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23 gen 2017
Chelsea Clinton difende Barron «Lasciategli fare il bambino» E poi attacca le politiche di Trump
Impacciato e confuso, Barron Trump da due mesi è finito sotto gil occhi di tutti. E per lui, in sua difesa, scende in campo una first daughter anche lei molto criticata in passato
Da figlia a figlio: è Chelsea Clinton a prendere le difese di Barron Trump. Con un tweet, la figlia dell’ex avversaria del presidente alle scorse elezioni difende il piccolo Barron, bambino in difficoltà di fronte alle luci della ribalta mondiale, travolto dagli sguardi di chi osserva ogni sua singola mossa, le sue smorfie, i suoi gesti nervosi, gli atteggiamenti di insofferenza.
«Lasciategli fare il bambino»
A intervenire in un dibattito in cui tutti hanno preso la parola, si sono spese righe e righe di inchiostro per tentare di spiegare le reazioni di Barron all’interesse mediatico nei confronti della sua famiglia, è appunto Chelsea. Oggi 36enne di successo, imprenditrice, ex giornalista, impegnata in cause sociali e per la fondazione di famiglia, mamma a sua volta, la figlia unica di Bill e Hillary Clinton nei panni di Barron si è trovata nel 1993 quando a 13 anni, è arrivata alla Casa Bianca per il primo mandato presidenziale del padre. «Barron Trump merita la possibilità che ogni bambino ha di essere un bambino» scrive su Twitter. Lei, che è stata un'adolescente in erba, con i riccioloni non addomesticabili, il cerchietto e l’apparecchio ai denti, sa cosa significa.
Da figlia a figlio, il consiglio di Chelsea a Barron (a tutti i media)
E ora prova a stare dalla parte del bambino: «Schierarsi per ogni bambino significa anche schierarsi contro le politiche del Presidente che fanno male ai bambini» scrive ancora Chelsea Clinton. Da figlia di presidente a figlio di presidente, appunto, ma le parole che la 36enne usa sono anche un consiglio da sorella maggiore (un po’ come hanno fatto le sorelle Bush in una lettera a Malia e Sasha Obama invitandole, ormai lontane dalla Casa Bianca, a fare errori «Ora è permesso»). Come a dire a lui e a chi lo critica e prende in giro, «Vivi (lasciategli vivere) la tua infanzia». E anche se le sue parole forse a Barron non arriveranno mai, la presa di posizione è forte. E - da prima sostenitrice della ex sfidante alla Casa Bianca - contiene un messaggio politico per il padre.
Chi è Barron
Dieci anni, un fare dinoccolato che lo fa apparire sempre svogliato, Barron ha conquistato l’attenzione di tutti quando, la notte dell’8 novembre scorso, accanto al padre appena eletto presidente degli Stati Uniti sbadigliava, cercando di restare sveglio a notte fonda (sbadigli che poi ha replicato anche durante il discorso di insediamento, il 20 gennaio). Ma ci sono tanti altri episodi ancora, Barron che scansa la mano di mamma Melania durante la parata, che le rifiuta il ‘cinque’ e lo restituisce appena lei si gira, che scherza con il figlio minore di Ivanka mentre papà Donald firma i primi documenti da Comandante in capo, Barron che non cambierà scuola fino alla fine dell’anno scolastico, Barron che sta sempre davanti al computer, che è insofferente in mezzo alla gente. Aspetti che per molti lasciano supporre uno spettro di autismo nel bambino, nascosto (se vero) e mai confermato dalla famiglia. «Se così fosse sarebbe una grande opportunità di parlare del problema» si era lasciata sfuggire l'attrice americana Rosie O'Donnell, scatenando una bufera mediatica per cui aveva dovuto ritrattare quasi subito. Ma il tema è caldo negli Stati Uniti soprattutto dopo le dichiarazioni del neo-presidente che, in campagna elettorale, aveva parlato di un legame tra vaccinazioni non sicure e autismo definito come un'epidemia. Un caso a cui Barron è estraneo: per lui, vale molto di più il consiglio di Chelsea.
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