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31 lug 2007

Questi nostri poveri politici...





"La solitudine è una cosa seria e la vita da parlamentare è dura per chi la fa seriamente".


Come si fa a dir di no di fronte a una frase così strappalacrime... ed infatti Lorenzo Cesa non se l'è fatto ripetere due volte. Subito pronta una proposta per distribuiamo più soldi ai deputati affinchè possano ricongiungersi con la famiglia.

Ma dico scherziamo?? Passi il fatto che per fare il politico ci vuole la faccia da culo, passi il fatto che questa è gente che fino a un mese fa è scesa in piazza per il Family Day e oggi si fa beccare in albergo con due prostitute e della cocaina, ma addirittura chiedere più soldi ai contribuenti con la scusa del "Ricongiungimento Familiare".... Ma c'abbiamo scritto in fronte "IDIOTI??".. ma dico io: è così dura la vita del politico?? Ma scegliti un lavoro più leggero... l'italia è piena zeppa di cantieri autostradali. Mettiti a lavorare sotto il sole di luglio, a stendere asfarlto bollente e poi vediamo se la sera quando torni a casa hai ancora voglia di festini a base di sesso e cocaina.

Mi viene da piangere a pensare il livello di arroganza raggiunto dai politici italiani. In altri paesi il solo sospetto di un evento del genere porta a scandali da dimissioni. Da noi sono la scusa per accrescere ultiriormente il potere di questa casta di parassiti.

Aggiungo uno stralcio di articolo tratto dalla "Repubblica" per capire che spessore d'uomo abbiamo a rappresentarci

...Come quando era finito in gattabuia a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno perché insieme col primo cittadino andavano a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Centinaia di milioni, tra il 1995 e il 1998, per assegnare appalti pubblici o fare assunzioni. Poi la partenza alla volta di Montecarlo per accomodarsi al tavolo verde. Una passione sfrenata, quella per il gioco, che gli costa l'arresto con le accuse di concussione e corruzione. Il processo va avanti.

Ma già nel 2000 l'eclettico Mimmo voleva diventare consigliere regionale: l'ex democristiano bussa alla porta di An, però gliela sbattono in faccia. Riesce ad accasarsi nell'Udc e trionfa. "Dalle sue parti è sempre stato temuto e rispettato". Tant'è che proprio l'Udc a Carovigno ha una delle percentuali più alte in Italia.
Non si perde mai d'animo, Mele. E' il 2003 e l'assemblea pugliese discute a proposito dell'Iraq invaso dagli americani. Il capogruppo del partito all'epoca guidato da Marco Follini deve partecipare al dibattito, però non sa aprire bocca.

E allora, che fa? Rilegge parola per parola l'intervento di Follini alla Camera fatto quindici giorni prima: era una disquisizione sulla concessione agli Usa delle basi militari tricolore, ma col tacco d'Italia aveva poco a che fare. Tutti ascoltavano Mele, ma non riuscivano a capire. Non ci volle molto per scoprire l'arte di copiare il capo. Forse in queste ore può andare bene quello che Mele predicava quattro anni fa. Avevano arrestato un assessore della giunta Fitto: Andrea Silvestri, pure Udc. E Mele avvertiva: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini".


Ovviamente a questo va aggiunto che il grand'uomo si è dimesso dall'Udc, mica da parlamentare. L'onorevole Mele è diventato membro del Gruppo misto, andrà a guadagnare anche di più. E poi vediamo cosa succede tra qualche mese. Sono pronto a scommettere che tornerà al gruppo, sull'onda lunga del perdonismo italico

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