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26 nov 2010

Dietro Wikileaks ci sono gli hacker


ESCLUSIVO/ Le telefonate tra la Casa Bianca e le controparti straniere sono febbrili e il tema è sempre lo stesso: il timore del contenuto dei dossier che il famigerato sito web sta per pubblicare. Dati e analisi così imbarazzanti che le relazioni diplomatiche corrono serio pericolo e la vita di molteplici persone potrebbe addirittura essere messa a rischio Ma che cosa è Wikileaks? Un sito web che mette a disposizione una serie di strumenti per consentire a "gole profonde" in piena crisi di coscienza di eseguire l'upload di documenti scottanti che si vogliono rendere pubblici in modalità completamente anonima e protetta. Grazie al lavoro degli hacker R.P., uno degli hacker più famosi del mondo, spiega dettagliatamente ad Affaritaliani.it tutti i retroscena dello scandalo che sta facendo tremare Obama...

Venerdí 26.11.2010 15:23


barack obama

Il governo USA trema e l'imbarazzo è forte. Le ripercussioni di ciò che sta per avvenire potrebbero avere risonanza internazionale, le relazioni tra gli Stati Uniti e gli stati occidentali potrebbero subire parecchio stress. In queste ore le telefonate tra la Casa Bianca e le controparti straniere sono innumerevoli e febbrili ed il tema è sempre lo stesso: il timore del contenuto dei dossier che il famigerato sito web Wikileaks.org ha annunciato di pubblicare nel fine settimana. Centinaia di migliaia, alcuni anticipano milioni di comunicati che varie missioni diplomatiche statunitensi in territori stranieri hanno scambiato con il governo centrale contenenti dati ed analisi imbarazzanti sopratutto nei confronti di stati ritenuti amici.Così imbarazzanti che le relazioni diplomatiche con gli USA corrono serio pericolo e la vita di molteplici persone potrebbe addirittura essere messa a rischio.

E così la Casa Bianca ha deciso di giocare d'anticipo. Il Pentagono insieme ad altre agenzie USA ha messo insieme una task force di non meno di 100 persone il cui scopo è quello di effettuare una analisi preventiva delle ripercussioni che potrebbero derivare dalla divulgazione urbi et orbi dei contenuti di quei dossier, per consigliare la migliore strategia che la diplomazia USA deve seguire nei confronti delle controparti straniere, per calmierare l'incombente uragano. E l'uragano sta per arrivare, nulla può essere fatto per fermarlo perché la stessa costituzione americana garantisce la libertà di parola e la protezione dell'anonimato nel caso di rivelazioni giornalistiche, specialmente in tema di politica.

In queste ore quindi il tema delle telefonate tra i diplomatici USA e le controparti straniere è sempre lo stesso: avvisarli dell'immediato rilascio di tali documenti e del fatto che essi potrebbero contenere rivelazioni scottanti quali ad esempio forti critiche o considerazioni sconvenienti nei confronti di leader di paesi amici. La credibilità degli Stati Uniti potrebbe subire ripercussioni a livello mondiale e a minarla è la stessa credibilità che Wikileaks si è guadagnato negli anni. Gli Stati Uniti ne sanno ben qualcosa perchè la più famosa batosta tra le tante che hanno ricevuto da Wikileaks arrivò lo scorso luglio, quando attraverso Wikileaks vennero resi pubblici 92.000 documenti riguardanti il conflitto in Afghanistan il cui contenuto mostrò al mondo quanto distante dalla realtà fosse l'immagine della guerra che sino ad allora era stata diffusa dai report ufficiali USA. I dati pubblicati erano così scottanti che il fondatore di Wikileaks Julian Assange decise di rilasciarli insieme ad una singolare polizza-vita: un grosso file criptato, liberamente scaricabile anch'esso ma dal contenuto indecifrabile, la cui password verrebbe rilasciata al pubblico qualora egli dovesse subire antipatiche ripercussioni.

