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26 mar 2010

Dubai World evita il default L'emirato converte i crediti





DUBAI - Il salvataggio è davvero oneroso per le casse di Dubai ma alla fine, dopo settimane di trattative serrate con le banche creditrici, la mina che quattro mesi fa aveva fatto tremare la Las Vegas del Golfo persico è stata disinnescata. Quarantotto ore prima dell'inizio della Dubai World Cup, la più esclusiva corsa di cavalli del mondo e vanto dell'emiro Al Maktoum – che si correrà quest'anno su un tracciato costato più di due miliardi di dollari – Dubai World ha raggiunto un accordo con i creditori che la salverà dal default.
La holding, sommersa da 23,5 miliardi di dollari di debiti, ripagherà interamente in otto anni le banche che le hanno prestato soldi, mentre il governo dell'emirato pomperà nelle dissanguate casse della società nuovi fondi per 9,5 miliardi di dollari. «È la soluzione migliore che si potesse trovare», è il commento di un operatore finanziario europeo a Dubai. E i mercati sono d'accordo: ieri la borsa dell'emirato ha festeggiato la notizia con un rialzo del 4,3% e il prezzo dei credit default swaps, che assicurano contro il rischio di fallimento dell'emirato, sono scesi di 50 punti base. Dubai tira un sospiro di sollievo. Finalmente.
Certo, il piano di ristrutturazione presentato da Dubai World dovrà essere accettato dalle banche creditrici, ma si tratta ormai solo di un atto solo perché i suoi contenuti sono stati discussi ampiamente all'inizio della settimana in una riunione fiume a Dubai e sarebbero stati accolti favorevolmente.
Secondo i dettagli diffusi ieri, il governo di Dubai convertirà in azioni i suoi crediti verso Dubai World (8,9 miliardi, il 38% del totale), aumentando il suo peso nell'azionariato. Gli altri creditori, che vantano un credito complessivo di 14,2 miliardi, saranno rimborsati al 100% in due tranche, a cinque e a otto anni. Attraverso il Dubai Financial Support Fund (istituito lo scorso anno per far fronte alla crisi finanziaria), il governo di Dubai assicurerà alla holding nuove risorse per 1,5 miliardi di dollari.
Al piano di ristrutturazione di Dubai World si affiancherà quello per il salvataggio della controllata Nakheel, la società che ha realizzato Palm Jumeirah, l'isola a forma di palma, e che è stata costretta a interrompere o a frenare alcuni importanti progetti. Anche in questo caso i creditori saranno rimborsati al 100%. Il governo ricapitalizzerà Nakheel con otto miliardi di dollari e convertirà in azioni la sua quota di crediti nella società, pari a 1,2 miliardi di dollari. L'iniezione di denaro fresco consentirà a Nakheel di ripagare i creditori e di portare avanti le maxiopere già avviate ma attualmente bloccate per mancanza di soldi.
Dei 9,5 miliardi di dollari di nuove risorse (gli otto destinati a Nakheel e gli 1,5 per Dubai World), la quota maggiore (5,7 miliardi) sarà prelevata dalla linea di credito garantita nei mesi scorsi dall'emirato di Abu Dhabi, mentre 3,8 miliardi saranno attinti direttamente dalle casse del governo di Dubai.
Archiviato l'accordo, domani l'emiro Al Maktoum sarà in prima fila al concerto di inaugurazione della Dubai World Cup. Sul palco Elton John e Carlos Santana, in pista i cavalli, in tribuna star e milionari. Tutto come sempre a Dubai. Il momento difficile è ormai alle spalle.

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