Non si placa la polemica sulla proliferazione delle sale giochi in città. La Lega replica al Pd: «Ora strepita, ma cosa ha fatto quando era al governo della città per controllare il fenomeno?». Il sindaco ha chiesto agli uffici un monitoraggio sul rispetto delle norme
«Questi del Pd sono davvero dei fenomeni. Prima votano contro un regolamento che ha comunque messo dei paletti, poi sollecitano l'amministrazione comunale a intervenire su quelle sale giochi che non rispettano la distanza minima di 300 metri da scuole e chiese. Ma quando erano al governo della città, negli anni scorsi, cosa hanno fatto per far rispettare questa regola che già esisteva?».
Non si placa l'aspra polemica sulla proliferazione dei mini-casinò a Sanremo, e il presidente del Consiglio comunale (e leader locale della Lega Nord) Marco Lupi risponde così alla nuova sortita del gruppo consiliare del Partito democratico, che con un'interpellanza ha invitato il sindaco Maurizio Zoccarato ad «adottare ogni provvedimento necessario per garantire il rispetto delle deliberazioni del Consiglio comunale». In particolare, i consiglieri d'opposizione Gorlero, Faraldi e Infante hanno chiesto di verificare quante delle sale giochi aperte in città, o in procinto di aprire, siano compatibili con l'articolo 45 (tuttora in vigore) del regolamento di polizia urbana del 2005, che già fissava il citato limite minimo dei 300 metri e che è stato ripreso nel nuovo regolamento sui mini-casinò approvato una settimana fa dal Consiglio.
Rincara Lupi: «E' davvero stupefacente che il Pd dia lezioni alla nostra amministrazione invitandola a fare quello che l'ex giunta Borea, in cui Gorlero era assessore all'urbanistica, non ha fatto. Perchè mi risulta che una parte delle 11 sale slot oggi attive in città siano state aperte proprio in quegli anni, e che almeno tre non rispondano ai requisiti fissati dal Comune. Insomma, ci fosse stata più attenzione, forse oggi ci troveremmo con qualche mini-casinò in meno».
Che la questione resti "calda", lo dimostra anche un'iniziativa di Zoccarato, che ieri ha firmato una direttiva trasmessa ai dirigenti Rita Andena (attività produttive) e Claudio Frattarola (polizia municipale), oltre che per conoscenza al direttore generale Giuseppe Formichella. Il sindaco invita gli uffici a individuare «ogni azione utile per un monitoraggio e controllo delle attività all'interno delle sale pubbliche da gioco, attraverso una periodica osservazione sia sotto il profilo amministrativo che per gli aspetti legati alla tutela dell'ordine pubblico»; e chiede che questa verifica sia effettuata «il più presto possibile, relazionando al sottoscritto e al direttore generale».
La dirigente Rita Andena fa presente che ad oggi è ancora in vigore l'articolo 45 del regolamento di polizia urbana, e che alla luce di questo vanno esaminate le procedure di Scia (l'autocertificazione che sostituisce la Dia, Dichiarazione di inizio attività) per l'apertura di altre 4 sale giochi attualmente pendenti in Comune, compresa quella che dovrebbe sorgere in via Capitan Pesante e che non pare stare dentro i parametri, vista la vicinanza con la chiesa degli Angeli. Il nuovo regolamento, con gli ulteriori "paletti" su metratura delle sale e dotazione di parcheggi nelle vicinanze, entrerà in vigore soltanto dopo la sua pubblicazione, tra una quindicina di giorni. Peraltro, come ha ribadito nel suo parere tecnico negativo all'emendamento proposto dal consigliere Paolo Leuzzi (Pdl) e comunque approvato dal Consiglio, la dirigente Andena ritiene che il vincolo della distanza minima non sia legittimo perchè in contrasto con la cosiddetta "direttiva Bolkestein" dell'Unione europa – recepita dall'Italia soltanto nella primavera scorsa – sulla liberalizzazione delle attività commerciali.
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