Indagato senatore Pdl
Lui: falso. «Medici corrotti con 2,7 milioni»
MILANO — Una tangente di 100.000 euro stanziata nel 2005 dal colosso farmaceutico Ferring per un mediatore e per un senatore, allora sottosegretario alla Salute nel secondo governo Berlusconi e oggi responsabile nazionale per la Sanità del Pdl, allo scopo di far registrare il nuovo farmaco anti-infertilità Meropur al prezzo maggiore (3 euro in più a fiala) voluto dalla società produttrice. E fondi neri aziendali per 2 , 7 milioni d i euro nel 2002-2006, creati con false fatture d’acquisto di decine di migliaia di «libri scientifici», per corrompere medici e far sì che sempre più endrocrinologi prescrivessero ai pazienti l’ormone della crescita commercializzato Zomacton dalla ditta. Per queste due imputazioni di corruzione la Procura di Milano, oltre a indagare il senatore del Pdl Cesare Cursi e i vertici dell’epoca della multinazionale farmaceutica Ferring (culla in Svezia, base in Svizzera, 3.700 dipendenti e 850 milioni di euro di fatturato in 45 Paesi), chiede al gip Gaetano Brusa che la divisione italiana, ora affidatasi all’avvocato Massimo Dinoia, sia temporaneamente interdetta dal contrattare con il Servizio Sanitario Nazionale.
L’indagine dei pm Laura Pedio e Antonio Pastore nasce dalla scoperta, in una verifica fiscale della Guardia di Finanza, delle anomale fatturazioni tra l’azienda e una libreria di Chieti Scalo che le avrebbe venduto 86.000 libri scientifici quando il suo magazzino risultava aver trattato mille volumi in tutto. Spiegano ai pm il mistero alcuni dirigenti interni o responsabili regionali degli informatori scientifici, raccontando come chi non raggiungeva i budget prefissati venisse convocato e denigrato in pubblico: «La direzione commerciale ci chiese di stipulare una sorta di accordo nel quale la remunerazione del medico era in funzione al numero di pazienti che il medico procurava» nel mercato degli ormoni della crescita, conteso tra pochi prodotti e quasi tutti uguali, dove dunque era cruciale «fidelizzare» quanti più possibili fra i 650 specialisti del ramo. Anche con «un vero e proprio tariffario» della corruzione: « 2.000 euro per nuovo cliente acquisito, poi 1.500 euro all’anno per cliente mantenuto in terapia». Risultato delle vendite: +53% rispetto al 2000, con punte persino del 77%. La casa madre sapeva? L’amministratore delegato Michel Pettiglew, mette a verbale un ex direttore generale, «disse che, se era importante per il business, bisognava assumere il rischio e sistemare le carte, cioè dare una veste formale spendibile » . Che dal 2007, quando cambiano le normative sui libri, diventa invece un boom di «donazioni a Onlus collegate ai medici prescrittori del farmaco, e parametrate al numero di nuovi pazienti».
A un certo punto l’azienda, per sostituire sul mercato dei farmaci contro l’infertilità il suo Menogon venduto a 7 euro a fiala, vuole registrare il nuovo Meropur a 18 euro a fiala; ma trova l’iniziale opposizione a 14 euro dell’Agenzia del farmaco (Aifa). Alla fine spunta un prezzo sui 17 euro. Come? «Nell’estate 2004 — ammette un ex direttore generale— Gilles Pluntz (vicepresidente per il Sud Europa, ndr) e Pettigrew ci chiesero di trovare un santo in paradiso, un Godfather per dirla proprio come dissero loro». C’è il senatore Cursi, propone il consulente di aziende farmaceutiche Matteo Mantovani, che da Ferring con false fatture si fa dare 100.000 euro, metà per sé e metà asseritamente per l’allora sottosegretario, poi membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza degli ospedali. Corruzione? O millanteria? «Non conosco la Ferring— dice Cursi, già capo della segreteria di Amintore Fanfani, interpellato dal Corriere —. Conosco bene Mantovani, promuoveva molte aziende, era persona amodo. So che poi ha avuto problemi, ma sono problemi suoi» (nel 2008 è stato arrestato a Roma con l’accusa d’aver corrotto un funzionario Aifa): «Non so cosa dicesse all’azienda, io di certo non ho preso soldi da lui, né avrei potuto intervenire sul prezzo». Alcuni dirigenti Ferring riferiscono però di un incontro tra Mantovani, Cursi e l’allora direttore generale di Ferring, nel quale il senatore avrebbe preso appunti sulla richiesta dell’azienda, domandato a Mantovani se l’altra persona fosse un amico, e, alla risposta positiva, spiegato che avrebbe avuto bisogno di un piacere, e cioè di un lavoro temporaneo per una parente. In effetti una stretta familiare del senatore risulta aver avuto 5.600 euro per un lavoro da giugno a settembre 2005 in una società collegata (Prex spa). E gli inquirenti stanno anche esaminando la natura di 97.000 euro di flusso da società di Mantovani alla familiare del senatore tra il 2004 e il 2007.
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