L'IMMOBILE ERA DI PROPRIETÀ DI UN ANZIANO CHE LO HA INTESTATO ALLA BADANTE
Via Borsieri: incassati sei milioni da una società immobiliare. «Giardino secolare a rischio»
Il palazzo di via Borsieri (Fotogramma) |
Il giardino (Fotogramma) |
Via Borsieri 26 è pura Isola, quartiere in spettacolare fase di speculazione. Nel senso che chi può acquista, fosse anche un buco di pochissimi metri, sapendo che tanto varrà oro e avrà solo da guadagnarci. I grattacieli degli archistar e dei milionari sono in costruzione, le nuove stazioni del metrò anche, tra i compratori di monolocali, bilocali e negozi ci sono personaggi dello spettacolo, come show-girl e conduttrici. Insomma, già trendy e appetito di suo, il quartiere lo diventerà ancora di più. O forse no. La vera, originale Isola, sostengono i nostalgici, era un'altra. In effetti anche il palazzo era un altro.
Ci abitano, o sarebbe meglio dire ci hanno fin qui abitato, pittori, muratori, un musicista, italiani, insegnanti, stranieri, giornalisti, sceneggiatori, un medico, benestanti e precari, un'attrice di teatro, single e famiglie, universitari e pensionati. Quell'anziano, che prima di morire a 82 anni lasciò tutto alla signora marocchina, si chiamava Celso Canova. Il suo immobile l'aveva inteso come una sorta di esperimento sociale, di mix d'umanità e vite, di luogo d'incontro, in un certo senso anche di giustizia. Capitava che se uno guadagnava parecchio aveva un affitto maggiore rispetto a un altro con un basso salario. A Canova, si sarà ormai capito, piaceva mescolare, combinare. Era lui a decidere chi dovesse andare in affitto e in quale appartamento.
La donna marocchina ha lavorato da lui per una decina di anni. Di parlare e raccontare, la donna finora non ha avuto voglia. All'Isola la si vede ancora. Si vede anche il fratello; certi maligni raccontano che stia dilapidando parte del tesoro con le scommesse, l'agenzia è a un passo, girato l'angolo, dopo un kebab e un ristorante gestiti da immigrati sempre al lavoro e sempre aperti, pure di Ferragosto.
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