Metti mi piace

7 ott 2019

Come registrare un dominio




Come diventare proprietari di un dominio internet: procedura, tempi e costi. Come scegliere il nome adatto, a chi rivolgersi per registrarlo e come costruire il sito


Hai deciso di aprire il tuo sito internet; vorresti promuovere la tua attività commerciale o professionale; mostrare le tue opere d’arte e letterarie o, semplicemente, divulgare i tuoi pensieri e le tue immagini. Magari hai già trovato un nome originale e distintivo e vorresti sapere come si fa ad acquisirlo, registrarlo e farlo diventare tuo.

Il nome di un sito è molto importante: sarà il tuo biglietto da visita, la chiave di ricerca con cui il pubblico arriverà a te su internet. A volte, ha anche un notevole valore commerciale quando si tratta di persone note o di prodotti diffusi e marchi famosi. Chi è agli inizi deve scegliere bene come chiamare il proprio sito e poi sapere come “marchiarlo”, in modo da entrare con quel preciso nome nella rete internet con la speranza di conquistare visibilità: visite, traffico e forse anche guadagno.


Quindi, ti occorre sapere come registrare un dominio su internet: conoscere i modi per comprarlo o ottenerlo anche gratis. La procedura è semplice e richiede pochi passaggi da seguire, ma che vanno fatti con attenzione. Uno dei momenti chiave consiste nel verificare la disponibilità del dominio che hai scelto, per controllare se è già occupato; se invece è ancora libero, potrai acquisirlo tu, in modo che nessuno possa “rubartelo” (almeno per il periodo di validità del tuo abbonamento).

Devi anche sapere a chi rivolgerti: bisogna utilizzare i servizi di registrazione messi a disposizione dagli hosting, cioè dalle società che regolano e gestiscono il traffico di comunicazioni sulla rete e che, insieme alla registrazione del dominio, ti offrono tutto quanto serve per creare e mantenere il tuo sito: Google, Aruba e molte altre, meno famose ma ugualmente valide. Dovrai anche scegliere la tua estensione preferita: sarà .it o .com oppure altre? Quali sono le differenze?

Ti chiederai anche se la registrazione si paga, quali servizi aggiuntivi offre e a cosa servono: lo spazio riservato al tuo sito, le funzionalità disponibili, i modi per far visualizzare i contenuti agli utenti e come interagire con loro. Ti domanderai anche la durata del servizio e quindi vorrai conoscere per quanto tempo vale la registrazione e come si fa a rinnovarla alla scadenza.

Tutti questi passaggi richiedono la dovuta attenzione ma sono facili; non occorre nessuna particolare competenza tecnica e puoi farli direttamente su internet. Non c’è bisogno di recarti in nessun ufficio nè di compilare moduli, redigere atti o richiedere permessi ed autorizzazioni.


Cos’è un dominio e a cosa serve

Il dominio è semplicemente il nome di un sito internet. Digitandolo, o cliccando sul link che lo contiene, ci si arriva e si apre la pagina. Nella rete internet, il dominio è come l’indirizzo di una casa o di un’azienda, in assenza del quale non sarebbe possibile sapere come arrivarci.

Il computer “ragiona” in termini numerici, non di parole: noi non ce ne accorgiamo, ma quando clicchiamo su un link oppure facciamo una ricerca su Google, il computer traduce all’istante quel testo in un preciso numero che si chiama indirizzo IP (IP sta per Internet Protocol). E’ un identificativo, come una “targa” di un veicolo, e ogni sito ha il suo; un numero analogo identifica anche tutti i dispositivi dai quali ci colleghiamo a internet (PC, tablet, smartphone ecc.).

Per evitare la necessità di conoscere e di ricordare gli indirizzi IP dei siti a cui ci vogliamo collegare, anziché fare un loro “elenco telefonico” si è preferito inventare i domini, in modo che alle nostre comuni parole corrisponda un preciso risultato: digito Ferrari ed arrivo sul sito della Ferrari. Così possiamo orientarci ed arrivare a destinazione senza bisogno di conoscere l’informatica: il sistema prende il nome che abbiamo digitato o cliccato e lo traduce nel numero corrispondente, portandoci a questo esatto indirizzo virtuale dove si trova, appunto, il dominio del sito.


