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21 dic 2007

Information Technology e Lavoro


Ecco un bel riassunto sul settore ICT e i dati riguardanti l'occupazione e le retribuzioni. Come sempre si evidenziano luci e ombre di uno dei settori che deve essere al centro della rinascita del nostro paese, dato che ormai è il traino e anche l'agente dell'economia stessa.

Ict, cresce l'occupazione e aumentano gli stipendi per i manager
di Pino Fondati

La ripresa economica generale, seppure non travolgente, ha un effetto benefico anche sull'Ict, settore trasversale per eccellenza, che cresce anche in termini di occupazione: 4,3% la percentuale dei posti in più nelle imprese informatiche in Italia nel 2007. Si registra nell'Ict, come avviene in tutti i settori economici, una tendenza verso il "lavoro atipico", che vede coinvolte anche figure di alto profilo professionale.

E le retribuzioni? In media, niente male, a scorrere l'annuale indagine retributiva di Assintel, realizzata da Idc su un campione di 162 aziende, tra grandi, medie, piccole e micro, software house, società di servizi, distributori, e, un po' meno rappresentati, secondo la struttura tipica del mondo industriale italiano, le società telco e internet e gli hardware vendor. Anche se cresce il divario retributivo con le figure operative di basso profilo.
I dirigenti delle aziende Ict, età media 47 anni possono contare su una retribuzione media annua lorda di 78 mila euro circa, mentre per i quadri l'età scende a 41 anni e la retribuzione a 46 mila euro, per gli impiegati la media è di 35 anni, con un reddito di 25 mila euro, i lavoratori atipici hanno in media 33 anni e una retribuzione di 26 mila euro.

La retribuzione variabile incide in misura, appunto, variabile tra le varie figure: più per i dirigenti, meno per i quadri, ancor meno per gli impiegati (soprattutto quelli legati alla vendita). Nelle aree funzionali non tecniche, i più ricchi sono i dirigenti del personale e quelli delle vendite, tra i quadri guadagnano meglio le figure più a contatto col mercato e quelle del front-end, cosa che vale anche per gli impiegati.

Nelle aree tecniche, invece, il podio spetta ai dipendenti che lavorano nell'area della ricerca e sviluppo, e ai consulenti con responsabilità di project management, anche sotto forma di contratto di lavoro atipico. Quelli che guadagnano meno sono gli operatori di data entry e di help desk, mentre occupano una posizione intermedia i sistemisti e gli addetti all'assistenza tecnica.
Oh, poi ci sono i benefit, che per i lavoratori assumono una certa importanza, anche perché, diciamolo, assumono il sapore e il fascino del potere e del privilegio. A livello di benefit orizzontali, il 70% delle aziende offre ai propri dipendenti il buono pasto, il 24% polizze infortuni extraprofessionali, il 25% forme varie di assistenza sanitaria. La penetrazione di benefit extracontrattuali concessi a uso individuale è elevata e interpretabile come risposta alla crescente mobilità e "remotizzazione" del lavoro.
L'83% delle aziende concede l'utilizzo del cellulare aziendale; 75% dei dirigenti, 70% dei quadri, 68% degli impiegati; il 78,9% offre il PC portatile (al 79% dei Dirigenti, al 67% dei quadri e al 71% degli impiegati), mentre l'auto aziendale è utilizzata dal 67,4% delle aziende: per il 77% dei dirigenti, il 58% dei quadri, il 63% degli impiegati.
Per quel che riguarda la formazione, il monte ore è superiore a 100 mila annue delle aziende del campione, pari a una media annua di 14,8 ore per addetto. Il trend è diverso per dirigenti (11,8 ore) e impiegati (15 ore). Il tasso di assenteismo per malattia è del 2%, pari a una media annua di 4,6 giornate per addetto, mentre le ore di sciopero incidono per lo 0,04% sulle ore totali lavorate nell'anno: in media sono 0,8 le ore di sciopero per addetto. Il dato sta lì a dimostrare la bassa sindacalizzazione della categoria. Le ore di straordinario annue sono 141 mila, con una media di circa 24 ore per ogni impiegato. Un dato dal sapore "antico", che non tiene conto della gran quantità di ore (spesso ben oltre le canoniche otto ore) che ormai i lavoratori passano a lavorare dentro e fuori l'azienda.
Se si estrapolano i dati per genere (uomini e donne), viene alla luce un sistema per molti aspetti ancora maschilista. Le donne lavoratrici all'interno del campione sono il 20,3%, con una percentuale di ruoli dirigenziali significativamente inferiore alla media (2,9% contro il 5,5% della media generale). Le ore di formazione annue dedicate alle donne sono 12, contro una media di quindici. Leggermente inferiore anche il tasso di crescita dell'occupazione femminile (4% sul totale addetti, contro una media generale del 4,3%). Le donne assenteiscono più degli uomini: 6,1 giornate all'anno, contro 4,2. Certamente, una diretta conseguenza dello stressante impegno su vari fronti: azienda, casa, famiglia.



sole24ore

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