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31 ago 2009

Ricco con gli Emoticon


Il personaggio Israeliano, 39 anni: «Li comprano anche gli arabi»
«Ho copiato Cruise»
Ofer Adler: le sue «faccine» su 300 milioni di mail al mese



TEL AVIV — Gli andò più o meno come a chi vince il Supe­renalotto: minimo investimen­to, il prezzo del biglietto di «Mission: Impossible», rendi­mento da centinaia di milioni l’anno. La differenza è che in quelle due ore di film, in quel cinema di Tel Aviv, in quella sera del 1996, il biglietto non bastava e, per aiutare la fortu­na, il giovane broker Ofer Ad­ler ci mise anche un’idea mera­vigliosa. Il colpo di scena: «C’è un momento in cui Tom Crui­se manda una email. Sullo schermo, quando clicca, si ve­de il disegnino d’una busta che si chiude e vola via. 'Co­ol!', mi sono detto, che forza, chissà dove si trova quel pro­gramma. Il giorno dopo mi so­no messo a cercarlo, ma non esisteva, era solo una fantasia degli sceneggiatori del film: nonostante tutte le innovazio­ni della computer grafica, il mondo delle email era lo stes­so da anni. Allora avevo 26 an­ni, ero già stanco del mio im­piego alla Borsa di Tel Aviv, quella vera dove ci si sgolava e si correva, non quella telemati­ca di oggi. Pensai: perché non inventare qualcosa di diverten­te per chi manda messaggi? Mi misi a lavorarci con mio cu­gino Yaron, mago dei compu­ter. E c’inventammo gli emoti­cons, poi le stelline, poi le mu­sichette...».

Nelle stradine di Moshav in­torno a Tel Aviv, dove abita, l’amministratore delegato d’In­crediMail gira in maglietta e sandali. A 39 anni, ha la zazze­ra nera degl’inizi e nemmeno il suo lattaio, quando passa in bicicletta, sa che quel tipo ha 110 dipendenti, sta quotato al Nasdaq e fa funzionare uno dei grandi successi d’impren­ditoria web. Ogni mese, 300 milioni di mail e di sms naviga­no in tutto il mondo portandosi appres­so le faccine, gli sfondi animati, gli effetti 3D in­ventati dalla so­cietà di Ofer. I programmi d’In­crediMail coi cuoricini e i pu­pazzetti vengono scaricati 80 milioni di volte in cento Paesi diversi. «Dopo Outlook Express, la nostra è diventa­ta la più popolare delle applica­zioni email: abbiamo dato alla gente quel che voleva».

Nella Silicon Valley israelia­na — i compound in gara con americani, indiani e giappone­si nell’invenzione di biotecno­logie, telecomunicazioni, ar­mamenti e sistemi agricoli —, i pupazzetti d’IncrediMail li chiamano l’«incredibusiness»: appena sfiorati dalla crisi glo­bale, zero debiti e utili alle stel­le, hanno fronteggiato anche la piccola crisi delle email (sca­valcate da Skype, Twitter...) con una messaggeria istanta­nea per i giovanissimi e un programma per foto digitali.

Un mercato per ragazzini? Tutt’altro: il 69 per cento degli utenti di Ofer spesso è fra i 40 e i 50 anni ed è disposto a spendere anche di più. «Quel che conta, è sfruttare la circola­zione virale di questi prodotti. Il 90 per cento dei nostri uten­ti li vede in qualche messaggio e li scarica all’istante».

La società compie dieci an­ni ma Ofer e suo cugino Yaron, che fa il presidente, non preparano grandi celebra­zioni. Meglio non apparire troppo e basta vedere il quar­tier generale della società, ano­nimo capannone a Ramat Ha’hayal: «Essere israeliani non ci ha mai creato problemi. Tanto ci conoscono poco an­che qui: l’altro giorno giravo con la mia auto, un tizio ha vi­sto lo sticker d’IncrediMail e mi ha detto che lo usa anche lui. Poi mi ha chiesto dove si trovassero, quegli adesivi. Gli ho detto: è la mia società, se passi da me te ne regalo un po’. Non ci credeva, sosteneva che è una compagnia califor­niana. Coi nostri clienti, del re­sto, noi parliamo solo via inter­net. Fossimo in un business dove devi chiamare al telefo­no, ci sarebbe qualche rischio, ma così... Molti che ci scarica­no, chissà, sono di sicuro ara­bi integralisti. Ma che ne san­no? E poi, che cosa conta?».
corriere

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