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8 nov 2010

BLITZ A BRESCIA, SGOMBERATO IL PRESIDIO DEGLI IMMIGRATI:

Carabinieri e polizia pochi minuti dopo le 6 sono intervenuti per sgomberare il presidio esterno al cantiere dove da sabato 30 ottobre sei immigrati sono su una gru a 35 metri di altezza per chiedere la loro regolarizzazione. Una ventina di persone è stata portata in questura e in caserma dalle forze dell'ordine. I sei immigrati restano sulla gru. 

MANIFESTANTE: «POLIZIA VIOLENTA» «Questa mattina alle 6 poliziotti e carabinieri hanno fatto violenza sui nostri sostenitori, li hanno picchiati con i loro bastoni. Non vogliamo queste cose, siamo qui per i nostri diritti ma se proseguiranno con queste azioni non staremo a guardare». Ai microfoni della radio CNRmedia parla Arun, uno degli immigrati che si trova sulla gru a Brescia, dello sgombero del presidio avvenuto questa mattina. «Hanno picchiato anche le donne - prosegue Arun - e poi hanno portato via tutti, non siamo per la violenza, ma non abbiamo più la calma, abbiamo perso la pazienza, se vedremo i poliziotti avvicinarsi a noi o continuare a picchiare i nostri amici lanceremo verso di loro qualsiasi oggetto che troviamo qui nella gru dove siamo. A questo punto non abbiamo più niente da perdere».

IL CAPPIO AL COLLO Uno dei sei immigrati che manifestano sulla gru a Brescia a 35 metri d'altezza, dopo lo sgombero del presidio, si è messo un cappio al collo assicurando la cima al braccio della struttura. L'uomo è seduto sul braccio della gru con le gambe a penzoloni. I vigili del fuoco, intanto, hanno iniziato le operazioni di collocamento di una rete di protezione sotto la cabina della gru sulla quale si trovano i sei immigrati. Le operazioni di messa in sicurezza sono state interrotte dal lancio di bulloni da parte degli stessi manifestanti. Nel cantiere della metropolitana, in cui è in corso la protesta, è stata portata anche un' autoscala. 

OPERAI SULLA GRU Le forze dell'ordine hanno poi collocato i cellulari nei pressi del cantiere dove prima era il presidio. Alcuni dei manifestanti si sono portati sul braccio della gru in posizione pericolosa, seduti con le gambe a penzoloni nel vuoto e, temendo un'azione di forza anche nei loro confronti, hanno gridato: "Poliziotto sei responsabile. Non abbiamo paura, provate a farlo".

PORTATA VIA ANCHE UNA GIORNALISTA Tra le persone portate via della forze dell'ordine alcuni attivisti dell' associazione Diritti per tutti, tra cui anche una giornalista dell'emittente bresciana Radio Onda d'Urto. Alcuni striscioni che erano appesi al braccio della gru sono stati dati alle fiamme. A parte la tensione sulla gru, la situazione al momento è tranquilla e non ci sono segnali che le forze dell'ordine stiano per procedere nell'immediato allo sgombero degli immigrati. Ieri erano giunte sul posto due autogru dei vigili del fuoco che avevano alzato le scale raggiungendo l'altezza della cabina della gru.

RADICALI: «PREVALE IRRAGIONEVOLEZZA» «L'irragionevolezza ha prevalso: da stamattina a Brescia si è deciso di risolvere con la forza l'occupazione che dura da 9 giorni di una gru da parte di migranti frodati dalla cosiddetta sanatoria colf-badanti». È l'opinione dei parlamentari radicali Rita Bernardini e Marco Perduca. «È stato sgomberato il presidio sotto la gru con cariche e arresti. La situazione è estremamente tesa e noi Radicali che abbiamo seguito quest'iniziativa sin dall'inizio e abbiamo partecipato anche al corteo di sabato 6 novembre - spiegano in una nota i due parlamentari - avevamo detto che l'unica soluzione doveva essere il dialogo con questi migranti esasperati dall'insipienza della legge di regolarizzazione di una sola categoria di lavoratori e chiedevamo se, infine, il ministro Maroni non ritenesse fosse arrivato il momento di ridiscutere le diverse posizioni dei migranti di Brescia, per giungere a un accordo rispettoso dei diritti umani». «A questo punto lo chiediamo con sempre più urgenza, a maggior ragione avendo ascoltato durante la manifestazione di sabato gli slogan non violenti che la caratterizzavano - concludono Bernardini e Perduca - Non si può portare all'esasperazione persone che hanno scelto una forma non violenta di azione per i propri diritti e naturalmente pur comprendendo la disperazione dei migranti sulla gru li invitiamo a continuare a resistere in modo non violento senza compiere gesti irreparabili».

Ancora momenti di tensione in via San Faustino a Brescia nella zona dove continua la protesta degli immigrati in cima alla gru e dove stamattina all'alba è stato sgomberato il presidio dei manifestanti. Gli stessi manifestanti e le forze dell'ordine sono venuti a contatto più volte e ci sono state azioni di alleggerimento da parte della polizia che ha disperso gli attivisti. Tre le persone fermate per resistenza. Nel frattempo sulla gru i sei immigrati continuano a camminare avanti e indietro sul braccio della struttura sporgendosi e scandendo slogan tra cui: "Lotta dura senza paura".
Carabinieri e polizia pochi minuti dopo le 6 sono intervenuti per sgomberare il presidio esterno al cantiere dove da sabato 30 ottobre sei immigrati sono su una gru a 35 metri di altezza per chiedere la loro regolarizzazione. Una ventina di persone è stata portata in questura e in caserma dalle forze dell'ordine. I sei immigrati restano sulla gru. 

