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23 ago 2010

Colf eredita palazzo e lo vende Gli inquilini: ora ci cacciano

L'IMMOBILE ERA DI PROPRIETÀ DI UN ANZIANO CHE LO HA INTESTATO ALLA BADANTE


Via Borsieri: incassati sei milioni da una società immobiliare. «Giardino secolare a rischio»

Il palazzo di via Borsieri (Fotogramma)
Il palazzo di via Borsieri (Fotogramma)
MILANO
- Voci di corridoio - anzi di ballatoio - invitano a guardare su e soprattutto giù, perché verrà aggiunto un piano, magari con attici e terrazzi, e verrà raso al suolo il secolare giardino, magari per farci un parcheggio interrato. Salvate almeno questo tesoro verde, i suoi oleandri, il roseto e l'ulivo, invocano gli inquilini del civico 26 di via Borsieri, in affitto da decenni. Loro si sentono già spacciati: la nuova proprietà, la società immobiliare Gaffurio VI, sta inviando lettere per ricordare che i contratti di locazione termineranno entro giugno, non per forza saranno rinnovati e che, dunque, si dovrà cambiare indirizzo.

Il giardino (Fotogramma)
Il giardino (Fotogramma)
Quanto all'ex proprietaria, la signora marocchina di quarant'anni
che nel 2009 aveva ereditato il palazzo dall'anziano di cui era colf/badante tuttofare, ha incassato tra i 5 e i 6 milioni di euro, ha saldato i debiti (pare di un milione) con le banche, e avrebbe subito reinvestito circa un milione e mezzo con l'acquisto di un appartamento in corso Buenos Aires. La festa è finita, o forse è cominciata, dipende dai punti di vista. Chi ha fatto l'affare? Poteva guadagnarci di più, la donna? Quanto frutterà, alla fine, tra qualche anno, l'operazione, per la società? La Gaffurio VI, che ha sede in corso Europa, è giovanissima: ha iniziato l'attività lo scorso primo maggio con capitale sociale di 10 mila euro (2.500 quelli versati); due i soci, sono Roberto Arturo Boscariol, 50 anni, e Nadia Maria Gemelli, 44 anni; l'amministratore è Saverio Blandini, di 48 anni.

Via Borsieri 26 è pura Isola, quartiere in spettacolare fase di speculazione. Nel senso che chi può acquista, fosse anche un buco di pochissimi metri, sapendo che tanto varrà oro e avrà solo da guadagnarci. I grattacieli degli archistar e dei milionari sono in costruzione, le nuove stazioni del metrò anche, tra i compratori di monolocali, bilocali e negozi ci sono personaggi dello spettacolo, come show-girl e conduttrici. Insomma, già trendy e appetito di suo, il quartiere lo diventerà ancora di più. O forse no. La vera, originale Isola, sostengono i nostalgici, era un'altra. In effetti anche il palazzo era un altro.

Ci abitano, o sarebbe meglio dire ci hanno fin qui abitato, pittori, muratori, un musicista, italiani, insegnanti, stranieri, giornalisti, sceneggiatori, un medico, benestanti e precari, un'attrice di teatro, single e famiglie, universitari e pensionati. Quell'anziano, che prima di morire a 82 anni lasciò tutto alla signora marocchina, si chiamava Celso Canova. Il suo immobile l'aveva inteso come una sorta di esperimento sociale, di mix d'umanità e vite, di luogo d'incontro, in un certo senso anche di giustizia. Capitava che se uno guadagnava parecchio aveva un affitto maggiore rispetto a un altro con un basso salario. A Canova, si sarà ormai capito, piaceva mescolare, combinare. Era lui a decidere chi dovesse andare in affitto e in quale appartamento.

La donna marocchina ha lavorato da lui per una decina di anni. Di parlare e raccontare, la donna finora non ha avuto voglia. All'Isola la si vede ancora. Si vede anche il fratello; certi maligni raccontano che stia dilapidando parte del tesoro con le scommesse, l'agenzia è a un passo, girato l'angolo, dopo un kebab e un ristorante gestiti da immigrati sempre al lavoro e sempre aperti, pure di Ferragosto.

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