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6 ott 2010

Brevetti violati, Apple deve sborsare 625 milioni di dollari. La Mela non ci sta


I giudici danno ragione alla società texana Mirror Worlds: Cupertino deve pagare una cifra da capogiro



Steve Jobs, presidente e cofondatore della Apple
Steve Jobs, presidente e cofondatore della Apple
MILANO - Apple pesta i piedi alla piccola società Mirror Worlds, violando quattro brevetti il cui nome in codice è rispettivamente 6.006.227, 6.638.313, 6.725.427 e 6.768.999. Mirror Worlds la trascina in tribunale. Ottiene il diritto a un risarcimento di tre dei quattro brevetti per una cifra complessiva di 625 milioni di dollari. E ora Apple presenta ricorso, gridando al triple dipping (che significa essere puniti più volte per lo stesso reato). Ma la vicenda potrebbe creare un precedente importante e inquietante per molti colossi.

LA BATTAGLIA LEGALE - Mirror Worlds, piccola azienda texana, contro il gigante Apple: la battaglia legale è iniziata nel 2008 e secondo le ultime notizie Davide (Mirror Worlds) ha battuto Golia (Apple), reo di aver violato ben tre brevetti della società texana e condannato dal tribunale texano a pagare la cifra di 208,5 milioni di dollari a brevetto, ovvero 625 milioni di dollari complessivi. Le tecnologie del contendere riguarderebbe la modalità in cui i documenti vengono mostrati sullo schermo e sarebbero state utilizzate da Cupertino con le applicazioni Cover Flow, Time Machine e Spotlight.

LE REAZIONI DA CUPERTINO - L'azienda di Jobs ha reagito in modo molto deciso, ricorrendo in appello, chiedendo l'immediata sospensione della sentenza e definendo l'oneroso risarcimento «un triplo furto». Secondo Apple una prova dell'ingiustizia del calcolo è insita nel prezzo a cui i tre brevetti furono acquistati (5 milioni di dollari), ben lontano dalla cifra esorbitante chiesta da Mirror Worlds e dal suo fondatore, il professore di Yale David Gerlenter. Senza contare che, sempre secondo l'azienda di Cupertino, i tre brevetti farebbero sostanzialmente riferimento alla stessa tecnologia e dunque non giustificherebbe la moltiplicazione del risarcimento. Si tratterebbe insomma di quello che gli americani chiamano triple dipping. Il giudice federale ha invitato le due parti a raggiungere un accordo e a presentare tutti gli argomenti utili a una decisione finale. Alla luce delle obiezioni di Apple le possibilità che venga calcolata nuovamente la cifra, arrivando a una somma cumulativa, sono reali. Ma se così non fosse si tratterebbe del quarto indennizzo legale per entità in tutta la storia legale americana.

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