La notte tra il 3 e il 4 settembre in una piccola cittadina dell'alto lazio (Viterbo) si celebra un rituale di estremo fascino che possiamo definire tra il sacro e il profano.
La macchina di Santa Rosa
Una enorme torre illuminata con migliaia di luci, viene portata da 100 facchini vestiti di bianco per le vie della città, a testimonianza di fede per la Santa della città.
Il trasporto della Macchina, sebbene abbia iniziato ad assumere le caratteristiche attuali in epoca barocca, affonda le radici nel Medioevo, quando Viterbo, ricca e riverita, si accingeva a diventare sede papale. Il trasporto, infatti, commemora la traslazione del corpo di Santa Rosa dal piccolo cimitero della chiesa di Santa Maria in Poggio al monastero francescano di San Damiano, oggi a lei dedicato. La traslazione fu disposta nel 1258 da Alessandro IV, il primo pontefice a spostare la residenza papale da Roma a Viterbo. Al momento della traslazione, il corpo di Santa Rosa, morta 7 o 8 anni prima, fu ritrovato intatto. Un fatto ritenuto prodigioso, destinato ad accrescere ulteriormente la fama di santita' di cui Rosa, nonostante avesse 16 o 17 anni, gia' godeva. Ironia del destino: al pontefice, cui deve il riconoscimento della santita' della sua patrona, l'essere diventata sede apostolica nonche' la costruzione di alcuni dei suoi monumenti piu' insigni, Viterbo non solo ha mai dedicato ne' una strada ne' una piazza, e ha addirittura mandato perduta la tomba in cui erano sepolte le sue spoglie. (ansa)
Qui il racconto dell'evento.
Non voglio sottolineare l'aspetto religioso dell'evento, ma quello più propriamente spirituale.
Tutti nella vita dovrebbero aver visto almeno una volta questo spettacolo!
Secondo me sotto una torre di 52 quintali, ci sentiamo sempre ogni giorno, ma con forza, decisione e perchè no, fede, ogni giorno la portiamo lungo il percorso della vita, ricordandoci sempre il santo che ci sorveglia dalla cima della macchina!
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