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25 mar 2010

Pedofilia, nuovo scandalo per il Vaticano


ROMA (Reuters) - Malgrado le ripetute denunce di arcivescovi americani, un sacerdote - morto 12 anni fa - che abusò di 200 bambini sordi è rimasto impunito per decisione delle autorità vaticane, tra le quali il cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI.

Lo scrive il quotidiano statunitense New York Times, con un articolo corredato sul proprio sito web da un servizio multimediale, svelando documenti della Chiesa appena resi pubblici nell'ambito di una causa legale.

Il Vaticano ha replicato all'accusa con una dichiarazione ripresa oggi nel bollettino quotidiano di padre Federico Lombardi, secondo cui le leggi ecclesiastiche non impediscono di denunciare tali abusi alle autorità giudiziarie e che nel caso, che ha riguardato padre Lawrence Murphy dell'arcidiocesi di Milwaukee, la Congregazione per la Dottrina della Fede fu informata solo vent'anni dopo dell'inchiesta svolta a metà degli anni Settanta dalle autorità civili, che finì con l'archiviazione.

Secondo quanto riportato dal quotidiano, che ha allegato online tutta la documentazione sul caso, la corrispondenza interna tra i vescovi del Wisconsin ed il cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, dimostrerebbe che mentre i prelati si scontravano sull'opportunità di far dimettere il sacerdote, la loro principale preoccupazione era quella di proteggere la Chiesa dallo scandalo.

Il caso riguarda un prete americano, Lawrence C. Murphy, che lavorò in un rinomato istituto per bambini sordi tra il 1950 e il 1974. Ma è solo uno delle migliaia di casi segnalati nei decenni dai vescovi al Vaticano, alla Congregazione per la Dottrina della Fede retta dal 1981 al 2005 dal cardinale Ratzinger.

Secondo il quotidiano, Ratzinger nel 1996 non diede risposta a due lettere dell'arcivescovo di Milwaukee dell'epoca, Rembert G. Wakland. E otto mesi dopo, il secondo in grado, il cardinale Tarcisio Bertone, oggi segretario di Stato vaticano, diede ordine ai vescovi del Wisconsin di istituire un processo canonico segreto che avrebbe portato alle dimissioni di padre Murphy.

Ma Bertone, scrive ancora il quotidiano Usa, bloccò il processo dopo che padre Murphy scrisse di persona a Ratzinger, protestando che non avrebbe dovuto essere processato perchè si era già pentito ed era in cattive condizioni di salute, e il caso andava oltre i limiti dello statuto della Chiesa stessa.

Il New York Times scrive che i documenti non contengono una risposta da Ratzinger e afferma di averli ottenuti dagli avvocati di cinque persone che hanno intentato quattro cause legali contro l'arcidiocesi di Milwaukee. E che la Chiesa si è battuta per tenerli segreti.

Il quotidiano scrive ancora che non solo padre Murphy non fu mai sottoposto a procedimenti disciplinari da parte della Chiesa, ma che ebbe anche un via libera da parte della polizia e degli inquirenti che ignorarono le denunce delle sue vittime. E che tre successivi arcivescovi nel Wisconsin, informati degli abusi commessi dal prete, non segnalarono mai nulla alle autorità giudiziarie e civili.

Padre Murphy, ricorda ancora il giornale, invece di subire procedimenti disciplinari fu tranquillamente trasferito dall'arcivescovo di Milwaukee Wlliam E. Cuisins alla diocesi nel nord Wisconsin nel 1974, dove trascorse 24 anni lavorando liberamente con bambini in parrocchie, scuole ed un centro di detenzione giovanile. Morendo nel 1998, quando era ancora un sacerdote.

Il quotidiano osserva inoltre che padre Lombardi enfatizza il fatto che nè il Codice della Legge Canonica nè le regole del Vaticano istituite nel 1962 vietano alle autorità ecclesiastiche di segnalare episodi di abusi sui minori alle autorità civili. Ma non spiega perchè non sia mai avvenuto in questo caso.


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