MANIFESTANTE: «POLIZIA VIOLENTA» «Questa mattina alle 6 poliziotti e carabinieri hanno fatto violenza sui nostri sostenitori, li hanno picchiati con i loro bastoni. Non vogliamo queste cose, siamo qui per i nostri diritti ma se proseguiranno con queste azioni non staremo a guardare». Ai microfoni della radio CNRmedia parla Arun, uno degli immigrati che si trova sulla gru a Brescia, dello sgombero del presidio avvenuto questa mattina. «Hanno picchiato anche le donne - prosegue Arun - e poi hanno portato via tutti, non siamo per la violenza, ma non abbiamo più la calma, abbiamo perso la pazienza, se vedremo i poliziotti avvicinarsi a noi o continuare a picchiare i nostri amici lanceremo verso di loro qualsiasi oggetto che troviamo qui nella gru dove siamo. A questo punto non abbiamo più niente da perdere».

IL CAPPIO AL COLLO Uno dei sei immigrati che manifestano sulla gru a Brescia a 35 metri d'altezza, dopo lo sgombero del presidio, si è messo un cappio al collo assicurando la cima al braccio della struttura. L'uomo è seduto sul braccio della gru con le gambe a penzoloni. I vigili del fuoco, intanto, hanno iniziato le operazioni di collocamento di una rete di protezione sotto la cabina della gru sulla quale si trovano i sei immigrati. Le operazioni di messa in sicurezza sono state interrotte dal lancio di bulloni da parte degli stessi manifestanti. Nel cantiere della metropolitana, in cui è in corso la protesta, è stata portata anche un' autoscala. 

OPERAI SULLA GRU Le forze dell'ordine hanno poi collocato i cellulari nei pressi del cantiere dove prima era il presidio. Alcuni dei manifestanti si sono portati sul braccio della gru in posizione pericolosa, seduti con le gambe a penzoloni nel vuoto e, temendo un'azione di forza anche nei loro confronti, hanno gridato: "Poliziotto sei responsabile. Non abbiamo paura, provate a farlo".

PORTATA VIA ANCHE UNA GIORNALISTA Tra le persone portate via della forze dell'ordine alcuni attivisti dell' associazione Diritti per tutti, tra cui anche una giornalista dell'emittente bresciana Radio Onda d'Urto. Alcuni striscioni che erano appesi al braccio della gru sono stati dati alle fiamme. A parte la tensione sulla gru, la situazione al momento è tranquilla e non ci sono segnali che le forze dell'ordine stiano per procedere nell'immediato allo sgombero degli immigrati. Ieri erano giunte sul posto due autogru dei vigili del fuoco che avevano alzato le scale raggiungendo l'altezza della cabina della gru.

RADICALI: «PREVALE IRRAGIONEVOLEZZA» «L'irragionevolezza ha prevalso: da stamattina a Brescia si è deciso di risolvere con la forza l'occupazione che dura da 9 giorni di una gru da parte di migranti frodati dalla cosiddetta sanatoria colf-badanti». È l'opinione dei parlamentari radicali Rita Bernardini e Marco Perduca. «È stato sgomberato il presidio sotto la gru con cariche e arresti. La situazione è estremamente tesa e noi Radicali che abbiamo seguito quest'iniziativa sin dall'inizio e abbiamo partecipato anche al corteo di sabato 6 novembre - spiegano in una nota i due parlamentari - avevamo detto che l'unica soluzione doveva essere il dialogo con questi migranti esasperati dall'insipienza della legge di regolarizzazione di una sola categoria di lavoratori e chiedevamo se, infine, il ministro Maroni non ritenesse fosse arrivato il momento di ridiscutere le diverse posizioni dei migranti di Brescia, per giungere a un accordo rispettoso dei diritti umani». «A questo punto lo chiediamo con sempre più urgenza, a maggior ragione avendo ascoltato durante la manifestazione di sabato gli slogan non violenti che la caratterizzavano - concludono Bernardini e Perduca - Non si può portare all'esasperazione persone che hanno scelto una forma non violenta di azione per i propri diritti e naturalmente pur comprendendo la disperazione dei migranti sulla gru li invitiamo a continuare a resistere in modo non violento senza compiere gesti irreparabili».

Ancora momenti di tensione in via San Faustino a Brescia nella zona dove continua la protesta degli immigrati in cima alla gru e dove stamattina all'alba è stato sgomberato il presidio dei manifestanti. Gli stessi manifestanti e le forze dell'ordine sono venuti a contatto più volte e ci sono state azioni di alleggerimento da parte della polizia che ha disperso gli attivisti. Tre le persone fermate per resistenza. Nel frattempo sulla gru i sei immigrati continuano a camminare avanti e indietro sul braccio della struttura sporgendosi e scandendo slogan tra cui: "Lotta dura senza paura".

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