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10 set 2009

Cina, i finti iPhone a meno di 100 euro


Sono più pesanti e lo schermo è meno sensibile dell'originale. Ma ne hanno venduti già milioni



«Scusi, vorrei un iPhone...». Sguardo perso nel vuoto, occhi che guardano in basso, risposta sicura: «Meiyou, non li abbiamo». Zhongguancun, paradiso ipertecnologico di Pechino, il quartiere che nelle intenzioni dovrebbe diventare la Silicon Valley della Repubblica popolare. Per il momento un gigantesco agglomerato di grandi magazzini dell’elettronica e uffici in vetrocemento. Il commesso guarda l'improbabile cliente occidentale e, abbassando la voce come un carbonaro, sussurra: «Però se non volete un originale, potete chiedere a quello stand laggiù...».

Messaggio ricevuto: sappiamo bene che la Apple non ha ancora commercializzato il suo smart phone in Cina (questione di giorni, però, dopo l'accordo siglato con il governo). Stiamo invece cercando l'«iPhone cinese». In poche parole, la copia (non autorizzata, ovviamente), dell'oggetto più ricercato del momento nel campo della telefonia mobile. Borse, giacche, alta moda. Molti dei falsi che inondano l'Occidente, si sa, vengono dalla Cina. Ma un iPhone? Possibile che persino questo gioiello tecnologico possa essere imitato? La risposta è nel sorriso della addetta alle vendite. E, in effetti, a guardarlo, l’«iPhone cinese» ingannerebbe anche il più esperto degli smanettoni nostrani.

Solo affiancandolo a un apparecchio autenticamente Apple la differenza si può apprezzare: un pochino più spesso e pesante, lo schermo leggermente più piccolo. Certo, una volta acceso le differenze si approfondiscono. Intanto occorre cambiare la lingua di utilizzo: da cinese a inglese o, volendo, italiano (anche se un po’ improbabile: indietro è scritto «dietro»; ok diventa «fatto»; e poi via con «mostrare la caratteristica», «testo di saluto»; «organizzazione di telefono», restaurare i impostazioni», e, per finire, «entrare la parola d'ordine»). Poi occorre abituarsi a uno schermo meno sensibile dell'originale (per questo viene fornito un pennino), molte meno funzioni ma, sostanzialmente, per il prezzo di vendita (in Cina), niente di scandaloso: costa infatti, dai 400 ai novecento yuan, cioè da circa 40 a 90 euro, a seconda delle versioni (possono cambiare alcune caratteristiche: alcuni modelli, per esempio, sono quadriband e hanno la possibilità di utilizzare due Sim card). Nella Repubblica popolare ne hanno venduti già diversi milioni. Ed è con questi temibili avversari che la Apple dovrà combattere. La battaglia è solo all’inizio.

corriere

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