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20 ago 2009

La classifica di Forbes: Donne più potenti


La classifica di Forbes Entra un’indiana, escono le cinesi
Donne più potenti, il primato dell’economia
Marina Berlusconi tra le prime 100, più su di Michelle Obama




ROMA — Il cancelliere tede­sco Angela Merkel guida per il quarto anno consecutivo la classifica Forbes delle cento donne più potenti del mondo. Il periodico statunitense rico­nosce alla Merkel di aver «tira­to fuori» dai guai economici la Germania prima del previsto e si dice certo che a settembre vincerà il secondo mandato. Confermate al secondo e al ter­zo posto le americane Sheila Ba­ir (presidente del Federal depo­sit insurance) e Indra Nooyi nu­mero uno della PepsiCo. Mari­na Berlusconi, come nella pas­sata classifica, è l’unica italiana cui Forbes riconosce potere nel­la scala internazionale dei valo­ri e guadagna una posizione passando dal 34 al 33mo posto. L’altra italiana di «peso» Giu­liana Benetton è uscita dalle top 100 nel 2008, così la figlia del capo del governo e presi­dente del gruppo Fininvest gui­da in solitario la «cordata» ita­liana sempre che non si voglia comprendere anche Sonia Gan­dhi, attuale presidente del par­tito nazionale indiano, che tra l’altro è salita dal 21 al 13mo gradino.

La lista, destinata a corrobo­rare i magri notiziari di mezza estate, propone molte sorpre­se. Personaggi come Condole­ezza Rice (7 nel 2008) e Laura Bush (44) vengono spietata­mente messi da parte per ovvi motivi politici ma anche Chri­stiane Amanpour, la potente numero uno dei corrisponden­ti esteri della Cnn, viene depen­nata. Fa il suo ingresso un po’ più in alto della precedente first lady, Michelle Obama con il numero 40. Nel presentare la loro fatica giornalistica, Mary Ellen Egan e Chana R. Schoen­berger, notano che nel mondo il ruolo delle donne sta aumen­tando sensibilmente «mentre nelle strade di Teheran prote­stano contro la brutale repres­sione dei dissidenti e Aung San Suu Kyi rischia altri 18 mesi di carcere nel suo ruolo di leader dell’opposizione in Birmania». Ma il potere, quello almeno ri­conosciuto da Forbes , va in lar­ga misura alle 27 donne al verti­ce di multinazionali. Solo dieci hanno un ruolo politico come primo ministro o in cariche isti­tuzionali. Per quasi un terzo la lista si rinnova. I nuovi ingres­si sono infatti 26, il più famoso dei quali è senza dubbio la mo­glie di Barack Obama. Seguita da Sonia Sotomayor, il nuovo presidente della Corte suprema di giustizia Usa, dalla indiana Chanda Kochhar, Ceo di Icici Bank, da Ann Veneman, diretto­re esecutivo dell’Unicef, dal pri­mo ministro del Bangladesh Hasina Waje e dell’Islanda Johanna Sigurdardottir.

Quello che colpisce di più, nella versione 2009 della pre­giata classifica, è l’avanzata del­le donne statunitensi che — no­nostante la crisi, o forse pro­prio per questo — passano dal­le 55 presenze dell’anno scorso alle attuali 63. In compenso so­no scomparse dalla tavola inter­nazionale del potere femminile le due russe e le quattro cinesi che rompevano la monotona li­sta delle anglosassoni. Le don­ne «sole» non sono poche. La Germania ha la Merkel e basta, l’Italia Marina Berlusconi, la Spagna Ana Patricia Botin (pre­sidente di Banesto), l’Argenti­na Cristina Fernandez, l’Austra­lia Gail Kelly, numero uno di Westpac, la Svizzera Margaret Chan, direttore generale World Health organization. Gli Emira­ti Arabi Uniti che fanno il loro ingresso rappresentati dal mi­nistro dell’economia Sheikha Lubna Al Qasimi.

Meglio per le francesi (tre in tutto guidate al Anne Lauverge­on, capo esecutivo di Areva, che guadagna la nona poltro­na), per le indiane anche loro in tre e per le inglesi che rag­giungono il numero di quattro capitanate da Cynthia Carroll, chief esecutive di Anglo Ameri­can. Il metodo con cui Forbes redige la classifica è noto: non basta la popolarità o la celebri­tà, quello che conta è l’influen­za in grado di esercitare. Per va­lutarla i tecnici Forbes misura­no il fatturato nel caso di don­ne manager o il Pil nel caso del­le politiche ai quali aggiungo­no le citazioni sui media, pre­mi e riconoscimenti professio­nali vari.

corriere

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