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1 apr 2010

Nuove facce al Tg1, le polemiche

Via i volti storici al Tg1, è polemica
Busi contro Minzolini: una rappresaglia

Stasera su Rai 2 torna Santoro con Annozero

ROMA (1 aprile) - Rai senza pace: dopo lo sgonfiarsi del caso Santoro, che stasera torna con Annozero su Rai 2, è polemica per l'esplosione di un nuovo caso al Tg1.

Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario, conduttori storici del telegiornale della rete ammiraglia, non saranno più i "volti" del Tg1 e saranno sostituiti da Francesco Giorgino, Laura Chimenti e Francesca Grimaldi. Una notizia, diffusasi ieri dopo giorni di indiscrezioni, che ha subito richiamato la parola "epurazione" e gettato il sospetto che sulla decisione del direttore Augusto Minzolini pesi la mancata solidarietà dei tre giornalisti in occasione della vicenda Mills.

Minzolini però si difende: per lui è solo un ricambio generazionale e sottolinea che - durante la sua direzione - sono stati assunti 18 precari e che nessuna lettera lo ha influenzato: «Sono liturgie che non mi appartengono. Queste decisioni erano state prese precedentemente». Ma Pd e Idv si scagliano contro la decisioned el direttore: «epurazioni bulgare». «È chiaro a tutti ormai che Minzolini è un dipendente di Berlusconi e non della Rai. È emergenza democratica al Tg1 e in tutto il servizio pubblico».

«Credo si tratti di una rappresaglia», ha commentato in una intervista a Repubblica Maria Luisa Busi, volto di punta del Tg1. Per la conduttrice «non è casuale» il fatto che dalla conduzione siano stati cancellati i volti di coloro che non hanno firmato la lettera a favore del direttore sul caso Mills. La decisione di Minzolini, aggiunge, «ha colpito volti storici e professionisti liberi di questo giornale». Tra questi Busi cita Massimo De Strobel, caporedattore centrale, «anche lui non firmatario di quella lettera, guarda caso. Anche lui rimosso senza un'alternativa professionale credibile». La giornalista parla di un clima «insostenibile» in redazione. «In 21 anni ho visto altri direttori riconducibili all'area culturale del centrodestra - spiega - ma nessuno aveva mai osato tanto» e gli spettatori «sono sempre meno».

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