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26 mar 2010

Raiperunanotte, successo e polemiche

Santoro: «Non siamo al fascismo
ma certe assonanze preoccupano»

Applausi a Travaglio che ha ricostruito i passaggi della vicenda delle intercettazioni della procura di Trani

Il pubblico al Paladozza di Bologna per la serata evento di Michele Santoro
BOLOGNA
- Un filmato montato con un parallelo tra un comizio di Mussolini e l'intervento di Berlusconi alla manifestazione del Pdl di Piazza San Giovanni e le loro domande «retoriche» rivolte al popolo. Così al Paladozza di Bologna è iniziata «Raiperunanotte», la trasmissione nata dall’iniziativa ideata da Michele Santoro contro la decisione della Rai di sospendere tutti i talk show politici per rispettare la par condicio. Niente Rai, niente "Annozero", ma "Raiperunanotte". Un evento reale e visibile, al Paladozza di Bologna e sui maxischermi nella piazza fuori, per miglia di persone che hanno voluto partecipare direttamente all'insolito talk show. Un evento mediatico trasmesso da altre tv, in particolare da Sky Tg 24, ma anche da emittanti locali. E che ha soprattutto giocato la carta del web. Dirette sono state effettuate dal sito "Raiperunanotte", creato per l'occasione, dai siti di Corriere, Repubblica, Stampa, da YouDem e altri ancora.

Michele Santoro (Ansa)
NAPOLITANO
- Prende poi la parola Santoro che, dal palasport emiliano, si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Noi non siamo al fascismo - dice il giornalista - ma certe assonanze sono comunque preoccupanti... Noi siamo qui per il nostro lavoro di giornalisti. «Noi non solo abbiamo il diritto di parlare ma anche il diritto di farci sentire, e il dovere di parlare e farci sentire. Noi dobbiamo essere ascoltati e per questo stasera noi accendiamo le nostre luci perché ricominci Annozero». Santoro ha ricordato poi il caso delle intercettazioni di Trani: «Vorrei ricordarle signor presidente - ha aggiunto - che per una telefonata Nixon dovette dimettersi: aveva ordinato di spiare i suoi avversari del partito democratico e una commissione del Senato, quando scoprì che le telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità: interferenza politica sulla libertà di espressione». E ha ricordato che il 25 marzo di 40 anni fa «la radio libera di Danilo Dolci fu chiusa per un intervento della polizia era la prima radio libera italiana. Aveva violato al legge perché aveva violato il monopolio». «Io - ha aggiunto, rivolgendosi sempre a Napolitano - non voglio tirarla per la giacchetta, non voglio nè che firmi nè che non firmi, ma voglio ribadire che se i partiti non si allontano dalla Rai, sarà sempre prigioniera del conflitto d'interesse. Noi abbiamo il diritto, ma anche il dovere di parlare e di farci sentire, noi dobbiamo essere ascoltati. Per questo - ha concluso - noi accendiamo le nostre luci perchè ricominci Annozero». Alla fine del discorso Nicola Piovani ha eseguito in diretta la sigla di Annozero.

CORNACCHIONE - Poi irrompe un esilarante Antonio Cornacchione: «Con questa iniziativa - dice Cornacchione - si può dimostrare che in Italia non c’è la censura e quindi anche questa manifestazione andrà a favore di Berlusconi. Sento un afflato di amore che arriva dagli spalti. Quanto amore arriva da voi amici! Siamo 2, 3, 4... 6 milioni. Le cifre me le ha date Verdini". Nel suo intervento di dieci minuti circa, il comico spiega che la "censura ha colpito due paladini della libertà, due giornalisti che non guardano in faccia a nessuno: Feltri e Minzolini». «Silvio - continua - non ha mai censurato nessuno, ci tiene a rimanere incensurato».

TRAVAGLIO
- Come fa di solito durante le puntate di Annozero, Marco Travaglio a «Raiperunanotte» ha ricostruito i passaggi della vicenda delle intercettazioni della procura di Trani sul caso Rai e Agcom, che avevano al centro proprio «Annozero», definendolo uno «scandalo peggiore del Watergate», che sarebbe stato eccessivamente minimizzato. Il suo intervento è stato accolto da un applauso scrosciante, è stato forse il più applaudito fra tutti i protagonisti dell'iniziativa. «Masi - ha detto Travaglio - ha sollecitato esposti contro la propria azienda. È come se Moratti prima del derby chiamasse l'arbitro per chiedergli di inventarsi un fallo per espellere il proprio centravanti, magari su richiesta del presidente del Milan. Berlusconi dice che si è sempre espresso anche pubblicamente contro Annozero: ma è come se uno dicesse per tutta la vita che vuole ammazzare la moglie, poi assolda un killer e al processo si scusasse dicendo... "va beh, ma io l'ho sempre detto..."».
Successivamente il giornalista è intervenuto anche sul pasticcio delle liste del Pdl a Roma, ironizzando sul decreto interpretativo del governo.

