«Un’avventura rinascimentale, grandiosa: ecco cosa - racconta Donata Sartorio, giornalista di moda, e che si occuperà di selezionare il made in Italy per gli spazi -. Che è nata sinceramente dal grande amore per la cultura italiana di questo imprenditore che si è fatto da solo, costruendo e investendo: suo padre era solo un semplice venditore di tappetti, niente petrolio». E il racconto sul personaggio è sorprendente: una moglie, otto figli, ha cominciato ad amare l’Italia prima per il cibo e poi la cultura e la moda. A Milano da una decina di anni alloggia sempre al Seven Stars, un hotel lussuosissimo ma defilato in Galleria Vittorio Emanuele, appunto. «Conosce veramente metro per metro e volti di quel crocevia - continua Donata Sartorio a conferma delle parole dell’imprenditore -. I ristoratori quando lo vedono sanno che devono preparagli il “suo” filetto al pepe verde».
La sua passione per il marmo, è maniacale: ogni volta che passa vicino a un edificio «bussa» per capire di che materiale è fatto. Ecco spiegato l’ordine record; fra l’altro, per questo, la segreteria del premier Matteo Renzi ha chiesto di incontrarlo e Muhammed Al Emadi ha accettato l’invito. Non l’unica cifra stellare, comunque: 7.500 tonnellate di onice e giallo di Siena e 45 mila di travertino. E (ovviamente) quaranta milioni di euro, parte di un investimento complessivo che si aggira sui 500 milioni. Ufficialmente in novembre apriranno ristoranti, giardino, asilo e Spa mentre le boutique e la libreria da 800 metri quadrati saranno inaugurate nel 2015. Ci sarà un impianto di aria condizionata in esterno «rivoluzionario»: manterrà la temperatura a 30 gradi quando stagionalmente arriverà a 50. «L’ambizione è quella di una piazza dove oriente e occidente si incontrino senza pregiudizi e limiti. E dove sia raccontata con grande semplicità la storia di una tradizione - continua Donata Sartorio -: per quell’uomo la discriminante non è che un oggetto costi molto, ma che sia ben fatto». E lui, ancora: «Al Hazm rappresenta un valore aggiunto per il paese e in quest’ottica, credo che “Mecenate” può essere il termine giusto per descrivere lo spirito col quale contribuisco a questa filosofia di sviluppo».
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