Arrivano 10 miliardi di dollari di aiuti dal vicino emirato, le Borse festeggiano
MILANO - Un aiuto tutt'altro che simbolico: dieci miliardi di dollari sono in arrivo da Abu Dhabi per consentire al traballante emirato del Dubai, in crisi di liquidità dopo le difficoltà della società di investimento Dubai World, di ristabilire un clima di fiducia attorno alla proprie finanze.
FINANZIAMENTI - Un intervento quelle del vicino emirato arrivato davvero all’ultimo minuto: il finanziamento plurimiliardario consentirà a Dubai di onorare un consistente il pacchetto di obbligazioni della Nakheel, di tipologia islamica (denominate «sukuk»), in scadenza proprio lunedì. I 10 miliardi di dollari mobilitati da Abu Dhabi in parte serviranno alle necessità immediate, in parte sono condizionati a una chiusura positiva delle trattative di ristrutturazione dei debiti di Dubai World, entro la fine del prossimo aprile.
BORSE IN RIALZO - L’annuncio ha colto i mercati di sorpresa, stavolta positivamente: le Borse degli Emirati Arabi Uniti, assieme alle piazze del resto del mondo, Europa compresa, hanno imboccato netti rialzi. L'indice di Abu Dhabi ha messo a segno un rialzo del 7,9%, mentre la Borsa di Dubai è balzata del 10,4%. «Dubai è risucita a superare il primo ostacolo del bond Nakheel, restiamo in attesa di dettagli su come esattamente procederà la ristrutturazione», ha spiegato un trader.
RISTRUTTURAZIONE - Intanto Dubai ha annunciato la creazione di un tribunale speciale con l’incarico di dirimere le controversie sulla ristrutturazione dei debiti del conglomerato pubblico. I fondi concessi da Abu Dhabi consentono, nello specifico, di onorare 4,1 miliardi di dollari di «sukuk», obbligazioni islamiche, in scadenza per Nakheel, la divisione immobiliare di Dubai World. Il gruppo statale aveva scosso le Borse di tutto il mondo il mese scorso chiedendo una moratoria sui debiti. Ora ne sta trattando la ristrutturazione per un ammontare complessivo di 26 miliardi di dollari. La mole totale di debiti di Dubai World - che sta cercando di operare una separazione delle sue ramificate attività, tra quelle sane e quelle da ristrutturare - sfiora 60 miliardi di dollari. Secondo gli osservatori a tranquillizzare i mercati è l’idea che ora ci sia un approccio statale al problema dei debiti del gruppo. «E’ uno sviluppo molto significativo», ha rilevato Marios Marathefis, direttore dell’analisi sul Medio Oriente per Standard Chartered Bank.
Nessun commento:
Posta un commento