Non è ancora finita: la rete internet funziona a grappoli, o rami, insomma un dominio è qualcosa di più, e di diverso, di un semplice indirizzo. Esso identifica, prima che una specifica “casa” corrispondente ad ogni sito, un gruppo di computer, gestito da una stessa unità e che condivide le stesse informazioni. Questo gruppo “risiede” in archivi informatici che si chiamano database e i dati contenuti sono dislocati su appositi server: come un villaggio che ha la sua piazza ed il suo pozzo d’acqua al quale tutti gli abitanti (uomini e bestiame) attingono per l’uso comune.

Questo concetto ci aiuta a capire che c’è una gerarchia di domini: per arrivare alla casa dobbiamo prima entrare nel villaggio. I domini sono di vari livelli; conoscere di che tipo è il nostro serve a sapere se possiamo considerarci effettivamente proprietari di quel sito oppure no. Vediamo quindi come funziona questa organizzazione dei domini.
Com’è fatto un dominio e come funziona

Tutto il sistema è regolato da un complesso meccanismo che si chiama DNS (Domain Name System). Esso “risolve” la traduzione di nomi e indirizzi da parole a numeri ed “assegna” il traffico smistandolo attraverso i nodi di rete verso gli indirizzi internet specificati in modo da portarti al sito voluto; potrà essere la home page o la specifica pagina da te desiderata, se hai inserito la chiave di ricerca opportuna oppure se il link è impostato per farti arrivare proprio lì.


Tutto questo avviene in maniera totalmente trasparente per l’utente, cioè tu non ti rendi conto di quanto lavoro c’è dietro, così come quando prendi un treno o un aereo non ti accorgi di quali sistemi regolano il traffico; semplicemente vai dove hai richiesto di andare, c’è qualcuno che ti ci porta.

I nomi di dominio hanno delle caratteristiche precise, come le targhe di una macchina o i codici fiscali: la posizione dei caratteri conta e bisogna rispettare le regole di composizione. Innanzitutto (tralasciando il prefisso, cioè il classico “www.” che è uguale per tutti e significa World Wide Web) ogni nome di dominio ha una radice, che si chiama dominio di primo livello o TLD (Top Level Domain). Queste estensioni si trovano alla destra, cioè alla fine del nome. Sono poche e prefissate: bisogna scegliere cioè tra quelle imposte. Le più comuni ed utilizzate sono “.it”, “.com”, “.org” e “.net”.

Tutto ciò che sta prima di questa estensione è la parte disponibile per il nome proprio, quella con cui “battezziamo” il nostro sito. Si chiama secondo livello ed è questo il tipo di dominio che ci interessa perché possiamo dargli il nome che vogliamo. Qui la fantasia si può sbizzarrire, ma non troppo, perché molti terreni sono già occupati (non si può prendere un nome già utilizzato da un altro e neppure uno facilmente confondibile perché trarrebbe in inganno e svierebbe la clientela).


Inoltre e soprattutto, l’omonimia non è ammessa: ogni dominio deve identificare uno ed un solo sito. Nella vita reale possono coesistere moltissimi Mario Rossi, mentre su internet ci potrà essere solo un “www.mariorossi.com” (ma ci potrà anche essere un diverso sito denominato “mariorossi.it“; anche in questo caso però, uno e uno solo). Altrimenti, come abbiamo visto, il sistema non saprebbe dove dirigersi: in un unica “casa” può abitare solo un proprietario.

Questo sistema offre un fondamentale vantaggio: registrando il dominio a tuo nome, da quel momento in poi esso apparterrà solo ed esclusivamente a te. Quindi essendo il proprietario del dominio registrato, sarai tu a decidere cosa farne: innanzitutto come allestire ed “arredare” il tuo sito e le pagine che lo compongono, nel modo che preferisci. Potresti addirittura tenerlo vuoto, avendolo acquistato solo per precauzione in modo di impedire ad altri di utilizzare quel nome di sito che hai deciso di tenerti riservato.

