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3 nov 2009

Young Blood: I 190 giovani talenti della creatività d’Italia


«Young blood», l’annuario dei premiati nel mondo



ROMA — L’anno scorso Matteo Bernardini, torinese, classe 1983, partecipa a un contest (chiamata a raccolta) di giovani registi. La chiama­ta arriva da Moby, musicista di New York che ha venduto 9 milioni di copie con «Play» e chiede di realizzare il clip per il pezzo «Ohh yeah». Ber­nardini vince e firma il clip. Davide Prati, Matteo e Pao­lo Cremonesi Ruffino, milane­si, riuniti nel gruppo «Io co­se», dal 2006 costruiscono scherzi e inganni per gioco e per indagine sociologica. Han­no inventato la «ThirDog», so­cietà fasulla per adottare cani dal terzo mondo: presa sul se­rio vinse il premio di Yahoo Italia per il miglior sito web. Maurizio Cinti è un pubbli­citario premiato al Cannes advertising festival, per un la­voro sul casinò di Venezia: un nastro bagagli con numeri e colori della roulette. In fondo il nastro bagagli di certi aero­porti somiglia a una roulet­te...

Tre storie di creatività italia­na. Assieme ad altre 187 sono contenute nel volume «Young blood», sangue giova­ne, curato dalla cooperativa di giornalisti che pubblica la rivista «Next exit». «È un an­nuario del talento italiano, de­gli 'invisibili di successo' nei campi dell’arte, architettura, design, moda, pubblicità, fo­tografia, grafica», dice Danie­la Ubaldi, direttore responsa­bile. Ma come si giudica il ta­lento nei campi non scientifi­ci? «Segnaliamo chi ha vinto prestigiosi premi italiani o in­ternazionali». «Young blood» è al secondo anno di vita ed è stato adottato dal ministro della Gioventù, Giorgia Melo­ni. Il ministero distribuirà un migliaio di copie alle impre­se, alle associazioni culturali, agli Istituti di cultura italiana all’estero, agli organizzatori di festival. Per far incontrare i talenti con chi ne può avere bisogno. «'Young blood' — spiega il ministro Meloni — smentisce il calo del 'made in Italy'. E rivela che la 'fuga dei cervelli', almeno nei campi ar­tistici, è relativa: sui 190 gio­vani selezionati, solo 30 ope­rano stabilmente all’estero, mentre uno su tre lavora an­che all’estero».

È il caso di Massimo Cri­staldi, catanese, vincitore del­la Photography master cup, con la foto di un’immensa ve­trata con vista sui grattacieli. Lo stesso per Laura Braga, ve­ronese, 27 anni, collaboratri­ce di Milo Manara per il fu­metto su Valentino Rossi e au­trice in Francia di loghi, ma­scotte,
marchi. I creativi di «Young blood» sono sotto i 40 anni, due terzi sotto i 35. Dei ventitré sotto i 25 anni, due terzi sono don­ne, nelle altre fasce d’età è il contrario. Tre quarti proven­gono dal Centro Nord. I pre­mi che hanno fatto da base per le scelte del volume sono organizzati da grandi enti co­me la Mostra del cinema di Ve­nezia, da associazioni come Amnesty international. Ma i nuovi mecenati sono, per la gran parte, aziende che indico­no concorsi per creativi come fiori all’occhiello o per recluta­re personale qualificato. Aziende come Enel, Terna, Sony, Unicredit... «Il prossi­mo passo — dice Giorgia Me­loni — è allargare 'Young blo­od' alla scienza, alla ricerca, alla tecnologia».

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