Al quinto tentativo niente più picchetto d'onore degli avieri della base Air Force di Vandenberg. Ma è stata quella la volta buona per il lancio in orbita con vettore Delta II Boeing del quarto satellite Cosmo-SkyMed per l'osservazione della terra, un "grande occhio" (definirlo "satellite spia" sarebbe fuorviante) con scopi militari e civili che andrà ad aggiungersi ad altri tre lanciati tra il 2007 e il 2008, un miliardo e 100 milioni di Euro di investimento complessivo, il più grande programma mai promosso dall'Agenzia spaziale italiana. Soddisfazione del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica Mariastella Gelmini, del presidente dell'Asi Enrico Saggese e del presidente e ad di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini per la «perfetta sinergia» tra mondo istituzionale e mondo dell'industria aerospaziale.
Risolti i problemi tecnici che nei giorni scorsi avevano costretto a ben quattro rinvii, alle 19,20 di venerdì sera (in Italia erano le 3 e 20 della notte di sabato) il lancio del quarto satellite Cosmo-SkyMed è avvenuto con successo. Circa un'ora dopo, alle 4,27 ora italiana il satellite è stato "acquisito" dal Centro spaziale del Fucino di Telespazio che ne gestirà le operazioni per tutta la durata della missione (cinque anni di vita operativa ma si spera possa funzionare fino a sette anni). Dopo le prove tecniche l'invio a terra della prima immagine utilizzabile nei due centri, quello militare di Pratica di Mare e quello civile di Matera è previsto entro un mese.
Tutti e quattro i satelliti aumenteranno la loro capacità di investigare fin nel minimo dettaglio la superficie terrestre. Si passerà dalle attuali 1350 a 1800 immagini al giorno con un intervallo di quattro-sei ore catturate grazie a radar a banda X ad apertura sintetica (Sar) che consente di ottenere immagini anche di notte e in cattive condizioni meteo. Tracce di autoveicoli civili e militari nel deserto, siti di centrali nucleari di Paesi a rischio ma anche frane, alluvioni, terremoti (come quello in Cina o in Abruzzo), disastri ambientali come la marea nera del Golfo del Messico, non avranno più segreti per la costellazione Cosmo. Tecnologia tutta italiana per un programma nato da un accordo tra Agenzia Spaziale italiana, Ministero della Difesa e Ministero della Ricerca scientifica, realizzato da Thales Alenia Space (66,6% Thales, 33,3% Finmeccanica) società capocommessa cui è affidata la gestione dell'intera costellazione. Telespazio (Finmeccanica-Thales) ha invece la responsabilità per il segmento di terra con il centro del Fucino e il centro di Matera gestito da e-Geos (società Asi e Telespazio) responsabile dell'acquisizione e commercializzazione delle immagini. Il presidente dell'Asi Saggese ricorda che i rinvii nei lanci «sono all'ordine del giorno nel mondo dello spazio» come dimostra la missione Discovery dello Shuttle rinviata prima di una settimana e adesso al 30 novembre. «I parametri da rispettare sono molti rigidi e basta un niente per decidere il rinvio» osserva Saggese che annuncia una seconda generazione di satelliti più avanzati che verranno lanciati tra il 2014 e il 2015 con un investimento di oltre 600 milioni di euro.
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