Potrai anche decidere di consentire libero accesso a tutti oppure di richiedere una procedura di autenticazione per poter entrare, consentendo l’ingresso solo a chi si è registrato preventivamente. Ad esempio se il tuo sito corrisponde ad un’associazione o vende prodotti in e-commerce o è una società, potresti prevedere una sezione accessibile a tutti ed un’altra riservata agli utenti registrati, come i membri, i clienti o i soci, che ogni volta per entrare dovranno autenticarsi inserendo il loro nome utente e password che tu gli avrai preventivamente fornito.

Come scegliere il dominio adatto al tuo sito

Ci sono due alternative fondamentali e devi decidere tu: la prima è quella puntare direttamente sul tuo nome, in modo da promuovere te stesso prima ancora della tua attività; la seconda è quella di scegliere il nome corrispondente al tipo di prodotti o servizi o di hobby ed attività di cui ti occupi. In altre parole, devi scegliere subito se vuoi creare un sito personale, dove in sostanza offri te stesso con la tua immagine personale o professionale, o un sito vetrina per esporre e vendere la tua merce.

Ci sono poi le varianti nella creazione del nome: non deve trattarsi necessariamente del tuo nome personale ma può essere anche un nome di fantasia, uno pseudonimo o una dicitura che esprime quello che fai, come il titolo professionale o l’attività che svolgi, dall’avvocato all’elettrauto: puoi mettere titoli e appellativi che precedono o seguono il tuo nome (avvocatomariorossi.it, mariororossielettrauto.it) se aiutano a individuare bene chi sei e cosa fai.

Comunque il nome deve essere in grado di esprimere le finalità e lo scopo del tuo sito: questa regola vale sempre, per tutti i tipi di attività, professioni o servizi. Già dal nome si deve intravedere di cosa parla il tuo sito. Possibilmente deve essere un nome facile da ricordare e significativo. Ad esempio, La legge per tutti già nel nome contiene il significato del sito, che è quello di spiegare le problematiche legali a tutti in maniera comprensibile.


Ciascuna delle due opzioni base (nome proprio o dell’attività) però può presentare qualche problema: nel caso del tuo nome e cognome, potrebbe verificarsi che quella stringa sia già occupata, specie se hai un nome comune ed un cognome molto diffuso (es. Mario Rossi). Nel caso dell’attività, invece, specie se il mercato è particolarmente gettonato, quasi sicuramente ci avrà pensato qualcun altro prima di te e troverai quel dominio non disponibile, neanche se inverti le parole (es. ricambi auto oppure autoricambi): saranno, praticamente, tutti già presi.

In questi casi potresti utilizzare delle alternative molto simili che renderebbero la tua scelta altrettanto efficace e ti garantirebbe buona visibilità. Usa la tua inventiva per comporre un nome originale (piante tropicali rare; lavatrici usate a prezzi onesti; gommista rapido…) o la dislocazione geografica (es.: artigianato valdostano) e il tipo di clienti o di pubblico cui ti rivolgi (es.: prodotti per mamme in attesa) evitando però l’eccessiva lunghezza e la complessità, che renderebbe più difficile agli utenti trovarti in rete. Se avevi già creato un nome, anche di fantasia, per la tua azienda o start up sarai avvantaggiato in questa fase.

A questo ti starai chiedendo come fare per verificare se il nome del dominio che hai scelto o che stai scegliendo è libero oppure è occupato. Come si fa? Dove si può ricercare questa preziosa informazione? Ci sono elenchi o registri appositi che si possono consultare? Scopriamolo subito.

Registrare un dominio: come si fa e a chi rivolgersi

Abbiamo parlato della struttura dei domini e della “gerarchia” con cui è organizzata: gli spazi in rete sono gestiti da società, che si chiamano ISP (Internet Service Provider) che forniscono tutti i servizi di accesso in rete. Ti dovrai quindi rivolgere ad uno di essi per poter registrare il tuo dominio. Si tratta quasi sempre di grosse società, a partire dai principali operatori di telecomunicazioni e comprendendo i big di internet, a partire da Google.

