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22 mar 2010

Il boss è l'architetto


Palermo, arrestato «l'architetto»
È ritenuto successore del boss Lo Piccolo
In manette Giuseppe Liga, l'erede dei due padrini di San Lorenzo alla guida del clan più importante del capoluogo



PALERMO - I collaboratori di giustizia più recenti lo indicano come il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo, a Palermo. Le intercettazioni hanno confermato le rivelazioni dei pentiti. Con l'accusa di associazione mafiosa, estorsione e fittizia intestazione di beni, la scorsa notte, la guardia di finanza ha arrestato Giuseppe Liga, 60 anni, soprannominato l'architetto, ritenuto, appunto, l'erede dei due padrini di San Lorenzo alla guida del clan più importante del capoluogo. Il professionista per anni ha ricevuto commesse pubbliche per lavori ed è stato direttore di numerosi cantieri per la realizzazione di complessi residenziali in città. Liga, al quale gli inquirenti hanno sequestrato documenti e pc, era stato segretario del movimento Cristiano lavoratori.

IL PIZZINO - Secondo quanto è emerso dalle indagini, coordinate dai pm della Dda Marcello Viola, Anna Maria Picozzi, Gaetano Pace e Francesco Del Bene, Liga, in particolare, sarebbe stato il collettore delle estorsioni gestendo e incassando il denaro ricavato dal pizzo che continua a essere una delle principali entrate delle cosche. Liga era indicato nei pizzini trovati nel covo del boss Lo Piccolo col numero 013. Insieme a lui sono finiti in cella il suo braccio destro Giovanni Angelo Mannino, accusato di associazione mafiosa e Agostino Carollo e Amedeo Sorvillo. Questi ultimi rispondono di fittizia intestazione di beni. Secondo gli inquirenti sarebbero i titolari della società Euteco, di fatto riconducibile a Liga.

TIRATO IN BALLO - Liga è stato chiamato in causa dal collaboratore di giustizia Maurizio Spataro. Il suo era tuttavia già comparso in un'intercettazione dell'indagine «Perseo» dei carabinieri. Nella conversazione, il boss di Bagheria, Pino Scaduto, chiedeva ai suoi interlocutori Giovanni Adelfio, Antonino Spera e Sandro Capizzi «a Tommaso Natale chi c'è»?, intendendo chi ha preso il comando. I nomi in risposta erano stati due, quello appunto di Liga e quello di Giuseppe Lo Verde. Tra le carte sequestrate ai boss Lo Piccolo al momento della cattura, inoltre, c'era anche un appunto manoscritto che diceva: «Architetto Liga 10.000». Gli inquirenti sono convinti che quell'architetto sia il professionista adesso arrestato con l'accusa di essere un boss. Liga era stato intervistato pochi giorni fa dal settimanale «S». Aveva parlato dei suoi rapporti con vari esponenti politici, e della sua attività professionale non solo nell'edilizia privata ma anche nel settore degli appalti: «Ho lavorato - aveva detto - in alcuni appalti pubblici per conto della Sip nel '93-'94. Ho progettato due centrali ad Agrigento. Poi ho fatto lavori di ristrutturazione degli impianti tecnologici, elettrici e di condizionamento in 40 centrali in tutta la Sicilia».

INGROIA - Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, commentando l'arresto di Giuseppe Liga, ha affermato che ormai «la mafia è entrata nei salotti buoni di Palermo». «Siamo in presenza di un processo di finanziarizzazione della mafia. Ne è prova il fatto che al comando, sempre più spesso, si trovano personaggi che un tempo erano "consulenti" finanziari dei boss e ora li hanno sostituiti alla guida delle famiglie e nelle attività di controllo del territorio». «Nel '98 - ha aggiunto Ingroia - i pentiti lo indicavano come consigliere finanziario dei Lo Piccolo. Ora ha preso il controllo del clan e gestisce anche le attività di cassa della cosca come le estorsioni: ciò conferma il ruolo ormai direttivo della mafia finanziaria». Secondo il pm è proprio quello della criminalità finanziaria il fronte di indagini su cui puntare.


LA DIFESA - Intanto spunta una intervista di Giuseppe Liga, in una intervista esclusiva rilasciata al magazine «S», pochi giorni fa nella quale racconta la propria versione dei fatti, sostenendo di essere una vittima del racket e di essere stato citato solo per questo motivo nei pizzini trovati nel covo dei Lo Piccolo a Giardinello: «Io sono l'Architetto. Ma sono vittima di un equivoco». Poi Liga si descrive come una persona a stretto contatto con il mondo della politica siciliana che conta. «Per esempio - spiega - sono cresciuto insieme con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Mi chiama, ci parlo. Sono stato in contatto con Mattarella, il fratello di Piersanti. Leoluca Orlando è diventato sindaco per me e per altri due amici». Un rapporto con esponenti politici agevolato dall'incarico ricoperto fino allo scorso 11 marzo di reggente regionale siciliano del Movimento cristiano lavoratori.
corriere

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