Da tempo sulle orme del padre, Jean raccoglie consensi. l’opposizione accusa
Il figlio del presidente candidato (unico) a guidare l’ente che gestisce la Défense
PARIGI — Dove vuole arrivare Jean Sarkozy? In Francia, l’opinione pubblica e la classe politica s’interrogano da tempo sul favoloso destino del biondo secondogenito del presidente, studi interrotti di legge, sposato con l’ereditiera del gruppo Darty e prossimo padre a dicembre. A soli 23 anni, è candidato (ma sarebbe meglio dire pretendente senza concorrenza) alla presidenza dell’Epad, l’ente che gestisce l’area edilizia e finanziaria della Défense. Non è una bazzecola. Il quartiere degli affari della capitale è il più grande centro direzionale d’Europa, con un fatturato di un miliardo di euro e la gestione di ottocento ettari di uffici e aree che abbracciano cinque comuni. Con l’imminente fusione dell’ente con un altro ente (l’Epasa, con giurisdizione sul territorio di Nanterre), l’istituto rafforza ancora di più un enorme potenziale strategico, connesso al piano della Grande Parigi lanciato nei giorni scorsi dal presidente. Un progetto urbanistico e amministrativo di radicale trasformazione della capitale.
In pratica, la candidatura di Sarkozy II, il giovane, rappresenta una continuità dinastica nel territorio di Neuilly-sur-Seine, la cittadina alle porte di Parigi dove il presidente è nato e ha costruito la sua carriera politica, partendo dalla conquista del municipio, nel 1983, a soli 27 anni.
Neuilly non è un comune qualsiasi. Ha un’importanza fondamentale nella geografia del potere francese. È il centro degli affari, ma anche la residenza delle più note famiglie industriali e nobili del Paese, dei più bei nomi della finanza e del jet-set.
Jean, figlio della prima moglie del presidente, sembra ancora più precoce: consigliere comunale, leader locale del partito, protagonista vincente di una feroce lotta intestina alle ultime elezioni per favorire il candidato gradito all’Eliseo e infine (almeno fino ad oggi!) consigliere del dipartimento della Hauts-de-Seine, uno dei più ricchi di Francia.
La Défense, la «Manhattan parigina», cresciuta ai tempi di Giscard e Mitterrand, è sempre stata un pallino di Sarkozy I, che occupò il posto oggi assegnato al figlio prima della sua elezione all’Eliseo. Fra le ambizioni del presidente, c’è la copertura della strada più trafficata di Francia, il vialone che collega la Defense all’Etoile e naturalmente lo sviluppo del regno dei colletti bianchi (150 mila impiegati, 2500 sedi di società e imprese) nell’ambito della grande Parigi. L’Epad è il naturale trampolino per la presidenza del consiglio generale del dipartimento, alle elezioni del 2011. E poi? Per il momento, Jean Sarkozy punta a soffiare il posto a Patrick Devedjian, il quale dovrebbe andarsene per limiti di età (65 anni), ma avrebbe preferito almeno discutere della successione. Consigliere personale di Sarkozy e presidente del consiglio generale, Devedjian sembra fra coloro caduti in disgrazia nel primo circolo dell’Eliseo. «Jean Sarkozy è il più legittimato, incarna l’avvenire dell’Hauts-de-Seine», è il giudizio quasi unanime che comincia a circolare nel partito del presidente, segno inequivocabile di assenza di contraddittorio.
Soltanto l’opposizione accusa l’Eliseo di nepotismo. Il sindaco comunista di Nanterre, Patrick Jarry sostiene che il giovane Sarkozy non ha alcuna qualifica per occupare una poltrona così importante. «Si tratta semplicemente di assicurare la perennità del clan», aggiunge. Per i socialisti «è una mossa ulteriore dell’Eliseo per assicurare il controllo dell’Ump sulla regione della Grande Parigi di prossima formazione».
Capita che attività industriali passino di padre in figlio: è la storia ricorrente delle grandi famiglie imprenditoriali. Capita che un feudo elettorale, con contorno di potere e poltrona, resti nell’ambito della famiglia, secondo una legge non scritta che rende a volte la politica molto simile alle dinastie nobiliari. In Francia, «Repubblica monarchica», si prepara la successione al trono.
Essendo certo che Sarkozy I si ricandiderà nel 2012, con forti probabilità di vittoria in considerazione dello stato comatoso della sinistra, resta da vedere chi andrà alla conquista dell’Eliseo nel 2017. C’è da scommettere sul punto di partenza, la nuova Versailles del Terzo Millennio.
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