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22 giu 2010

Inchiesta G 8: rogatoria su Propaganda Fide. Tre anni di Sepe al vaglio dei pm

Oltre 5 milioni di finanziamenti erogati per il restauro della palazzina della Congregazione a piazza di Spagna. Ma, hanno accertato gli inquirenti, solo 180mila euro sono stati spesi davvero. Come? Semplice: facendo alzare i ponteggi attorno alla costruzione, proprio per dare un segno evidente di lavori invece mai fatti. Le impalcature sono state lì, nel cuore di una delle piazze più belle del mondo, a fare mostra di sé per circa 50 giorni. E poi sono state levate. I sospetti degli inquirenti sull'ipotesi di reato di corruzione per il cardinale Crescenzio Sepe, insomma, si rafforzano.
Così come non convince proprio i pm di Perugia, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, la posizione dell'ex ministro Pietro Lunardi, indagato anche lui per corruzione, che ha comprato da Propaganda Fide – guidata allora da Sepe, oggi arcivescovo di Napoli – un complesso immobiliare in via dei Prefetti per 3,4 milioni di euro, somma considerata dagli investigatori molto al di sotto del valore di mercato. Di certo c'è, per ora, che la procura di Perugia vuole presentare una rogatoria in Vaticano per passare al setaccio tutte le attività di Propaganda Fide degli ultimi due anni a guida del cardinale. I 5 milioni di somme erogate, peraltro, provengono da Arcus (arte, cultura e spettacolo), società per azioni istituita dalla legge Finanziaria 2003 con l'obiettivo di finanziare progetti culturali con il 3% (poi salito al 5%) degli investimenti per le Grandi Opere. Ieri il direttore generale di Arcus, Ettore Pietrabissa, ha assicurato che sui finanziamenti al palazzo di piazza di Spagna è «tutto regolare e rendicontato» così come l'importo stanziato dalla spa «copre solo una parte del costo dei lavori, che sono cominciati nel 2003 e costati circa 15 milioni di euro, 10 pagati dalla Congregazione, 5 dallo stato italiano attraverso Arcus». Quanto all'impresa che ha fatto i lavori nel palazzo di piazza di Spagna «è la Italiana costruzioni spa, che non c'entra nulla con Anemone» dice. I lavori sono cominciati nel 2003. «Arcus è intervenuta nel 2005, da allora abbiamo tutte le fatture e tutti i "sal", che sta per "stato avanzamento lavori"». I primi 2,5 milioni, ricorda, sono stati erogati entro il 2007, per i secondi mancano solo gli ultimi 500mila euro. Sepe, ieri, in una conferenza stampa si è difeso: «Ho fatto tutto nella massima trasparenza, ho sempre agito avendo come unico obiettivo il bene della Chiesa». E poi precisa: «Ho avuto i bilanci puntualmente approvati dalla Prefettura per gli affari economici e dalla Segreteria di Stato» della Santa Sede. Secondo il suo legale, Bruno Von Arx, l'ipotesi di corruzione lascia «molto perplessi» e il costo del palazzo di via dei Prefetti, aggiunge, era così basso perché in condizioni «fatiscenti». Sepe ha poi confermato che fu il manager Francesco Silvano a chiedergli la disponibililtà di un appartamento – fu poi quello in via Giulia – per il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che aveva fornito una versione analoga ai pm. Intanto toccherà al tribunale dei ministri vagliare la posizione di Pietro Lunardi anche se il suo legale, Gaetano Pecorella, non ha escluso che l'ex titolare delle Infrastrutture possa comunque presentarsi a Perugia spontaneamente.

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