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22 giu 2010

Caso Bettencourt, trema il governo

La moglie di un ministro di Sarkozy coinvolta nella maxi frode

Liliane Bettencourt (Afp)
Liliane Bettencourt (Afp)
PARIGI — Se fosse ancora vivo Balzac! Quanto materiale per raccontare l'intrigo dell'alta società attorno alle fortune dell'ereditiera più famosa del mondo, Liliane Bettencourt, 87 anni, figlia del fondatore di L'Oréal. Intrigo familiare, che vede la figlia contro la madre, naturalmente per questioni d'interesse, ma da qualche giorno intrigo politico, complice la registrazione pirata che chiama in causa il ministro Erich Woerth e sfiora persino l'Eliseo. In questo scenario, come nel più classico dei gialli, poteva mancare un maggiordomo infedele? È lui che, dal maggio dello scorso anno, registra e, con un informatico, trasferisce su Cd-rom, le conversazioni fra la Bettencourt e il consulente fiscale, Patrick de Maistre, sul modo migliore di proteggere il patrimonio dalle tasse. Le registrazioni, al vaglio della giustizia dopo il fermo dei due autori, riguarderebbero—secondo il sito Mediapart che le ha divulgate — conti segreti in Svizzera per diverse decine di milioni di euro e la proprietà non dichiarata di un'isola alle Seychelles, pare acquistata dalla famiglia dello scià di Persia.

Il consulto sarebbe avvenuto per fronteggiare due urgenze. La prima è l'imminenza del processo intentato dalla figlia della Bettencourt, Françoise, contro il fotografo François- Marie Banier, accusato di aver approfittato della debolezza dell'anziana madre, sottraendole un miliardo di euro. La seconda è l'entrata in vigore dell' accordo fra la Francia e la Svizzera che dovrebbe permettere di alzare il velo sul segreto bancario in caso di frode presunta. Ed è su questo fronte che le registrazioni chiamano in causa il ministro del Lavoro Woerth e sua moglie Florence, dipendente di una società di gestione fondi e incaricata di seguire gli investimenti della terza donna più ricca del mondo.

Secondo Mediapart il consulente della Bettencourt suggerirebbe soluzioni per sfuggire al fisco, anche con contributi (7500 euro, legalmente consentito) alla campagna elettorale del partito di governo Ump, citando i ministri Woerth e Pécresse e i l presidente Sarkozy. Si parla anche di una donazione di dieci milioni per un auditorium, progetto sostenuto dal ministro Woerth. Alcuni passaggi lasciano immaginare protezioni o millantato credito. Dice il consulente: «È stato un errore l'incarico (alla Woerth), l'ho fatto per fargli un favore, ma è donna intelligente e questo può creare problemi. Bisogna che vada a trovare suo marito e che gli spieghi che in vista del processo non potremo più impiegare sua moglie». E ancora: «Ho visto un consigliere di Sarkozy, mi ha assicurato che il presidente segue da vicino il caso ». «Sono stato chiamato all'Eliseo, non so che cosa mi vogliono dire…».

Mediapart ha pubblicato le conversazioni sostenendo che, «anche se registrate in modo illegale », concernono «notizie d'interesse generale e questioni democratiche vitali». La vicenda dimostra che nessuna legge restrittiva in materia sarebbe efficace di fronte a un maggiordomo senza scrupoli e che nessuno può mettere a tacere un sito. Ma la vicenda dimostra anche che nessuno può sentirsi davvero al riparo da indiscrezioni, rivelazioni o ricatti quando una conversazione privata viene registrata in modo fraudolento e resa pubblica. Le rivelazioni hanno messo a rumore il mondo politico. La campagna per le presidenziali è lontana, ma si prepara a colpi di scandali. L'opposizione reclama le dimissioni di Woerth (uno dei più fedeli collaboratori di Sarkozy) e s'interroga sui rapporti fra finanza e potere politico. Il deputato socialista Arnaud Montebourg ha detto: «Abbiamo un ministro che è anche tesoriere dell'Ump, con una moglie che si occupa dell' evasione fiscale della signora Bettencourt, la quale si sdebita con finanziamenti al partito».

Sintesi cruda, che ha provocato le dimissioni della signora Woerth, ma anche una denuncia per diffamazione contro Montebourg e una stizzita replica del ministro, il quale ha precisato che sua moglie è solo una dipendente della società di consulenza. Anche l'Ump fa quadrato, parlando di sospetti indegni nei confronti di una personalità politica di specchiata onestà, in prima linea contro l'evasione fiscale. A margine dell'intrigo, c'è anche la rissa fra avvocati. Quello della Bettencourt, Georges Kiejman, accusa il legale della figlia, Olivier Metzer, di essere «istigatore e complice» delle rivelazioni. E Metzer ha replicato con una denuncia per diffamazione. La stessa Bettencourt accusa la figlia del complotto: «È triste, ma è lei che ha dato i nastri alla polizia. Quanto ai soldi ai politici, abbiamo sostenuto le campagne elettorali di persone vicine. Non dirò né quanto, né a chi, ma tutto è stato fatto secondo le regole». Poi vatti a fidare del maggiordomo.

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