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10 nov 2010

Giallo di Bruino, i soldi per i killer prestati dai suoceri della vittima

Furono i genitori di Giacomo Bellorio, marito di Marina Petriti, a dare i 2500 euro per pagarei complici dell'ex amante dell'uomo. "Non sapevamo per cosa le servissero, per noi era una cosa normale"


Maria Teresa Crivellare, accusata dell'omicidio di Marina Petriti, scomparsa nel febbraio scorso da Bruino (Torino), avrebbe assoldato i due complici con i 2.500 euro che aveva ottenuto in prestito dai genitori dell'ex amante, Giacomo Bellorio, marito della vittima. Sarebbe questa una delle tessere che compone il puzzle di quello che per magistrati e carabinieri è sicuramente un delitto, anche se non è mai stato ritrovato il corpo della donna, né ci sono state ammissioni di colpa. Il particolare del prestito è riportato dall'ordinanza del gip di Pinerolo Marco Battiglia.

Gli arrestati

I genitori di Bellorio non sapevano a che cosa sarebbero serviti i soldi: "Quel giorno che non ricordo neanche quale fosse - dichiara Ermelinda Maiulo, suocera di Marina Patriti - Antonella (così si faceva chiamare Maria Teresa Crivellari, ndr) si è presentata a casa nostra dicendo che avrebbe dovuto incassare a breve degli assegni da un amministratore di condominio per la sua impresa di pulizie. Siccome la conoscevamo da tempo come collega di nostro figlio al mercato le abbiamo prestato quella cifra, 2.500 euro. Per noi era una cosa normale".

A confermare la circostanza è la figlia di Marina Petriti, Tatiana Bellorio. "Quando mio padre ha lasciato quella donna - ha raccontato - lei si è subito attaccata ai miei nonni mostrandosi gentile e frequentando casa loro. Ha anche mostrato loro una foto di mia madre insieme a un altro uomo davanti casa per fare credere che fosse lei a tradire mio padre. Anche la circostanza del prestito, di cui ero già a conoscenza, non mi ha sorpresa".

Restano molte zone d'ombra nella ricostruzione della scomparsa, e a quanto dicono gli investigatori, l'assassinio di Marina. I tre arrestati hanno trascorso in isolamento la loro prima notte nel carcere delle Vallette a Torino. I due uomini saranno sentiti nelle prossime ore, mentre il turno Maria Teresa Crivellari sarà lunedì pomeriggio. "Il fatto - ha dichiarato Giampaolo Mussano, legale della donna - non è così sicuro come riportato dagli organi di informazione. Ci sono parecchie zone d'ombra da andare illuminare ed è questo il lavoro che faremo. La mia cliente è duramente provata dall'esperienza della prima notte di reclusione ma è serena. Se ammette le proprie responsabilità? Preferisco non rispondere".

Sempre secondo l'ordinanza del gip, a incastrare i tre è stato l'uso dei telefoni cellulari: sono risultati tutti presenti il giorno della scomparsa nella zona del campo sportivo di Villarbasse, dove poi era stata ritrovata l'auto di Marina Patriti.

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