Metti mi piace

26 ott 2010

Caso Unipol, Paolo Berlusconi indagato "Rivelò notizie coperte da segreto"


Secondo i pm di Milano trattò l'audio in cui Fassino diceva la frase "Abbiamo una banca". Ed è accusato di ricettazione ma anche di rivelazione di atti segretati in quanto editore del "Giornale" che poi pubblicò i verbali

MILANO - Paolo Berlusconi è indagato dalla Procura di Milano, assieme ad altre tre persone, per la vicenda del 'passaggio di mano' dell'intercettazione Fassino-Consorte ("abbiamo una banca") ai tempi delle indagini sul tentativo di scalata di Unipol a Bnl. La Procura ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio che riguarda, oltre che Paolo Berlusconi, anche l'ex titolare della Research Control System, Roberto Raffaelli, e l'imprenditore Fabrizio Favata 1, che passò l'intercettazione a Berlusconi.

Come si legge nell'avviso di conclusioni indagini firmato dal pm Maurizio Romanelli, il fratello del premier è indagato non solo per ricettazione e millantato credito ma anche per concorso in rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio. Perché fu Il Giornale, di cui era editore, a pubblicare il 31 dicembre 2005 la conversazione intercettata tra Fassino 2e Consorte nonostante fosse coperta ancora da segreto istruttorio. Durante gli accertamenti, lo scorso giugno la Procura milanese convocò, in qualità di persona informata dei fatti, anche Niccolò Ghedini, deputato Pdl e legale di Silvio Berlusconi, che per tutta risposta invitò il ministro della Giustizia 3a inviare gli ispettori. Il premier non è indagato. 

Secondo quanto si legge nell'avviso di conclusione, Roberto Raffaelli, l'imprenditore che era capo della Rcs, società che forniva alla Procura le attrezzature per le intercettazioni, avrebbe rivelato il contenuto della nota intercettazione ("Abbiamo una banca") ad altre due persone, ora indagate, tra cui l'imprenditore Fabrizio Favata.
Queste, a loro volta, avrebbero rivelato la conversazione a Paolo Berlusconi che, ricevuto il 'nastro' della telefonata su una "pen drive", secondo quanto si legge, lo avrebbe 'girato' "al quotidiano Il Giornale".

Secondo la ricostruzione del pm, la rivelazione del segreto, così determinatasi, sarebbe avvenuta in favore di "Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio in carica". Nell'avviso di conclusione delle indagini il premier risulta parte lesa per il tentativo di estorsione messo in atto dall'imprenditore Fabrizio Favata, che "mediante contatti telefonici e personali con l'avvocato Ghedini Niccolò" e con un collaboratore del suo studio, aveva minacciato "di denunciare all'Autorità Giudiziaria" o "di riferire a testate giornalistiche" la vicenda del 'passaggio di mano' del nastro,in cambio di denaro.

L'avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche a Eugenio Petessi, imprenditore legato a Raffaelli da "rapporti di conoscenza e di attività illegali (false fatture)". A tutti e quattro è stato contestato il reato di concorso in rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio. Favata è indagato inoltre per estorsione mentre nei confronti di Raffaelli e Petessi sono anche ipotizzate la frode fiscale e l'appropriazione indebita di circa un milione e 800 mila euro.

Questa cifra, secondo la ricostruzione del pm, è servita per creare "la disponibilità di fondi in nero utilizzati nel corso degli anni" dall'ex titolare della Research Control System per varie finalità: si cita, tra l'altro, la consegna, tramite Favata, di circa 500 mila euro a Paolo Berlusconi "quali compensi - si legge nell'atto -  asseritamente destinati a favorire attraverso canali istituzionali prospettive di espansione di Rcs sul mercato estero ottenendo così, tra l'altro, incontri con cariche istituzionali". Paolo Berlusconi, per questa vicenda, è indagato per ricettazione e millantato credito mentre Favata solo per ricettazione.


Nessun commento: