Perché le postazione d’ufficio, anche quelle più all’avanguardia, siano davvero efficaci, occorre siano adattate alle caratteristiche del singolo utilizzatore
MILANO - Ognuno è fatto a modo suo e una scrivania, per quanto ergonomica, non va bene per tutti. Perché i mobili d’ufficio più all’avanguardia possano ridurre i disturbi legati alle lunghe ore di lavoro, occorre infatti che siano adattati alle caratteristiche del singolo utilizzatore attraverso l’intervento di un ergonomo. Una figura professionale ancora poco nota ma che anche in Italia è rappresentata da una società scientifica, la Società italiana di ergonomia: sul suo sito si trova un elenco di professionisti in grado di aiutare lavoratori autonomi e aziende a migliorare al massimo le condizioni di lavoro.
LO STUDIO- L’importanza dell’intervento di personale specializzato, in aggiunta alla qualità del materiale acquistato, viene da un esperimento condotto in occasione del trasferimento di 1.500 impiegati della Banca mondiale in una nuova sede. I nuovi uffici erano dotati di sedie e scrivanie corrispondenti agli ultimi dettami dell’ergonomia, prodotte cioè in modo da ridurre al minimo i disturbi che possono essere provocati dalle lunghe ore trascorse seduti con gli occhi fissi sullo schermo di un computer. A metà degli impiegati è stato consegnato un libretto di istruzioni che spiegava come adattare alle proprie esigenze la postazione di lavoro che era stata loro assegnata. Agli altri invece è stata fornita una consulenza personalizzata da parte di un ergonomo professionista, che ha aiutato ogni lavoratore a trovare l’altezza e l’inclinazione più adeguate a ognuno.
I RISULTATI - «Una sedia regolabile non serve a nulla se è mal adattata a chi la usa» afferma Jasminka Goldoni Laestadius, prima firmataria del lavoro pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, nel quale sono state registrate le caratteristiche delle postazioni di lavoro, la posizione assunta dagli impiegati al computer, la presenza di dolori muscolo scheletrici e di disturbi agli occhi prima dell’intervento e 18 mesi dopo che era stato effettuato. «Tra coloro che all’inizio dello studio lamentavano dolori oppure avevano gli occhi spesso arrossati e stanchi, grazie all’intervento dell’ergonomo i sintomi si sono ridotti» spiega la ricercatrice. «E sebbene non si sia verificata una differenza nel numero di giorni di malattia tra il gruppo di controllo e quello su cui ha lavorato il professionista, in quest’ultimo la produttività è aumentata». I datori di lavoro quindi sono avvisati: per non buttare via i loro soldi, se fanno trenta devono fare anche trentuno e oltre alla spesa per i nuovi mobili da ufficio devono prevedere anche quella per chi insegni a usarli.
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