E' immediato capire dalle immagini di cosa si tratta, tante persone di ogni razza o cultura sono accomunate e fotografate per come sono: simili a gruppi.
La prima volta che feci un'osservazione simile mi trovavo fuori un pub, osservavo entrare uomini e donne, ragazzi e ragazze e cominciavo a pensare che ...siamo globalizzati anche nel vestiario.
I ragazzi sono vestiti nello stesso modo, si comportano anche in egual maniera e per le ragazze non cambia molto.
Stiamo perdendo l'identità individuale a scapito delle diversità, che vengono sempre più emarginate?
Il diverso è male?
Ovviamente no, in un mondo sempre più incasinato sono sole le individualità a tirarci fuori dal grigio colore di questa epoca.
«Esattitudini», i cloni diversi della società
Dalle olandesi in bikini alle «Allah’s girls», esperimento di 2 artisti che raggruppano foto di passanti nel mondo
PARIGI – Così diversi eppure così uguali. Cloni nella diversità. È quanto emerge dal progetto «Esattitudini», un esperimento artistico dai risvolti antropologici. Autori, due olandesi, Ari Versluis e Ellie Uyttenbroek che da 13 anni fotografano passanti di tutto il mondo per poi raggrupparli secondo codici di stile o abbigliamento.
CODICE - Il progetto è cominciato nel 1994 a Rotterdam, città multiculturale e di residenza dei due artisti. Dal 1998, si è esteso al resto del pianeta. Con «Esattitudini», i passanti sono ripresi secondo pose e inquadrature comuni e catalogati in base alle caratteristiche di ognuno.
UNIFORME - Caratteristiche che se osservate singolarmente stabiliscono l’individualità, la differenza dall’altro, ma che se vengono affiancate in gruppi da 12 persone, non fanno che esaltare l’appartenenza a categorie trasversali della società odierna. Ne risulta un censimento antropologico visivo, una fotografia globale dell'uomo contemporaneo, uniforme nella diversità.
CLASSI - «Esattitudini» - neologismo che mischia l'«esattezza» della posa e l'«attitudine» di ciascuno -, non crea distinzione di classe o nazionalità, ma sottoinsiemi di «cloni» per stile e abbigliamento: dai «ragazzi tatuati con canotta» a Rotterdam, a quelli «cravatta e jeans» di Milano. Dalle olandesi in costume a due pezzi, agli anziani con cappello e cravatta. Dagli adolescenti di Bordeaux con giubbetto in pelle, a quelli semplicemente rasati. Dalle «Allah’s girls» con velo islamico, ai tipici ultrà con il bomber. Passando per i vagabondi e le signore impellicciate. Ognuno diverso nel dettaglio, ma simile nell’adesione allo stile del gruppo. Tutti originali, ma tipici. Ovunque.
di Alessandro Grandesso dal corriere
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