VERONA (6 novembre) - Vent'anni di messe e confessioni ma non era prete: è sotto shock le gente di Fane, piccola località veronese arrampicata sulle colline di Negrar abituata ad accogliere con affetto e simpatia padre Tommaso che ogni estate veniva a dare una mano al parroco.
Padre Tommaso li ha ingannati tutti, compreso l'ultimo parroco di Fane don Adrian Cristinel Bulai, il giovane sacerdote di origini romene arrivato circa un anno e mezzo fa. È stato proprio lui a rivelare la verità: dopo la messa ha letto un comunicato e i fedeli hanno saputo che l'anziano padre Tommaso non è un sacerdote, non lo è mai stato.
Il falso prete è stato smascherato per caso quando è andato all'ospedale di Negrar per alcuni accertamenti e il giovane parroco ha tentato di mettersi in contatto con i superiori di "padre Tommaso". Il castello di bugie è caduto e si è scoperto che il suo vero nome sarebbe Italo G., 84 anni, che risulta residente a Perugia, dove pare che fino al 2009 comparisse nelle liste dei bisognosi di un contributo assistenziale. «Io l'ho incontrato una volta sola ma ci sono rimasto ugualmente molto male - commenta il sindaco Giorgio Dal Negro sui giornali locali - Il parroco don Adrian ha dimostrato molto coraggio nel dire pubblicamente la verità». L'assessore Federico Marangoni, invece lo ha conosciuto molto più da vicino: «Ha confessato anche me, sono ancora allibito. Ho assistito alle sue messe, sembrava proprio un prete. In giro ci sono tante voci e domina l'amarezza. Non so perchè l'ha fatto, di certo però ci ha imbrogliato tutti».
Padre Tommaso: non è vero niente, ma anche se fosse... «Non è vero niente, ma se anche lo fosse che c'è...»: reagisce con poche parole dette con sorpresa Italo G. alla notizia che la gente di Fane ha scoperto che lui non fosse un prete. Lo fa mentre rientra nella sua casa a ridosso del centro di Perugia, nella zona dell'Università per stranieri. Appoggiato a un bastone, con un piccolo cane al guinzaglio e una borsa della spesa in mano, Italo G., 84 anni, reagisce quasi con fastidio alla vista del cronista. «Sono handicappato - dice - Lasciatemi stare. Andate a fare un giratina». Felpa e camicia nera indosso, l'anziano non vuole commentare quanto successo in Veneto e nemmeno rivelare se intenda tornare tra le gente Fane. Sulla targa della porta d'ingresso della sua abitazione compare il suo vero nome, ma accanto, sulla cassetta della posta, c'è la scritta "padre Tommaso" e il suo cognome.
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