Il ministro: «Esigenze minime per sette, risorse disponibili per cinque». Oggi l’emendamento
Giulio Tremonti (Eidon) |
Mentre i tecnici dell’Economia continuano a formulare ipotesi per raggranellare risorse, sul piatto ci sono 5 miliardi: la metà arriverebbe dall’asta delle frequenze tv, 1 miliardo dalla stretta sui giochi illegali, uno e mezzo dal fondone di Palazzo Chigi. Ne mancherebbero almeno due per finanziare le «esigenze minime» indicate da Tremonti: 1,5 miliardi agli ammortizzatori sociali in deroga (cui si aggiungerebbero i fondi delle Regioni ed i residui non spesi degli 8 miliardi stanziati per il 2009-2010), 1 miliardo all’Università, 800 milioni per le missioni di pace nei primi sei mesi 2011, altri 800 per la detassazione degli straordinari, un miliardo per allentare il Patto di stabilità di Comuni e Regioni, e poi il 5 per mille al volontariato, il bonus Irpef sulle ristrutturazioni ecologiche. E, ancora, gli altri interventi che vengono sollecitati dalla stessa maggioranza. «Bisognerà dare risposte anche sulla scuola, i beni culturali, alcuni aspetti delle politiche agricole e altre questioni che riguardano l ’ a mbiente » spiegava ieri Cicchitto al termine della riunione di maggioranza con il ministro dell’Economia. Richieste che non potranno essere sottovalutate. «Con i tagli alle tabelle della legge di Stabilità dovremmo chiudere alcuni parchi nazionali importanti. Per la metà dei parchi italiani sarebbe fine sicura» dice il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Dicendosi però «fiduciosa che il problema verrà risolto in Parlamento grazie all’ampio fronte trasversale che si è creato. Si tratta di correggere un errore, perché in Consiglio dei ministri mi era stato assicurato che di questo si trattava e sono molto rammaricata che non si sia provveduto».
Il Tesoro valuterà tutte le richieste e le osservazioni arrivate dai gruppi parlamentari e dovrebbe presentare oggi stesso alla Camera il maxiemendamento per ritoccare la legge di Stabilità. Se ci fosse accordo in Commissione bilancio su un testo condiviso, Tremonti ha già dato la disponibilità del governo a rinunciare al voto di fiducia nel successivo passaggio in Aula, previsto all’inizio della prossima settimana.
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