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21 set 2007

Libero mercato e giustizia


Questi gironi sui giornali si leggono articoli riguardanti il caro affitti, prezzi degli immobili e il popolo che non riesce a star dietro alle spese. Persino Prodi si è lanciato in promesse di aiuti dall'alto (dal signore... non certo dallo stato!).

Tutto questo è importantissimo perché delinea un problema di fondo:

"quand'è che le regole del libero mercato diventano illegali?"

Ossia appare a tutti chiaro che se i costi di ogni cosa crescono e il livello di retribuzioni non solo rimane inalterato, ma in alcuni casi anche decresce, la situazione non può che portare a mostrare una colpa dello stato più che una sua mancanza. Infatti è bene che sia il mercato a decidere il prezzo delle cose, ma non altresì bene che lo stato interagisca per causare un indebolimento della moneta. Cerco di spiegarmi meglio. Lo stato professa almeno in questo una certa tendenza al liberalismo, va bene, allora non influisca su ciò su cui si basa tutto: il potere di acquisto dei nostri soldi. Lo stato (anche la comunità europea) ha fatto in modo che i prezzi seguissero il mercato ma che la moneta si indebolisse, mettendo nei guai chi non aveva professioni direttamente legate al commercio. Infatti i commercianti (di ogni tipologia) sono gli unici che hanno potuto non solo compensare l'indebolimento della moneta, ma anche guadagnare da arrotondamenti e aumenti ingiustificati (benzina. caffè, pane, assicurazioni, parcheggi e chi più ne ha più ne metta).

Tutto questo per dire che è inutile che incentiviamo il libero mercato se poi lo facciamo marcire da un impoverimento programmato della nazione.

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