti ed alcuni gioielli. La ragazza prosegue dicendo che lei avrebbe voluto continuare la relazione, ma che, dopo qualche telefonata, i rapporti tra i due si sarebbero interrotti.
Ecco ancora una donna dunque: Nadia. È lei quella che avrebbe partecipato ad alcune feste a base di sesso e droga nelle dimore di Silvio Berlusconi. Dopo il Noemi-gate e la Ruby-story , esce da un verbale raccolto dalla procura di Palermo l’ultima puntata dell’infinita serie di scandali che sta travolgendo il Premier. A parlare per prima del «giro delle feste del Presidente» è Perla Genovesi, 32 anni di Parma, con un passato da assistente parlamentare di un senatore Pdl – Enrico Pianetta – e un presente come trafficante di coca.
La donna, arrestata l’estate scorsa, ha raccontato ai pm palermitani Marcello Viola e Geri Ferrara delle confidenze ricevute da un’amica a proposito di alcune feste svolte nelle dimore di Berlusconi a Milano e in Sardegna. La protagonista, secondo Perla Genovesi, è una ragazza di ventotto anni, ex cubista, di professione escort. Ad averla introdotta nel mondo politico è stata proprio la testimone che nel 2006 la presentò al futuro ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta per la risoluzione di un problema personale, l’affidamento del figlio di pochi anni. Da quel momento – secondo la Genovesi – l’amica strinse alcune relazioni con altri politici, entrando in quello che lei stessa ha definito il «giro delle feste del presidente» nelle quali si sarebbe fatto uso di stupefacenti e di prestazioni sessuali in cambio di denaro. Tutto sarebbe avvenuto tra il 2009 e il 2010, secondo quanto riferito ai pm di Palermo, che adesso stanno cercando di individuare l’ex-cubista.
La Procura siciliana però smentisce di aver aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni della Genovesi. «Non stiamo indagando su feste a villa Certosa», dicono gli inquirenti che confermano solo di avere sentito la giovane ex assistente parlamentare. Il primo essenziale passaggio è quindi quello di dare un volto e un nome alla donna misteriosa di cui parla la Genovesi, la cui genuinità del racconto, denso di particolari, deve ancora essere valutato alla luce di ulteriori accertamenti.
Il verbale della Genovesi nasce nel contesto di un’inchiesta condotta dalla procura di Palermo su un traffico internazionale di droga dal Sud America. Il 19 luglio scorso la donna viene arrestata dai carabinieri, con altre tredici persone, nel corso dell’operazione Bogotà. È accusata di essere un corriere e per difendersi dice di essere una confidente delle forze dell’ordine, un’infiltrata... Una versione poco credibile. Viene fuori così la sua vita double-face, da assistente parlamentare a narcotrafficante.
All’inizio del 2000, Perla Genovesi è un’attivissima giovane di Forza Italia. Bell’aspetto e molto decisa, diventa consigliere di quartiere a Fidenza, provincia di Parma. Da perfetta insospettabile, entra in contatto con due trapanesi: Paolo Messina e Vito Faugiana. Con loro ha inizio la sua doppia vita, da una parte la politica dall’altra la coca. Nel 2005 è assistente parlamentare del senatore pidiellino Enrico Pianetta. Conosce Renato Brunetta e altri nomi di spicco dell’entourage berlusconiano. Nel 2007 i primi guai. Viene fermata ad un posto di blocco a Roma in compagnia di Faugiana, in macchina ha della cocaina. È incinta ed evita il carcere ma perde il posto di assistente parlamentare. Dopo l’arresto del luglio scorso, in uno dei suoi primi interrogatori la Genovese racconta di feste in provincia di Trapani, tra droga e sesso a cui partecipano politici e amministratori locali. E siamo ad oggi, alle nuove rivelazioni che potrebbe innescare un clamoroso caso. Ma la sua versione è ancora una pagina tutta da scrivere.
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10 nov 2010
Nadia Macrì racconta: sesso con Berlusconi
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