Il leader della Cisl dice "basta al gioco del massacro" tra il Lingotto e la Fiom. E sollecita l'ad a definire meglio come intende gestire il piano da 20 miliardi annunciato per l'Italia. Camusso insiste: "Aprire una discussione vera". Marcegaglia: "Meglio azienda che sta sul mercato o quella del passato che prendeva sussidi?"
ROMA - "Basta con il gioco al massacro" tra Fiat e Fiom. Nel suo intervento all'assemblea nazionale dell'Udc a Milano, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni esorta l'amministratore delegato del Lingotto "a misurare di più le parole e ad andare al cuore delle questioni", tanto per cominciare definendo meglio come intende gestire il piano di investimenti da 20 miliardi annunciato per l'Italia.
Secondo Bonanni, è ora di smetterla "di infilare le banderillas come le corride in Spagna sul dorso della Fiom facendo solo il gioco degli estremisti della stessa Fiom e non di chi ha a cuore l'interesse dei lavoratori". "Abbiamo costruito un sistema contrattuale partecipativo - prosegue il leader della Cisl - facciamo tutto dentro il contratto nazionale basta con questo gioco al massacro. Se a Marchionne interessa fare investimenti in un clima di serenità, la Cisl è al fianco di questo disegno e siamo convinti che lo sia anche la Uil. Ma deve dare segnali di serenità, garanzie di trasparenza. A me non interessa la Plaza de Toros perché se c'è chi vuol fare casino lo faccia in altri luoghi". In quest'ottica Bonanni chiede di aprire "entro otto giorni una discussione seria" su Mirafiori "perché è da lì che si capisce qual è l'interesse vero di Fiat sul progetto di Fabbrica Italia".
Alla tavola rotonda dell'Udc partecipa anche il rpesidente di Confindustria Emma Marcegaglia,che ribadisce la sua posizione: "Preferiamo la Fiat cruda di Marchionne ma che sta sul mercato o la Fiat del passato che prendeva sussidi e andava a fare impianti decotti in giro per il mondo? Io non ho dubbi". "Non possiamo nemmeno assecondare logiche del passato: che sia passato il messaggio che a Pomigliano siano stati lesi i diritti dei lavoratori e invece si stava solo dicendo basta con gli assenteisti cronici - aggiunge il numero uno di viale dell'Astronomia - Bisogna guardare avanti, allo scenario internazionale di
Il punto di vista della Cgil viene riaffermato dal segretario generale Susanna Camusso che sottolinea come il maggiore sindacato italiano voglia capire cosa è in concreto Fabbrica Italia, "che cosa vuol dire in termini di modelli, produzione, cose da fare e dunque lavoro". "Vorremmo - dice - che la Fiat aprisse una discussione vera sul piano industriale, e in questo ha senso una discussione con noi. Questo invece è quello che continua a mancare per le scelte di Marchionne e perché non c'è una politica di governo che sia in grado di interloquire con le imprese rispetto ai temi della politica industriale". "La Fiat - afferma Camusso - sta perdendo quote di mercato, fa quasi più cassa integrazione di ore di lavoro e non si può far finta di non vedere che sta spostando la testa negli Stati Uniti".
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