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11 gen 2010

La dinastia Michelin

L QUOTIDIANO LE PARISIEN RIFERISCE UNA STORIA OSCURA, CON ANCHE UN DELITTO NASCOSTO

La dinastia Michelin
scossa da un nuovo erede

Jean-Philippe Rouchon dichiara di essere un pronipote diretto del fondatore del celebre marchio transalpino

Jean-Philippe Rouchon (Ap)
Jean-Philippe Rouchon (Ap)
PARIGI - È una delle più importanti dinastie borghesi di Francia e nel XX secolo ha costruito un autentico impero in tutto il mondo. Ma secondo quanto racconta il quotidiano transalpino Le Parisien il passato della famiglia Michelin, legata a una delle aziende di pneumatici più importanti del pianeta, sarebbe probabilmente da riscrivere, alla luce di alcune vicende oscure, a lungo tenute nascoste, che proprio in questi giorni stanno ritornando a galla.

LE VERITA' NASCOSTE - A portare lo scompiglio tra gli eredi Michelin è stato Jean-Philippe Rouchon, un uomo di 42 anni che dichiara di essere un pronipote diretto del fondatore del celebre marchio transalpino. Secondo il racconto di Rouchon, sua madre Annick, avrebbe avuto negli anni '60 una lunga relazione con Patrice Michelin, uno dei rampolli del gruppo e dalla loro unione nel dicembre del 1966 sarebbe nato proprio Jean-Philippe. Le parole del quarantaduenne, che vive nel dipartimento di Puy-de-Dôme ed è un osteopata, sarebbero provate da

Una delle lettere incriminate
Una delle lettere incriminate
diverse lettere scritte dal presunto padre a sua madre. Tra queste vi sarebbe anche una missiva che rende ancora più oscuro il passato di Patrice Michelin. In essa l'uomo racconta la storia della morte della sua prima moglie, da lui uccisa durante una battuta di caccia nel 1960. I giudici al tempo accolsero la tesi dell'omicidio involontario e condannarono l'uomo a pagare una semplice pena pecuniaria. Tuttavia la lettera fa crescere i dubbi e dalle parole di Patrice si evince che egli sia riuscito a ingannare i giudici del tribunale e a farla franca.

LA CAUSA LEGALE - Il quarantaduenne Rouchon ha fatto causa agli eredi Michelin per ottenere ciò che gli è stato negato sin dalla nascita. Patrice Michelin, morto nel novembre del 2006, non ha mai voluto riconoscerlo come figlio legittimo, ma ha più volte incontrato Jean-Philippe. Sebbene la relazione tra Patrice e Annick fosse terminata nel 1969, l'erede Michelin ha versato da allora ogni mese un assegno sul conto dell'ex compagna. Jean-Philippe ha saputo della morte di suo padre accidentalmente. Un notaio ha telefonato a sua madre per avvertirla che Patrice Michelin le aveva lasciato in usufrutto l’appartamento in cui viveva nel paesino di Royat. Tuttavia nella successione non era stato nominato Jean-Philippe che, dopo aver cercato inutilmente di contattare gli eredi Michelin e di trovare un accordo, ha deciso di avviare un procedimento legale: «È una storia dolorosa che risveglia vecchi fantasmi - taglia corto Gilbert Collard, avvocato del quarantaduenne - Ma non vi è ragione per cui il mio assistito, la cui parentela appare evidente, sia escluso dalla famiglia Michelin». Dello stesso avviso Jean-Philippe che ha dichiarato: «Voglio solo che sia fatta giustizia. Non posso accettare di essere stato abbandonato sia da mio padre sia dalla famiglia Michelin».

L'OMICIDIO - Tuttavia la storia di Jean-Philippe ha fatto riemergere, come detto, i dubbi sulla morte di Nicole Bardi, la prima moglie di Patrice Michelin, avvenuta il 16 ottobre del 1960. In una lettera del 1964, pubblicata integralmente da Le Parisien, Patrice Michelin racconta a Annick Rouchon i suoi difficili rapporti con la prima moglie e le continue umiliazioni subite: «Mia moglie era molto cattiva con me - scrive Patrice - Mi umiliava continuamente, anche davanti agli amici e ai bambini». Quindi la confessione: «Una partita di caccia mi ha permesso di liberarmi. Ho fatto un movimento molto rapido, il colpo è partito ed è piombato nella sua nuca ed è uscito dalla fronte». Patrice rimase in carcere solo 35 giorni. La Corte d'Appello di Tours lo condannò successivamente a pagare 2.000 franchi di multa per «omicidio involontario». Alla fine della lettera Patrice conclude: «La giustizia ha stabilito che si trattava di un incidente di caccia... sono felice di averli portati verso questa conclusione».

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