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7 set 2009

Così il pigro si gode la vita


Soldi e successo senza fatica



Una volta la parola «pigrizia» mi sembrava una espressione invec­chiata, un giudizio fuori moda, non un vero e proprio vizio come l’invidia. Ve­dendo un giovane che non studia, che bi­ghellona, che non cerca un lavoro io, co­me molti altri, pensavo a una protesta adolescenziale, alla noia della scuola, al­lo sconforto di fronte alle difficoltà di trovare occupazione. Oggi invece mi rendo conto che in cer­te persone la pigrizia è un abito menta­le, un modo di mettersi in rapporto con gli altri e con il mondo. Nella sua essen­za è la tendenza a realizzare i propri de­sideri senza fare fatica. Ma proprio nes­suna. Non gli basta ottenere il risultato col minor sforzo possibile.

Il pigro mette il risparmio di fatica al primo posto, alla base delle sue decisio­ni. Se una cosa gli costa molto impegno, non la fa. E questo vale tanto per la fati­ca fisica come per la fatica mentale. Per­ciò non programma il futuro, lo immagi­na, lo fantastica. Sogna di avere un buon lavoro, una famiglia, il successo, ma non predispone i mezzi per ottener­lo. Rimanda. Se è giovane e lo mantengo­no i genitori, resta in famiglia, trova mille giustificazioni per non uscirne. Se riesce ad avere un lavoro sedentario si accontenta. Se arriva in un posto di co­mando vi si adagia. Talvolta ingrassa, si appesantisce e tutto allora gli diventa ancora più faticoso, anche cambiare ca­sa, anche fare un viaggio. Rimanda. Qualche volta rimanda anche di pagare i debiti, i mutui, i prestiti, le multe. Spe­ra che gli altri se ne dimentichino.

I pigri cercano soluzioni a breve, che si ottengono subito. A vederli così lenti e paciosi penseresti che sono anche te­naci, pazienti. No, se vogliono una cosa la vogliono immediatamente e senza muovere un dito. Per il pigro vale vera­mente la massima «pochi maledetti e subito». Il suo ideale è ricevere i soldi a casa senza lavorare e che ci sia sempre qualcuno che provvede a lui. Il vero pi­gro adora le abitudini, le comodità. Quando le ha conquistate vi si crogiola e non le vuole lasciare. Quando gli chie­dono di fare qualcosa risponde di sì per­ché è più complicato dire di no. Tanto poi non lo fa. Naturalmente, come ogni essere umano vuole anche essere ap­prezzato, stimato, e lo infastidiscono le critiche che riceve perché è in ritardo sulle consegne o perché non ha mante­nuto la promessa. Per difendersene mente, inventa una scusa, dice una bu­gia. Spesso la prima che capita. Poi, per pigrizia, talvolta la dimentica.
corriere

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