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6 apr 2010

Riforme: confronto tra Berlusconi e Bossi


- Subito la riforma delle intercettazioni, poi, a tappe forzate, la revisione del titolo IV della Costituzione e la modifica degli articoli dal 103 al 113 della Carta e finalmente l’approdo, per dirla con le parole del presidente del Consiglio, "all’assoluta parità tra l’avvocato della difesa e quello dell’accusa". Insomma, una riforma della giustizia a tutto tondo, quella che la maggioranza sta studiando da oltre un anno e che adesso, dopo le regionali e la pausa pasquale, si appresta a realizzare. E proprio il "dossier riforme" sarà all'ordine del giorno dell'incontro di oggi tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il laeder del carroccio, Umberto Bossi.

Stretta sulle intercettazioni Punto primo del piano è la riforma dell’utilizzo delle intercettazioni. Il testo, dopo l’approvazione a Montecitorio l’11 giugno del 2009, è rimasto fermo in commissione Giustizia al Senato fino all’inizio della campagna elettorale, quando, dopo numerose audizioni e una pioggia di emendamenti da parte dell’opposizione, il presidente Filippo Berselli ha promesso un esame rapido e l’approdo in Aula ad aprile. Berlusconi, coinvolto nell’inchiesta di Trani, in campagna elettorale è tornato a spolverare il tema, sottolineando in ogni comizio che "è uno scandalo che le telefonate private dei cittadini vengano sbattute in prima pagina". Dopo la vittoria del centrodestra alle urne, tutto è pronto, secondo i consiglieri giuridici del premier, per l’auspicato giro di vite sulla pubblicazione dei brogliacci di intercettazione e sulla limitazione del ricorso a questo strumento d’indagine. Mano tesa, però, verso l’opposizione sul merito della riforma: il Guardasigilli Angelino Alfano, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha infatti aperto all’ipotesi di modificare il testo, cancellando l’aggettivo "evidenti" dal comma che consente l’uso delle intercettazioni soltanto a fronte di "evidenti indizi di colpevolezza". Insomma, disponibilità a ridurre le limitazioni in cambio della velocità nell’esame del provvedimento, che il Guardasigilli e il premier vogliono "legge dello stato entro giugno".

La riforma del processo penale Il ministro della Giustizia ha infatti già presentato anche un altro disegno di riforma, dedicato al processo penale, che dovrebbe essere rispolverato e portato a rapida approvazione. E' qui che si annida uno dei punti di maggior contrasto tra maggioranza e magistratura, visto che il progetto di Alfano prevede lo scioglimento del rapporto preferenziale tra pm e polizia giudiziaria e che quindi, per i magistrati, porterebbe all’impossibilità, per il magistrato, di avviare in proprio l’azione penale. A chiudere il cerchio delle riforme in materia di giustizia, infine, in cdm dovrebbe approdare dopo Pasqua il primo testo di una riforma completa della magistratura, con la separazione delle carriere e la modifica del Csm. La materia è complessa e le "bozze", in questi mesi, si sono accumulate le une sulle altre.

La divisione delle carriere L’obiettivo finale è quello di rivedere integralmente l’intera normativa costituzionale che stabilisce i poteri, le prerogative e l’assetto della magistratura, con doppia lettura a Camera e Senato ed eventuale referendum confermativo se la riforma non avrà la maggioranza dei due terzi del Parlamento. In buona sostanza, i cardini della riforma saranno la separazione delle carriere e il conseguente splittamento del Csm in due organismi, con in più, come anche ipotizzato dal responsabile riforme del Pd, Luciano Violante, la creazione di un organismo disciplinare a se stante per gestire gli illeciti compiuti dalle toghe, eletto in parti uguali dai magistrati, dal presidente della Repubblica e dal Parlamento.


continua

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