FLORIS -LERNER - Poi è intervenuto il conduttore di «Ballarò», Giovanni Floris che si è detto «non d'accordo sul parallelo con il fascismo ma non è questo il punto - ha aggiunto -. Io penso che il bello di questo periodo sia che a una ingiustizia come la chiusura delle trasmissioni sia seguito un periodo in cui le persone hanno reagito. Questo ha portato a più aria. Dopo tutta l'aria che è stata sottratta in questo Paese, penso che sia il momento di ricominciare a respirare». Le intercettazioni saranno valutate dalla magistratura, ma da quelle telefonate emerge che c'è un politico che vede una cosa che non gli piace e ne chiede la chiusura. L'idea che quello che non ti soddisfa possa essere chiuso è un'idea asfittica». A seguire Gad Lerner: «Di fronte all'evidenza della Rai trattata come una tv privata di proprietà privata dei partiti, perché questo è stato il meccanismo che ha bloccato le tramissioni, forse bisogna che anche noi ripensiamo il modo di stare in tv dei politici. Questa compagnia di giro bisogna che cambi, gli ospiti sembrano sempre gli stessi di qualsiasi cosa si parli. Sembrano essere competenti di tutto».

RECORD WEB - Poi Santoro segnala che la diretta di «Rai per una notte» è il più grande evento in diretta del web italiano con 100.000 contatti unici in contemporanea. Poi diventati 120.000. Santoro successivamente ha mostrato Piazza Azzarita e ha parlato di Roma, Milano, Torino, commentando: «Dall'Italia è venuta una risposta straordinaria».

Daniele Luttazzi (Ansa)

LUTTAZZI - Successivamente è cominciato lo show di Daniele Luttazzi, tutto concentrato su Silvio Berlusconi. Ma anche sul direttore del Tg1 Minzolini e il direttore generale della Rai Masi accusati insieme al premier nel monologo del comico di «fare un uso criminoso della tv». «Erano otto anni che aspettavo di dirlo...» ha detto Luttazzi facendo riferimento all'«editto bulgaro» del 2002, che sancì il suo allontanamento dalla Rai insieme a Enzo Biagi e Michele Santoro. Aprendo il suo intervento, pieno di battute al vetriolo sul premier Luttazzi spiega: «Berlusconi ogni tanto ha dei rimorsi, poi pensa a quanto è ricco e tutto passa...»). Luttazzi ha fatto un monologo di una ventina di minuti, forte, esplicito, pieno di allusioni sessuali, ma soprattutto molto critico contro il governo ed in particolare contro «Silvio Lolito Berlusconi» come lo ha definito, «lui è un fuoriclasse, la costituzione gli va stretta, sarebbe come far giocare Tiger Woods a golf in uno sgabuzzino». Quindi, Luttazzi ha dettagliatamente spiegato la sua teoria sui motivi per cui Berlusconi avrebbe il 60% del consenso, con una metafora sul sesso anale. Nel suo monologo non ha risparmiato battute nei confronti dell'ex vicepresidente della Regione Puglia Frisullo e del direttore del Tg1 Minzolini. «C'è una differenza - ha detto Luttazzi - fra una prostituta e certi giornalisti: ci sono certe cose che una prostituta non fa». Dagli spalti applausi scroscianti, anche quando Luttazzi ha criticato l'eccessiva timidezza dell'opposizione. Alla fine Luttazzi conclude contro il partito dell'amore berlusconiano, ricordando con Quintiliano che «Odiare i mascalzoni è cosa nobile».

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA ANNOZERO - Arriva anche il momento più strettamente giornalistico con una ricostruzione delle intercettazioni telefoniche sul caso Santoro, con le telefonate del premier al mebro dell'Agcom Innocenzi e di quelle tra quest'ultimo e Masi.

Una immagine della piazza (Ansa)
BENIGNI
- Poi è il momento dello show di Roberto Benigni che invita tutti ad andare in «Zimbabwe il paese della libertà dove però non ci sono i masai, ma i Masi». «Siamo il paese della libertà - scherza Benigni - dove si può chiudere una trasmissione e si può fare una manifestazione contro i magistrati». Benigni poi sciorina battute sui radicali «che si sdraiano dappertutto», e sulle cifre fornite da Denis Verdini sulla manifestazione di sabato del Pdl, infine saluta Enzo Biagi («Peccato che non possa partecipare a questa iniziativa»). «Sant'Agostino diceva che anche quando se ne fa un cattivo uso, come Santoro, la libertà è un bene - conclude l'attore -. Si riferiva proprio a Santoro...».

INTERVISTA A FEDE- La trasmissione si conclude con un'intervista al direttore del Tg4 Emilio Fede, che minimizza la porta delle intercettazioni e sottolinea: «Hanno forse chiuso Annozero?». Fede poi chiede «maggiore rispetto per il capo del governo». E conclude: «Berlusconi non ha mai chiesto la chiusura di Annozero».

CROZZA E VAURO - C'è spazio per un ultimo sipario comico con Crozza che imita il ministro Brunetta e per le tradizionali vignette di Vauro.

LA DENUNCIA DELLA FNSI - Poco prima che si accendessero le telecamere di «Raiperunanotte» il presidente dell'Fnsi Roberto Natale intervenendo al microfono svela: «Abbiamo notizie di telefonate al gruppo di lavoro di Santoro da parte di dirigenti Rai che vogliono sapere cosa stanno facendo i collaboratori ricordando l'obbligo di esclusiva». «Ricordi bene la Rai, la vergognosa Rai di questi giorni che questa è un'iniziativa sindacale - prosegue Natale - e non si azzardino a pensare a provvedimenti, pensino piuttosto alle scandalose telefonate del direttore generale». Il riferimento è alle intercettazioni relative all'inchiesta sul caso Rai- Agcom.

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