CORSE - DECINE DI BOLIDI FERMATI IN TUTTA EUROPA DALLA POLIZIA
Lamborghini, Ferrari e Bentley da Londra viaggiano verso Sud
sfidandosi su strade e autostrade per tutta l'estate
Una Ferrari 458 durante una Cannonball in Francia (Afp/Bregardis)
Sulla strada di campagna tra Brest a Quimper, in Bretagna, giorni fa
la Bentley viaggiava a 201 chilometri all'ora, la Lamborghini più
prudente a 180. Tre Porsche le seguivano, i gendarmi non sono riusciti
a misurare la velocità di queste ultime, ma hanno fermato anche
quelle. Patente ritirata, 1.500 euro di multa, Bentley sequestrata, ma
non la Lamborghini, che era a noleggio. Poi è toccato a una Ferrari,
180 all'ora su una stradina a Le Poët Laval, in Provenza.
Gli agenti francesi sono stati allertati dai colleghi britannici, che
hanno notato un'inusuale frequenza di auto sportive agli imbarchi dei
traghetti sulla Manica. Tranne che in Germania, dove i limiti di
velocità esistono solo in alcuni tratti, nel resto d'Europa è
pressoché impossibile guidare per giorni quelle auto senza violare la
legge. I piloti sanno che l'importante è non farsi fermare dalle
pattuglie dalla polizia: quanto alle multe prese con l'autovelox, è
quasi impossibile che vengano notificate una volta rientrati in
Inghilterra.
Da qualche settimana in Francia e nel resto d'Europa, come ogni
estate, sono tornati i pazzi delle corse «Cannonball»: molto amate dai
giovani miliardari britannici segnati a vita dagli inseguimenti sulle
Alpi di James Bond.
La partenza è sempre Londra, la direzione sempre Sud: arrivate nel
continente le decine di Aston Martin, Maserati, Bmw prendono poi
strade diverse, perché gli eventi sono tanti. C'è la «Rico Rally», la
«Modball» o la «Riviera Adventure», che nel fine settimana ripartirà
da Roma verso Parigi. Le polizie sono mobilitate, perché anche se in
teoria non si tratta di gare - così almeno assicurano tutti gli
organizzatori - in pratica decine di partecipanti si danno battaglia,
su autostrade e strade secondarie.
Ufficialmente «ogni automobile in grado di viaggiare» è ammessa, ma
chi si iscrive non lo fa per fare scampagnate. La polizia francese ha
a sua disposizione qualche Renault Mégane RS capace di sfiorare i 250
all'ora, «ma preferiamo evitare gli inseguimenti e non partecipare
alla follia», dice Gérard Ercolano, responsabile della sicurezza
stradale della Gendarmeria. Le forze dell'ordine usano motociclisti e
elicotteri per contrastare un fenomeno destinato a durare, di solito,
fino a settembre.
Cinque auto sono state fermate ieri in Svizzera, a Lodrino, pochi
chilometri dopo essere sbucate dal tunnel del San Gottardo e dirette
verso Milano, in seguito alla segnalazione di alcuni testimoni che
avevano visto le vetture sorpassarsi a tutta velocità. La polizia le
ha intercettate prima a 190 poi a 204 chilometri orari; al volante
c'erano cinque giovani inglesi, tra i 26 e i 23 anni, tutti denunciati
a piede libero per violazione del codice della strada. Due Bmw
sportive sono state messe sotto sequestro: a bordo sono state trovate
apparecchiature per intercettare i radar della polizia mentre le
targhe erano state modificate per sfuggire ai controlli del traffico.
Sulle fiancate delle auto la scritta «Modball rally»: partenza quattro
giorni fa da St. James park, nel cuore di Londra. Quota d'iscrizione
1.190 sterline per alloggio in hotel e partecipazioni alle feste
previste ogni sera. Non ci sono premi né graduatorie ufficiali. «Il
vincitore è il primo che arriva a Praga e il primo che si ubriaca»,
dice uno dei partecipanti.
La prima corsa Cannonball partì da New York il 13 novembre 1971 e
arrivò 4.608 chilometri e 35 ore dopo a Rodondo Beach, California: due
giornalisti americani, Brock Yates e Jim Smith, avevano deciso di fare
rivivere il mito del pilota Erwin «Cannonball» Baker, che quasi
quarant'anni prima, nel 1933, aveva attraversato gli Stati Uniti da
costa a costa in 53 ore, al volante di una Graham-Paige. La prima gara
della nuova era venne vinta da un ex pilota di Formula Uno, Dan
Gurney, al volante di una Ferrari Daytona, che dichiarò con modestia
di non avere mai superato i 280 km/h, di essere stato fermato una sola
volta dalla polizia, e lasciato libero di ripartire. Oggi gli agenti
sono meno comprensivi.
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