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7 set 2009

Redditi dei professionisti in crescita anche nel 2007


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Sale il reddito medio dei professionisti registrato dalle casse di previdenza. Fanno eccezione notai e psicologi. Il quadro emerge dai dati raccolti da «Il Sole 24 Ore» sui consuntivi 2008 delle Casse di previdenza.

La palma d'oro dei redditi medi dichiarati nel 2008 (conseguiti, dunque, nel 2007) spetta ai notai, con 100mila euro l'anno di repertorio. Seguono i commercialisti, con un reddito medio di 63mila euro e un volume d'affari di 110mila. Quindi, ci sono gli avvocati (rispettivamente 51mila e 75mila euro) e i ragionieri con oltre 57mila euro di reddito Irpef e 100mila euro ai fini Iva. I redditi medi 2007, dichiarati nel 2008, da avvocati e commercialisti sono migliorati in misura sensibile, rispettivamente +4,64 e +3,52 per cento.

Marco Ubertini, presidente della Cassa forense, è soddisfatto, anche se «va segnalato che sono in aumento i colleghi che hanno un reddito inferiore ai 10mila euro aunnui e che quindi non si iscrivono alla Cassa». Il mercato è positivo anche per i dottori commercialisti: «Il costante trend di crescita degli iscritti - afferma il presidente della Cassa di categoria, Walter Anedda – si accompagna alla crescita dei volumi di affari e dei redditi: tutti fattori che sono garanzia di sostenibilità per il nostro ente».
Anche le categorie che dichiarano, in media, redditi molto contenuti hanno registrano un certo miglioramento. I veterinari hanno guadagnato il 7,58%, i geometri il 4,66% (nel 2006 avevano messo a segno un aumento dell'11,54%).
I notai, invece, hanno visto diminuire di molto i loro redditi. La Cassa rileva le entrate a «repertorio», legate alla stipula degli atti e formulate sulla base delle tariffe. Per avere un'idea del reddito lordo complessivo di un notaio, il valore di repertorio va moltiplicato per tre. Resta comunque il calo di circa il 30% registrato da questa categoria nell'ultimo biennio. «In questi anni sono state cancellate le riserve sul passaggio dei veicoli e sulla cancellazione delle ipoteche», spiega il presidente della Cassa, Francesco Maria Attaguile. Il bilancio sarà ancora più negativo per i redditi 2008 e 2009: gli effetti della crisi immobiliare si sommeranno al venir meno della riserva sui passaggi di quote nelle Srl.

Anche gli psicologi registrano una forte diminuzione di reddito. Il calo dell'ultimo anno (- 5,65%) è causato da un disagio ha radici lontane. «Il numero di psicologi negli ultimi anni – spiega il presidente della cassa, Angelo Aricasa – è cresciuto in maniera esponenziale. Questo fatto spinge molti colleghi ad accettare incarichi sottoqualificati e sottopagati rispetto al loro livello di preparazione». Su 27mila dichiarazioni 2008 già analizzate dalla cassa (in totale gli iscritti sono 34mila e crescono del 10% l'anno) 10mila sono sotto i 7.800 euro l'anno. Cinquemila psicologi, per la cassa, guadagnano meno di 1.500 euro. «Finora - conclude Angelo Aricasa - non siamo riusciti a ottenere il numero chiuso per la nostra categoria, passo necessario per evitare che questa professione, che conta 60mila iscritti all'albo, venga declassata».
I dati delle casse previdenziali fotografano anche le pensioni medie: le più alte, con quasi 70mila euro l'anno, sono quelle dei notai, seguiti, a debita distanza, da dottori commercialisti (31mila euro) e avvocati (30mila euro). Tra gli iscritti alle "vecchie casse" agli assegni più bassi, con meno di 700 euro al mese, sono quelli di veterinari e consulenti del lavoro.

Intanto, si riaccende il dibattito sui controlli sulle casse. Secondo Antonio Pastore, vice presidente dell'Adepp (l'associazione degli enti privati), l'idea – che circola da diversi mesi – di affidare alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) il compito di monitorare l'andamento delle gestioni creerebbe «un'inutile sovrapposizione di competenze e un sicuro aggravio per le casse». Secondo il presidente dell'Adepp, Maurizio de Tilla, «i ministeri non possono sottarsi alle loro responsabilità: le proposte di riforma non possono essere tenute nel cassetto. Vanno approvate o bocciate, ma il responso deve arrivare in tempi ragionevoli. Non si può addebitare alle casse di non mettere in atto le misure per la sostenibilità, quando i ministeri tengono in stand by le riforme per più di un anno».
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