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22 gen 2010
Cura dimagrante per Goldman, ma gli stipendi restano maxi
Goldman Sachs, la banca americana nota per i maxi bonus che elargisce ai suoi top manager, ha ridotto i compensi (compresi premi e benefits) del 20% su base annuale. Il totale accantonato per pagare gli stipendi del 2009 è stato pari a 16 miliardi e 200 milioni di dollari, pari a circa il 38,5 per cento dei ricavi. Si tratta della percentuale più bassa dallo sbarco in borsa della società.
Il dato è decisamente inferiore alle stime degli analisti. Guy Moszkowski di Bank of America si attendeva 18 miliardi e 97 milioni, mentre Jeff Harte di Sandler O'Neill & Partners aveva previsto 19 miliardi e 65 milioni. La banca ha annunciato inoltre che darà 500 milioni di dollari in beneficenza. Una mossa per «ripulire la sua immagine pubblica» dopo che la sua politica in tema di compensi e bonus è stata aspramente criticata da opinione pubblica, media e persino dal presidente Obama che si prepara ad aumentare le tasse alle grandi banche.
Certo l'ammontare degli stipendi della banca americana, seppur ridotto, è comunque considerevole. Se ognuno dei 32mila e 500 dipendenti della Goldman Sachs ricevesse lo stesso compenso, l'incasso sarebbe di 498mila e 246 dollari annui. Decisamente meno dei 661 mila e 490 biglietti verdi (un record) che la super banca americana pagava nel 2007, in piena era di «finanza champagne». Ma molto più dei 316mila 928 del 2008. Stipendi «magri» fino a un certo punto se accostati ai 235mila e 193 dollari a dipendente che ha pagato nel 2009 Morgan Stanley o ai 378mila 600 erogati da Jp Morgan.
Ovviamente Goldman Sachs non è un soviet ma un tempio del capitalismo. Gli stipendi non sono gli stessi dal portiere al top manager. La banca è stata aspramente criticata proprio per i principeschi bonus che la banca ha pagato a questi ultimi. Nel 2007 ha accantonato oltre 20 miliardi per gli stipendi e ha pagato la bellezza di 67,9 milioni di dollari in bonus e stock option il ceo Lloyd Blankfein (il record di tutti i tempi per Wall Street). Premi stratosferici, spesso finiti nelle stesse tasche di chi, con l'eccesso di speculazione, ha contribuito alla stessa crisi finanziaria. Complice anche un'inchiesta del magazine Rolling Stone (in cui la banca veniva definita un vampiro dell'umanità) Goldman, più di altri stata identificata dall'opinione pubblica come l'emblema degli eccessi di Wall Street. E poco importa che il ceo Blankfein e i suoi sei vice, dopo aver ricevuto 10 miliardi di dollari in aiuti pubblici nel 2008, abbiano rinunciato ad ogni bonus.
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