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9 feb 2008

Monoline: il prossimo Tsunami

Piano Draghi all'esame del G-7. Padoa-Schioppa: crisi non finita



Il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrück, che invia una lettera ai colleghi del G- 7 sostenendo che «il pieno impatto della crisi determinata dai mutui subprime sul settore finanziario non è ancora noto». Il commissario europeo per gli Affari economici Joaquin Almunia che vede una crisi «più lunga di quanto previsto all'inizio»e preannuncia una revisione al ribasso delle stime di crescita Ue. Il presidente di Deutsche Bank, Josef Ackermann, secondo cui le difficoltà degli assicuratori di obbligazioni, i cosiddetti monoline, possono essere uno «tsunami» che investirà le banche con la stessa violenza dei subprime. Gli spread sul mercato monetario che manifestano un nuova tendenza ad ampliarsi.

Con questo inquietante viatico, è chiaro che l'attenzione per la riunione di oggi dei ministri finanziari del G-7 a Tokyo sarà centrata sulla discussione delle fortissime tensioni sui mercatie delle ripercussioni per il sistema finanziario. L'evento più atteso della giornata dai mercati sarà quindi la conferenza nel tardo pomeriggio del presidente del Financial Stability Forum (Fsf), Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, chiamato a presentare un primo resoconto del lavoro compiuto da ottobre per analizzare la crisi ed elaborare una risposta. Un organismo che fu creato dal G-7 dopo la crisi asiatica e dei mercati del 1998 e che si trova oggi a fronteggiare una situazione forse ancora più seria di quella.

Il lavoro del gruppo di Draghi (che sarà completato entro le riunioni di aprile a Washington) parte dal riconoscimento che da ottobre a oggi sono successe molte cose che hanno contribuito a dare un senso della gravità della prima ondata dello "tsunami", cominciata in estate e, dopo una breve pausa, montata nuovamente con virulenza da dicembre: le massicce perdite di grandi banche, generate soprattutto dalle operazioni in derivati legate ai subprime; le ingenti ricapitalizzazioni di alcune di queste banche da parte di fondi sovrani arabi e asiatici; lo scandalo SocGen; l'incapacità del mercato monetario di normalizzarsi del tutto nonostante le costanti iniezioni di liquidità, finalmente coordinate, delle banche centrali.

C'è inoltre un dilemma,ha detto una fonte italiana del G-7, fra le mosse di breve periodo per stabilizzare i mercati e la possibilità che creino le basi di maggiore instabilità nel lungo termine. I quattro punti principali attorno ai quali verte il lavoro dell'Fsf sono tutti strettamente connessi alla situazione dei mercati: 1) la capacità delle istituzioni finanziarie di gestire la liquidità e il rischio: la crisi ha messo a nudo profonde lacune proprio nel momento in cui la regolamentazione affidava maggior peso ai modelli interni elaborati dalle banche; 2) i principi contabili e di valutazione dei derivati (deriva da questo l'incognita sottolineata da Steinbrück sulla reale entità delle perdite); 3) il ruolo e le metodologie usate dalle agenzie di rating per i prodotti finanziari più complessi, cui spesso è stato assegnato il grado più alto, salvo poi sottoporli a declassamenti in massa. Le stesse agenzie, che molti vorrebbero sottoposte a controlli più severi, hanno annunciato in questi giorni l'avvio volontario di una riforma delle procedure, per cercare di rispondere alle pressioni; 4) la revisione da parte delle stesse autorità che compongono l'Fsf dei propri principi di vigilanza, soprattutto sui veicoli fuori bilancio utilizzati dalle banche. È evidente infatti che la vigilanza è stata carente, in qualche caso (come SocGen) in modo clamoroso.

L'urgenza posta al G-7 dai mercati finanziari fa passare in secondo piano il consueto esame della congiuntura, il cui peggioramento si intreccia con l'evoluzione dei mercati. I ministri sosterranno oggi nel comunicato finale che la situazione è «difficile e incerta», ma che i fondamentali dell'economia mondiale sono «solidi», anche se pesa la frenata degli Stati Uniti e preoccupa il ritorno dell'inflazione. Anche se il G-7 non arriveràa proporre una strategia strettamente coordinata («le condizioni non sono le stesse da Paese a Paese », ha detto il cancelliere dello Scacchiere britannico, Alistair Darling), vorrà però comunicare all'esterno che i " grandi" dell'economia sono consapevoli della necessità di agire «individualmente e collettivamente per assicurare stabilità e crescita », come dirà il comunicato: ai netti tagli dei tassi della Federal Reserve e allo stimolo fiscale approvato dal Congresso Usa per oltre 160 miliardi di dol-lari, si somma ora un cambio di atteggiamento, per il momento a parole, della Banca centrale europea, il che fa pensare a un prossimo, se non imminente, abbassamento dei tassi. «Un passo nella giusta direzione» sono state definite le dichiarazioni più accomodanti del presidente della Bce Jean-Claude Trichet da una fonte del G-7 qui a Tokyo. «Sono stata piacevolmente sorpresa », ha detto il ministro dell'Economia francese Chrstine Lagarde. La nuova posizione della Bce potrebbe contribuire anche a consolidare il recupero del dollaro sull'euro. Sul fronte valutario, il G-7 insisterà per una più rapida rivalutazione dello yuan, avvenuta finora solo nei confronti del dollaro, ma non sull'euro.

ilsole24ore

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