Le loro offerte sono standardizzate e potrai orientarti facilmente, innanzitutto per capire se il dominio da te individuato è ancora libero oppure non è disponibile, e quanto costa la registrazione (in alcuni casi è addirittura gratis). Tieni presente che un anno è il tempo base, ma puoi anche comprare un dominio per un periodo molto più lungo.
Quale estensione scegliere?

Scegli innanzitutto l’estensione: sarà “.com” se vuoi creare un sito orientato all’attività commerciale, ma anche in questo caso, se operi in Italia o ci tieni a far sapere che vendi prodotti italiani, andrà benissimo la “.it“. Se hai un’associazione e operi nell’area no profit, l’ideale sarà la “.org” ma potresti usare anche la “.net“.


La lista dei TLD (Top Level Domain) è limitata, cioè non ne puoi inventare una nuova tu: ci sono estensioni che identificano la nazionalità o l’area geografica (es. “fr” per la Francia, “eu” per l’Europa) e altri che riguardano il tipo (“.net”, “.info”, “.biz”, ecc). Dovrai necessariamente utilizzare una di esse, con l’ulteriore limite della lingua (se scegli un dominio nazionale devi poi realizzare il sito nel linguaggio di quel Paese).

Nulla però ti vieta di registrare più domini contemporaneamente, sfruttando le varie estensioni disponibili: ad esempio puoi comprare i domini composti dal tuo nome e cognome, o con la denominazione della tua ditta o società, con l’estensione “.it” e contemporaneamente con la “.com” ed altre ancora, se sono libere.

Se farai così, non avrai bisogno di creare altrettanti siti: te ne basterà uno, se utilizzerai un accorgimento tecnico che farà in modo che gli altri tuoi domini reindirizzino l’utente al tuo sito principale. L’unico limite è la lingua, che deve corrispondere all’estensione: se il tuo sito è “.it” deve essere in italiano, se vuoi farlo (anche) in inglese devi scegliere un’altra estensione (“.en” o il generico “.com”). Inoltre devi essere cittadino italiano o risiedere stabilmente in Italia se vuoi aprire un dominio “.it”.

Attenzione al dominio “.tk“: appartiene a una piccola isola della Nuova Zelanda che lo ha liberalizzato per farsi pubblicità e per questo viene spesso offerto gratis; però è stato “inquinato” da siti di basso livello e poco raccomandabili. Viene quindi visto con sospetto dai motori di ricerca, che lo penalizzano, e dai navigatori che temono di essere vittime di truffe via internet.

Registrare un dominio con Google

Google mette a disposizione un apposito servizio per registrare i domini: si chiama Google Domains ed il costo parte da 10 euro circa all’anno. La pagina iniziale ti aiuta a cercare un nome per il dominio del tuo sito: puoi verificare immediatamente se quello che hai scelto è disponibile o no e, se sì, con quali estensioni (potrà accadere ad esempio che la “.com” sia occupata ma la “.it” ed altre siano libere). L’unico limite è che questa ricerca attraverso Google non offre ancora, nel momento in cui scriviamo, la possibilità di registrare domini nazionali, tra cui proprio quello con il suffisso “.it”.

A fianco di ogni dominio disponibile c’è anche l’indicazione del costo annuo per ciascuna estensione: se vorrai acquistarlo, sarà sufficiente metterlo nel carrello, cliccando sull’icona corrispondente, e seguire la procedura guidata per effettuare il pagamento. Da quel momento il dominio acquistato sarà tutto tuo.

Attenzione: se non vuoi rinnovare in automatico l’acquisto annuo alla scadenza, ricordati di spuntare l’apposita levetta della casella “Rinnovo automatico” (che è preimpostata su On) portandola ad Off. In questo modo, quando l’anno scadrà, se vorrai rinnovarlo dovrai farlo manualmente.

