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3 set 2007

LA TRAPPOLA DEI TASSI


Torno sul tema dei mutui e della crisi per riportare l'analisi del sole24ore:

LA TRAPPOLA DEI TASSI / Mutui, la finta leggerezza
di Nicola Borzi

In Italia non esiste un rischio di meltdown del credito per la casa come quello esploso negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime. Il risparmiatore italiano considera l'abitazione la prima forma di investimento e, sinora, quasi sempre non salta le rate. Il merito va anche alle banche, che hanno tenuto ben ferme le politiche creditizie evitando gli eccessi. Da qualche tempo, però, i media segnalano un aumento dei proprietari incapaci di onorare le rate, con l'aumento dei pignoramenti. Il fenomeno è dovuto a una combinazione di fattori: il rialzo dei tassi, il maggior indebitamento delle famiglie e la diffusione, specie negli anni in cui i tassi erano ai minimi, di contratti non sempre vantaggiosi per i clienti.Insolvenze stabili. L'ultimo studio sulle insolvenze relative ai mutui italiani, con i dati al 30 giugno, è stato pubblicato il 24 luglio da Standard & Poor's. In Italia, secondo S&P, la maggior parte dei mutui è a tasso variabile e quindi risente del rialzo dei tassi deciso dalla Bce. L'indice delle insolvenze è stabile al 2,67% circa delle le rate di tutti in mutui in essere a fine marzo: il valore è simile per quasi tutte le classi di mutui suddivise in base alla data di stipula, ma è più elevato (poco meno del 4%) per i mutui firmati nel 2004. Era l'anno in cui i tassi di interesse erano ai minimi storici: in quel periodo, quindi, molti risparmiatori si sono gravati di pesanti prestiti di lungo periodo a costi apparentemente bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, due anni dopo sono divenuti insostenibili.Effetto Bersani. Per contro, gli effetti del decreto Bersani che ha eliminato le penali di estinzione anticipata dei mutui iniziano a farsi sentire: le risoluzioni anticipate crescono e i contratti che "saltano" di più (tasso trimestrale annualizzato del 20%, record storico per l'Italia) sono quelli firmati nel 2005, l'ultimo anno in cui i tassi erano ai minimi. Ma, secondo S&P, l'effetto Bersani è ancora ben lontano dal creare problemi alle cartolarizzazioni di mutui italiani.I contratti "leggeri". Dietro le insolvenze c'è spesso la maggior diffusione di contratti "leggeri": mutui che invogliano il cliente con rate iniziali più basse. Si tratta dei contratti che sfruttano il cosiddetto preammortamento, cioé una tipologia di piano di rimborso che prevede il pagamento, per un periodo predeterminato, di rate composte di soli interessi. Il preammortamento era stato studiato inizialmente per eliminare i problemi delle rate dei mutui firmati durante il mese: la stipula di un contratto il 28 di agosto comporterebbe il pagamento delle rate il 28 di tutti i mesi, mentre con un preammortamento di due giorni, fino al 30, le rate andranno in scadenza a fine mese. Dalla funzione originaria, il preammortamento ha cambiato ragion d'essere, divenendo strumento di marketing e durando sempre più a lungo.L'indagine. «Plus24» ha condotto un'inchiesta sul sistema bancario, inviando un questionario a 138 gruppi, banche e casse di risparmio e 411 banche di credito cooperativo: ne è emerso che il preammortamento "lungo", superiore cioé a un mese, viene offerto da 45 istituti di credito (tra cui istituti specializzati e leader come Intesa SanPaolo, UniCredit Capitalia, Mps, Bnl, Banco Popolare) che, con poco meno di 20mila sportelli, gestiscono più della metà della rete nazionale. Ai clienti sono proposti contratti trentennali con preammortamenti che durano sino a 10 anni. All'inizio la rata è leggera, ma i costi finali sono elevati. Purtroppo spesso i clienti non leggono interamente i fogli informativi obbligatori: quando arrivano le rate pesanti, la sorpresa è amara.

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