La Camera approva la legge, che passa ora al Senato. Il presidente Usa: «Vittoria per chi ha perso soldi e lavoro»
Barack Obama (Ap) |
LE TRATTATIVE - Il Senato americano non voterà fin dopo la pausa per il giorno dell'Indipendenza (il che significa non prima del 12 luglio), ma la riforma della finanza è più vicina alla storica approvazione. Alla Camera non c'erano problemi di numeri (i democratici hanno ottenuto 14 voti in più rispetto a dicembre, quando il testo passò con 223 sì e 202 no), ma lo stesso non si può dire per il Senato dove la scomparsa del democratico Robert Byrd e i ripensamenti dei repubblicani che avevano votato con la maggioranza a maggio hanno rimesso in discussione un successo che era ormai dato per scontato. Così Obama, a un passo dalla seconda grande vittoria in pochi mesi dopo il passaggio della legge sulla sanità, ha dovuto rinunciare a ratificare la legge prima del 4 luglio, mentre i democratici si sono rimessi al lavoro per far quadrare i conti: i repubblicani Susan Collins, Olympia Snowe e Scott Brown avevano votato con la maggioranza a maggio, ma non hanno gradito la nuova tassa da 17,9 miliardi di dollari a carico dei grandi istituti finanziari per coprire i costi della riforma. La prospettiva che i colleghi potessero voltare loro le spalle ha convinto i democratici a fare sparire la tassa dalla legge con un negoziato lampo dell'ultimo minuto. Risultato: Collins è apparsa «incline a votare per la legge», Snowe ha detto che il suo sì era «possibile», Brown si è riservato di rivedere il monumentale testo durante il ponte del 4 luglio.
LE MISURE - Ma cosa prevede la riforma della finanza? Il testo limita la possibilità delle banche di scommettere su attività rischiose con i propri fondi e di effettuare trading sui derivati, rivede il mercato del credito e delle carte di credito, istituisce una nuova agenzia per la tutela dei consumatori in seno alla Federal Reserve, dà al Governo nuovi poteri per ridimensionare o chiudere società a rischio di fallimento, dà a un comitato apposito il compito di monitorare i problemi del sistema finanziario e fissa nuove regole per le grandi banche, limitando il rischio e incrementando i costi.
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