Registrare un dominio su Aruba

Aruba è una nota azienda italiana che offre servizi di posta elettronica, creazione siti e registrazione di domini. Per sapere se il dominio da te scelto è disponibile è sufficiente cliccare il nome nell’apposita barra (puoi selezionare in partenza anche l’estensione, compresa “.it” che mancava su Google, scegliendola dal menu a tendina) e cliccare sul pulsante “cerca”: ti appariranno i risultati di tutti i domini eventualmente già registrati e potrai anche sapere di chi sono e quando scadono.

Questa funzionalità infatti si collega al servizio pubblico “whois” che consente di sapere a chi appartiene un dominio e per quale periodo esso è stato registrato. E’ utile per verificare se sei stato preceduto, nella registrazione, da un’azienda concorrente che vende prodotti simili ai tuoi.

Se invece il nome scelto per il tuo dominio appare in verde allora il campo è libero: puoi acquistarlo subito, ovviamente inserendo i tuoi dati personali e di pagamento. Questo adempimento occorre sempre, qualsiasi sia la società cui ti rivolgi: chi registra il sito deve essere identificato con tutti i suoi dati anagrafici, compreso il codice fiscale. Bisogna anche fornire l’indirizzo e-mail della propria casella di posta elettronica, che servirà per tutte le comunicazioni riguardanti la gestione del dominio e del sito.


Ricordati di controllare le alternative: a parità di nome, il prezzo varia in base all’estensione (di solito la “.it” è un po’ più cara delle altre, ma è anche più utile e proficua). Nello stesso tempo (o in seguito, se preferisci) potrai scegliere tutti i servizi e le opzioni necessarie a personalizzarlo ed utilizzarlo al meglio secondo le tue esigenze.

Facendo vari esperimenti, scoprirai che ci sono domini offerti a prezzi economici, addirittura a 0,99 euro l’anno: si tratta, ovviamente, di nomi poco “gettonati” (il sistema fa valere molto di più le parole più richieste dagli utenti e che generano più traffico in rete) ma magari corrispondono bene alla tua scelta e fanno al caso tuo.
Registrare un dominio: condizioni e servizi offerti

L’elenco delle società, più o meno grandi, che offrono servizi di registrazione domini è praticamente sterminato. A titolo di esempio, per citarne un paio tra le più note, ci sono l’italiana Register.it e la statunitense GoDaddy.com. Si tratta di individuarne una, tra tutte queste, che ti offra non solo prezzi accettabili per acquistare i domini, ma anche adeguati servizi di hosting, cioè l’ambiente e le procedure necessarie per realizzare e possibilmente far crescere e sviluppare al meglio il tuo sito.

Controlla bene le condizioni offerte: il tuo sito ha soprattutto bisogno di spazio e queste società te lo offrono sui propri server. Un sito senza spazio adeguato non può crescere, come una pianta senza terreno. Per evitare spiacevoli sorprese devi calcolare quanto spazio ti occorre, specialmente se pubblichi molto, se inserisci parecchio materiale e se sei un’azienda in espansione.


Ci sono tantissime possibilità, sia gratuite sia a pagamento: non esiste un servizio ottimale per tutti ma molto dipende dalle tue esigenze. Se ad esempio vuoi aprire un sito per la vendita commerciale di prodotti e quindi un negozio on line avrai bisogno di un programma per la gestione degli ordini, l’archivio dei clienti e la presentazione dei prodotti, fino ad arrivare alle modalità di spedizione; se invece stai aprendo un blog anche con l’intento di guadagnare in via indiretta (con la pubblicità delle opere di cui sei autore o dei servizi che proponi), puoi sfruttare piattaforme specifiche – come Blogger, Virgilio o WordPress, per citare le più comuni in Italia – che ti consentono anche di creare il tuo sito con facilità e nella maniera ottimale per questo tipo di attività amatoriale o anche semi-professionale (ci sono parecchi template, cioè modelli, preimpostati per categorie).
Registrare un dominio gratis: vantaggi e limiti

E’ anche possibile registrare un dominio gratis, senza sborsare un centesimo. Di solito, però, si tratta non di domini veri e propri ma di subdomini: tecnicamente si chiamano domini di terzo livello per distinguerli da quelli di secondo livello di cui abbiamo parlato finora.

