Ben Pasternak, ragazzino prodigio, protagonista col giovane socio Isaiah Turner dell'app per chiacchierare live con sconosciuti pescati a caso. E, se scatta il feeling, rimanere in contatto su Snapchat. Hanno incassato i complimenti di Tim Cook
IL LORO obiettivo, quello dell’australiano Ben Pasternak insieme allo statunitense Isaiah Turner, è sfornare ''l’app più importante del mondo''. Hanno 17 e 18 anni e da qualche settimana stanno facendo chiacchierare il sottobosco hi-tech – pare sia arrivata anche un'e-mail di complimenti niente meno che da Tim Cook, capo di Apple – grazie a un'app tanto semplice quanto in grado di fornire in modo lampante il segno dei gusti e delle preferenze dei Millennial: Monkey.
Si tratta di una videochat in stile Chatroulette (''ma senza i pervertiti'', come ha specificato lo stesso ideatore al New Yorker che ha dedicato un profilo alla bizzarra coppia di ragazzini prodigio) che serve a conoscere gente a caso su internet. Si chiacchiera per un periodo di tempo determinato che si può estendere se è scattato il feeling. Se poi si trova reciproco interesse si può continuare a tenersi in contatto collegandosi su Snapchat. Nelle nuove versioni arriveranno anche dei filtri (età, genere, luogo, hashtag) per ritrovarsi di fronte qualcuno minimamente più profilato con cui chiacchierare. E una chat interna testuale.
Verrebbe insomma da battezzarla come un’app dai teenager per i teenager. Non è un caso che proprio Pasternak – una specie di piccolo genio: ha alle spalle l’app di ecommerce per bambini Flogg e un giochino per smartphone, Impossible Rush, che dopo il mezzo milione di download gli era valso l’interesse di colossi come Google e Facebook – la spieghi come un mezzo per ''colmare il vuoto dei giovani''. E proprio la genialità di Mark Zuckerberg sembra essersi impossessata di questo adolescente australiano che da Sydney si è spostato a New York per diventare Ceo di se stesso. Tanto che perfino John Maloney, già presidente di Tumblr, ha spedito un messaggio di congratulazioni dopo il decollo di Monkey. Una piattaforma, per il momento popolata da alcune centinaia di migliaia di utenti raccolti nell’arco di cinque settimane, dove l’età media è 17 anni.
''Mi piace pensarlo come un mondo sotterraneo agli adulti'', racconta il fondatore. Per il quale l’Abc News si è posta una domanda di quelle scottanti: ''Sarà il nuovo titano della tecnologia del futuro?''. Troppa grazia. Ma certo può essere un buon erede dei vari Zuckerberg, Evan Spiegel o Jack Dorsey.
''Monkey è esplosa all’improvviso, per questo la cosa più logica è focalizzarsi sull’app e mettere in pausa gli altri progetti'' racconta il programmatore che ha reclutato il socio Turner – che invece viene dal Maryland – mentre si trovava ancora in Australia, pescandolo fra i forum di hacking e coding. Ora vivono entrambi nella Grande mela, in un appartamento nel quartiere di Hell's Kitchen. Le idee sono molto chiare. E non è d’altronde un caso che ci siano molti finanziatori e business angel interessati a scommettere sulla videochat della scimmietta. ''Uno dei grandi problemi è che tutte le applicazioni distribuite sono costruite da un pugno di adulti – ha spiegato Turner a Mashable – mentre noi siamo entrambi creatori del progetto ma allo stesso tempo utenti finali dello stesso. Non esattamente come Snapchat''. Un vantaggio non da poco: creare una piattaforma rivolta a un pubblico di coetanei.
''Monkey è una comunità pulita'' risponde il giovanissimo fondatore – che insieme al socio ha lasciato la scuola e si lamenta di avere solo altri due anni per rimanere nella categoria dei teen – rispetto ai rischi sui contenuti. E in ogni caso i due hanno aperto un profilo su Snapchat dove offrono supporto immediato: se qualcosa non va, da pari a pari, mandi un messaggio a Ben e Isaiah.
Il test. L’abbiamo provata, visto che è già scaricabile anche sull'App Store italiano. Dopo una velocissima procedura di profilazione (età, username e genere) l’applicazione chiede l'accesso per accedere alla fotocamera e al microfono e per attivare le notifiche. Poi parte un brevissimo video di spiegazione e si comincia. Per il momento l’unica cosa che è data sapere prima che parta la videoconversazione è un abbozzatissimo profilo (''Ti stai connettendo a un 25enne degli Stati Uniti''). Farsi accettare non è semplicissimo, si viene skippati – cioè eliminati – spesso. Ma quando si comincia la chiacchierata può anche farsi divertente. E se ci si trova, dopo aver allungato il tempo a disposizione per la videochiacchierata, basta un tocco per collegarsi su Snapchat.
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