Ma che cosa è Wikileaks? Come può un sito web mettere così seriamente a rischio le relazioni diplomatiche internazionali? L'idea dietro Wikileaks è di una semplicità disarmante: la creazione di un sito web che mette a disposizione una serie di strumenti per consentire a "gole profonde" in piena crisi di coscienza di eseguire l'upload di documenti scottanti che si vogliono rendere pubblici in modalità completamente anonima e protetta. Grazie al lavoro degli hackers.

Infatti gli strumenti che il sito Wikileaks (nato nel 2007 da un'idea di Julian Assange e di una serire di attivisti e dissidenti internazionali) mette a disposizione sono figli del lavoro della comunità internazionale degli hackers. Essi si basano sulla tecnologia di trasmissione criptata denominata TOR(www.torproject.org), una sorta di catena di connessioni criptate stabilite tra computer consenzienti che si frappone tra il computer di chi vuole rilasciare un documento e quello di chi lo deve ricevere, così che chi lo ha ricevuto non abbia la possibilità di risalire alla fonte.

Ma la tecnologia TOR non è scevra da difetti e tali difetti sono stati paradossalmente gli artefici della fortuna di Wikileaks nei primi giorni della sua esistenza. Infatti se è vero che i server di Wikileaks sono l'ultimo anello della catena TOR e non sono in grado di risalire a chi ha spedito il documento, è altrettanto vero che dovendo Wikileaks ricevere tali documenti in chiaro, il penultimo anello della catena di trasmissione tra i computers interconnessi con il protocollo TOR deve poter essere in grado di trasmetterli a Wikileaks in modalità non criptata. Il che significa che il gestore del computer che riveste tale ruolo è sempre in grado di intercettare i contenuti in transito. E pare sia proprio ciò che è avvenuto al lancio di Wikileaks quando alcuni documenti relativi ad una inchesta del 2006 riguardante casi di spionaggio cinese furono intercettati in quel modo e successivamente rilasciati a Wikileaks.

D'altro canto, l'importanza di essere il penultimo nodo della catena TOR è tale per cui guardacaso, diversi nodi utilizzati nelle catene TOR sono proprio stati creati in Cina. E se non bastasse, qualora non fosse possibile essere il gestore del penultimo nodo è sempre possibile eseguire un dirottamento totale del traffico Internet, facendolo transitare presso i propri server per poter essere in grado di catturarne i contenuti. Proprio quello che è successo lo scorso aprile quando il 15% dell'intero traffico mondiale fu dirottato ed intercettato per 18 lunghi minuti dai cinesi (http://blogs.computerworld.com/17376/china_hijacking_hacking_hit_15_of_net_us_says?af). 
Roba da hackers insomma.

Ma quanto è importante la variabile hackers nell'equazione Wikileaks=libertà di espressione+Internet?

Se avessi dovuto rispondere a questa domanda nel 2007 avrei risposto: "probabilmente tanto". La risposta che invece darei oggi è: "sicuramente tanto". Quello che da allora ad oggi è cambiato è che oggi sono in grado di analizzare alcuni fatti che nel 2007 dovevano ancora accadere. Alcuni esempi:

-i rappresentanti di Wikileaks sono stati invitati come relatori diverse volte a varie conferenze hacker di risonanza internazionale, in primis al Defcon, la conferenza hacker per eccellenza.

-Jacob Applebaum, un hacker nonchè rappresentante di Wikileaks che era in viaggio verso il Defcon è stato fermato e detenuto dalle guardie di confine USA che hanno provato ad estorcergli notizie riguardanti il fondatore Julian Assange (http://news.softpedia.com/news/Hacker-Involved-in-Wikileaks-Project-Detained-by-U-S-Customs-Officials-150096.shtml). Una chicca che vi farà aprire gli occhi: Jacon Applebaum non solo è un hacker, ma è anche uno degli sviluppatori della tecnologia TOR. Capito?

-nel settembre 2008 nel pieno della campagna delle elezioni presidenziali USA, Wikileaks ha pubblicato dopo esserne entrato in possesso tramite le mani di un hacker il contenuto della casella email Yahoo! personale del candidato Sarah Paulin.