Qual è la differenza? Ricorderai che il primo livello è l’ultima parte della dicitura, il TLD dopo il punto finale, ad esempio .it o .com, quindi non è creabile; il secondo livello è tutto quello che viene prima di quel punto, ed è il nome “vero” del tuo dominio, quello che hai scelto e ti identifica.


Nel subdominio a questo tuo nome se ne affianca un altro: è quello dei provider che ti offrono la possibilità di creare un tuo sito gratuitamente purché ciò avvenga dentro (e quindi “sotto”) di loro. Il sito in tal caso avrà il nome da te scelto (es. mariorossi) seguito dal loro: mariorossi.altervista.org, o mariorossi.myblog.it. Insomma al primo posto compari tu, ma sei irrimediabilmente seguito dal nome della piattaforma che ti ospita.

Il vantaggio è il risparmio – perché in questo caso il sito è tutto gratis – ma ci sono parecchie limitazioni: innanzitutto in termini di spazio e di servizi utilizzabili (la memoria disponibile per conservare le informazioni, il numero di pagine di sito che puoi creare, la possibilità di ricevere o inviare messaggi attraverso le caselle di posta elettronica dedicate, ecc.) ma anche in termini di immagine e di praticità: un sito di questo genere verrà penalizzato dai motori di ricerca ed apparirà poco professionale, specialmente se si intende offrire servizi qualificati.

Insomma, un sito gratis non sarà mai casa tua: sarai come un inquilino in affitto in casa d’altri e dovrai sottostare alle regole del proprietario, cioè il provider che ti ospita; per non parlare delle scarse possibilità di personalizzazione: dovrai usare i modelli predisposti (anche se di solito sono parecchi) e non potrai realizzare il sito interamente come lo vuoi tu.

Se offri servizi qualificati da un punto di vista professionale, commerciale, imprenditoriale o artistico, ad esempio se sei un avvocato oppure hai una società commerciale, ti converrà senz’altro spendere qualche decina di euro all’anno per avere un dominio tutto tuo e riferibile esclusivamente a te: ne guadagnerà la tua immagine, cioè il modo con cui ti presenti al pubblico ed ai potenziali clienti (che vedranno la tua denominazione “pulita” anzichè insieme al nome del provider) e la praticità, perché potrai gestirlo nella maniera ottimale e più adatta alle tue esigenze.


Viceversa un dominio di questo tipo è adatto se sei alle prime armi o se la tua attività su internet è a livello dilettante anziché professionale: questi siti sono infatti l’ideale per aprire il tuo primo blog in cui inserire pensieri, immagini e proposte non commerciali ed acquisire dimestichezza con il funzionamento della rete.

Sarai sempre in tempo a cambiare piattaforma (i domini si possono trasferire, sarà il nuovo fornitore ad occuparsene direttamente: in questo caso la “casa” è mobile, perché è virtuale) o, se ti piace quella che hai scelto inizialmente, potrai variare semplicemente il tipo di abbonamento, scegliendo un’offerta a pagamento in maniera da avere da quel momento in poi il tuo dominio e poter personalizzare al 100% il tuo sito.

Un dominio gratuito, infine, ha l’ulteriore svantaggio che talvolta non ti garantisce e protegge se il relativo sito non riceve un certo numero di visite (variabile a seconda dell’hosting che lo offre) durante il periodo di registrazione (il dominio “.tk” ad esempio deve ricevere almeno 25 visite ogni 90 giorni, altrimenti decade automaticamente).

Viceversa, il dominio a pagamento ti tutela sempre anche se in ipotesi rimane vuoto, cioè se lo spazio non viene mai utilizzato per creare un sito: come una casa che lasci disabitata e che però rimane di tua proprietà, con tutto il diritto di escludere chiunque altro dal suo utilizzo.

Nessun commento: