LA POLEMICA
No al Dalai Lama su iPhone
applicazioni via dall'App store
La Apple ha bloccato l'acceso a cinque programmi relativi al leader spirituale tibetano. L'azienda: "Ci atteniamo alle leggi locali". Reporter senza Frontiere: "Una grande delusione"
PECHINO - Dopo Google e Yahoo! anche la Apple cede alla censura cinese. La società di Cuppertino in California, impresa icona del politically correct americano, attraverso la China Unicom che da due mesi distribuisce nel Paese asiatico i prestigiosi modelli iPhone del gruppo, ha di fatto bloccato l'accesso a cinque programmi relativi al leader spirituale tibetano Dalai Lama. Se quindi un utente cinese mette su un iPhone la ricerca "Dalai", il risultato è nulla, al contrario invece di quello che invece succede allo stesso apparecchio in un'altra parte del mondo che non sia la Cina. Anche un'altra applicazione dedicata a Rebiya Kadeer, leader degli uiguri, un'altra minoranza invisa alle autorità cinesi, non compare nell'App Store cinese.
Sono almeno cinque le applicazioni legate al Dalai Lama presenti sull'App Store italiano e che non risultano in quello cinese. Alcune di quelle applicazioni, come Dalai Quotes e Dalia Lama Gebetsmuhle (titolo tedesco di un'applicazione disponibile anche in inglese), mostrano citazioni del leader spirituale tibetano. Un'altra, Dalai Lama Paging, comunica dove sta insegnando il Dalai Lama. Ci sono poi due applicazioni, Buddhist Dictionary e Nobel Laureates, che citano il Dalai Lama insieme ad altre informazioni.
La scoperta della censura ha fatto andare su tutte le furie Reporter senza Frontiere, Rsf, che ha chiesto spiegazioni al colosso dell'informatica Usa: "Gli abbonati dell'iPhone in Cina - si legge in una nota - hanno il diritto di sapere a che cosa non hanno accesso libero. L'azienda americana si unisce al club delle imprese che applicano la censura nel Paese: una grande delusione da parte di un gruppo che ha basato la sua campagna pubblicitaria sul Think different (pensa differentemente) e che si ritiene creativa".
La portavoce di Apple, Trudy Muller, ha risposto in una e-mail alla mancata vendita delle applicazioni proibite: "Ci atteniamo alle leggi locali - ha affermato - e non tutte le applicazioni sono possibili in tutti i Paesi".
Sono almeno cinque le applicazioni legate al Dalai Lama presenti sull'App Store italiano e che non risultano in quello cinese. Alcune di quelle applicazioni, come Dalai Quotes e Dalia Lama Gebetsmuhle (titolo tedesco di un'applicazione disponibile anche in inglese), mostrano citazioni del leader spirituale tibetano. Un'altra, Dalai Lama Paging, comunica dove sta insegnando il Dalai Lama. Ci sono poi due applicazioni, Buddhist Dictionary e Nobel Laureates, che citano il Dalai Lama insieme ad altre informazioni.
La scoperta della censura ha fatto andare su tutte le furie Reporter senza Frontiere, Rsf, che ha chiesto spiegazioni al colosso dell'informatica Usa: "Gli abbonati dell'iPhone in Cina - si legge in una nota - hanno il diritto di sapere a che cosa non hanno accesso libero. L'azienda americana si unisce al club delle imprese che applicano la censura nel Paese: una grande delusione da parte di un gruppo che ha basato la sua campagna pubblicitaria sul Think different (pensa differentemente) e che si ritiene creativa".
La portavoce di Apple, Trudy Muller, ha risposto in una e-mail alla mancata vendita delle applicazioni proibite: "Ci atteniamo alle leggi locali - ha affermato - e non tutte le applicazioni sono possibili in tutti i Paesi".
Nessun commento:
Posta un commento