-Nel novembre 2009 altri hacker attivisti consegnarono nelle mani di Wikileaks il contenuto scottante delle comunicazioni email tra diversi scienziati coinvolti nella Climatic Research Unit dell'University of East Anglia. Il contenuto era scottante perchè dimostrava la volontà dei ricercatori di falsificare i dati a supporto delle teorie correnti sul riscaldamento globale.

Wikileaks contro il mondo quindi, contro quel tipo di mondo fatto di inganni e menzogne che il sito si prefigge di sconfiggere con la sua missione di diffusione di notizie e documenti su scala planetaria. Guarda guarda... è il sogno di ogni hacker. E in questi minuti i messaggi che Wikileaks diffonde attraverso la piattaforma Twitter (http://twitter.com/wikileaks) sono tali per cui i casi sono due: o tutto lo staff di Wikileaks è in preda ad un delirio sconosciuto, oppure il contenuto di ciò che hanno tra le mani e che si apprestano a diffondere è potente, molto potente. Così potente che, secondo quello che i gestori di Wikileaks hanno scritto su Twitter, potrebbe ridisegnare nei prossimi mesi un nuovo ordine mondiale. Riporto pedissequamente i loro ultimi comunicati:

- Una parola di verità prevale sul mondo intero
- Lo spionaggio necessita di contro-spionaggio
- Ora  è il momento giusto per scaricare una "assicurazione storica" (re-invitando tutti, con un link, a scaricare il famoso file di assicurazione sulla vita di Assange (https://thepiratebay.org/torrent/5723136/WikiLeaks_insurance ndr: non disponibile in Italia, poichè oscurato da una ordinanza governativa precedente relativa al bloccaggio del sito piratebay.org, ma comunque disponibile su altri siti di file-sharing)
- il Pentagono sta iperventilandosi dalla paura di essere ritenuto responsabile
- i mesi a venire vedranno un nuovo mondo, dove la storia globale verrà riscritta

Insomma, o quelli di Wikileaks sono tutti impazziti e sono posseduti da un delirio di onnipotenza oppure qualcuno oltreoceano ha davvero da preoccuparsi.

Ovviamente il sempre più grande database di Wikileaks non è alimentato solo ed esclusivamente da hackers. Infatti la stragrande maggioranza dei documenti pubblicati è stata apportata da anonimi in piena crisi di coscienza come dai piani iniziali di Wikileaks. Oppure mossi da interessi personali. E qui si apre un dibattito etico. Se Wikileaks è la più importante piattaforma per la rivelazione anonima di notizie scottanti è anche vero che maggiore è la sua fama e maggiore è il rischio che essa venga utilizzata per fini politici quali per esempio gettare discredito su personaggi o governi scomodi. La situazione è in effetti del tutto paradossale: se da un lato Wikileaks contribuisce alla diffusione della libera informazione è altrettanto vero che esso è diventato così importante che la rivelazione suo tramite di qualsiasi documento assume immediatamente rilevanza e proporzioni internazionali. Come dire, uno strumento che diventa complemento naturale dei giochi sporchi della politica. No, grazie.

Ed è proprio questa la considerazione che ho fatto quando sono venuto a conoscenza della proposta del Partito Pirata svedese di prendere Wikileaks sotto la sua protezione (http://articles.cnn.com/2010-08-18/world/sweden.wikileaks_1_wikileaks-wikileaks-whistle-blower-website?_s=PM:WORLD). 
Wikileaks è oramai diventata troppo potente. Al punto che qualsiasi tentativo di impedirgli la pubblicazione di un documento si dimostra controproducente poichè la risonanza internazionale indotta ne sortisce l'immediato effetto contrario.

E oggi, mentre il suo fondatore Julian Assange è latitante mentre tenta di difendersi da una inchiesta su un presunto stupro (e scommetto ci riuscirà) stranamente intentata dalla magistratura svedese nei suoi confronti pochi giorni dopo la pubblicazione su Wikileaks dei documenti sulla guerra in Afghanistan, i potenti del mondo si scervellano per trovare il modo di affossare quella piattaforma così scomoda. Oppure per poterne trarre il massimo vantaggio.

Facciamo una scommessa, io punto sui cinesi.  

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